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Cari leader, non ho votato perché vi odio

Tommaso Debenedetti

 

Rabbia. Disgusto. Delusione. E molta, moltissima sfiducia nei confronti dei loro attuali leader: queste sembrano esser state le cause del forte astensionismo fra i potenziali votanti della sinistra che ha caratterizzato le ultime elezioni amministrative.

Abbiamo raccolto, in alcune delle città coinvolte nella consultazione elettorale, le opinioni di ex militanti o simpatizzanti dei Ds o dell'Ulivo che, in questa tornata, hanno scelto di disertare le urne.

CLARA (82 anni, casalinga, Bologna) "Ho combattuto la lotta partigiana. Ho conosciuto, seguito e ammirato i grandi sindaci comunisti del dopoguerra. Andavo ai comizi di Longo e di Berlinguer. Adesso vedo che, dopo lotte interne deprecabili, disgustose, la sinistra, qui a Bologna, ha deciso di mandare allo sbaraglio quella povera ragazza della Bartolini, invece di impegnarsi con un candidato di maggiore esperienza. Io non me la sono sentita di votare lei o il suo partito. D’Alema, col suo governo che tiene dentro Mastella e Amato e che vuole toccare le pensioni, ha tradito una storia, sua e nostra, e io non posso fare finta di niente, dargli il voto e dire che é stato bravo! Debbo esser sincera: la destra di Guazzaloca mi fa meno paura dell’opportunismo di questa sinistra."

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ALESSANDRO B. (32 anni, laureato, disoccupato, Bologna). "E pensare che io, in questa sinistra, ci credevo! Invece, non sono riusciti a creare occupazione, nonostante le tante promesse ‘alla Berlusconi’. Ci vorrebbe un ricambio serio, vero, di classe dirigente nella sinistra. I leader di adesso non solo non hanno saputo governare, ma nemmeno son stati capaci di tenere in piedi l’unica invenzione politica di questi anni, cioé l’Ulivo. Tornerò a votare quando D’Alema, Veltroni, Prodi, Marini, Boselli, La Malfa e tutti gli altri avranno lasciato il posto non ai loro vice, a controfigure come Folena e Parisi, ma a persone capaci , con un’idea concreta e un programma degno di questo nome!".

MARCELLA (60 anni, casalinga, Bologna) "La smettano di dire che la gente non vota perché fa caldo e si va al mare, o perché ci sono troppe elezioni! Io sono restata in città, ma non ho voluto votare né la destra, che mi ha sempre fatto orrore, né questi litigiosi e arroganti capi dell’Ulivo. D’Alema si crede chissà chi e invece le ha sbagliate tutte, dalla bicamerale in poi, Veltroni sembra un cuor contento con gli occhiali rosa a cui va bene qualunque cosa, e Prodi, che era un uomo serio, adesso é un pallone gonfiato che per nostra fortuna se ne è volato a Bruxelles. E io, vecchia comunista , potevo votare loro? O magari Cossutta che é a caccia di poltrone o Bertinotti che ha fatto cadere un governo non si sa perchè? Me ne son guardata bene!"

GIULIO (45 anni, ex funzionario del Pci) La prima volta che ho votato è stato "in alto a sinistra", dove c'era il simbolo del "mio" partito. E per 27 anni ho continuato a farlo. Poi li ho votati il 21 aprile del 1996, certo che avrebbero cambiato almeno un po' questo paese. Invece...io vecchio comunista, sono entrato nella cabina e, solo un attimo di esitazione, ho votato quello lì. Sì, proprio lui, che non mi va neppure di dire come si chiama. Perchè? Perchè è finita, la sinistra è morta e seppellita, in guerra ci ha portato la sinistra, la giustizia è diventata uno strumento nelle mani della sinistra e ogni cento lire che guadagno, 55 se ne vanno in tasse e balzelli vari.

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Non sopporto più la saccenza, l'albagia, la presupponenza. Non sopporto che mi si dica: "Non hai capito". E allora mi viene in mente la metafora di mio zio Edgardo: "Sei tu che non ti spieghi". Quando ricominceranno a spiegarsi forse allora, forse, potrò tornare a votarli. Ma preferisco, oggi, che le cose peggiori le faccia la destra e qualcuno le urli contro, e non che le faccia la sinistra, in un silenzio di morte...forse anche di regime. Ho dato il voto al partito di plastica...perchè quello in carne e ossa dei compagni che ci credevano, non c'è più.

FRANCESCO L. (25 anni, studente universitario, Bologna) "Andava bene l’Ulivo:il vero Ulivo, quello del ’96! Una coalizione di persone unite da un progetto serio, spiegato agli elettori in modo chiaro. Poi, quando sono andati al governo, hanno cominciato a fare i giochetti e l’Ulivo è diventato pretesto per il sottogoverno, per l'occupazione delle poltrone, con tutto quello schifoso seguito di cortigiani, soloni da convegno, nani e ballerine, e tanti , tanti giornalisti prezzolati. Oggi l’Ulivo é morto, e al suo posto c’é tutto il marcio della sinistra che, ovviamente, non vuole proporre candidati importanti e si accontenta della Bartolini!"

ANNA MARIA (40 anni, insegnante scuola media, Bologna) "Ma lei li ha mai guardati in faccia D’Alema, Veltroni, Folena, Prodi e gli altri? Stanno lì per sbranarsi a vicenda. Si sorridono e intanto ognuno vorrebbe la rovina dell’altro. Lo stesso fanno Berlusconi, Fini e Casini, ma, finora, han fatto meno danni al Paese. E io dovrei andare a votare quelle brutte facce senza capacità né idee?"

ANDREA T. (50 anni, avvocato, Bologna) "Ricordo con ammirazione, quasi dieci anni fa, il coraggio di Occhetto: la svolta, il cambio del nome del Partito, i contrasti. Si poteva discutere sulla validità delle scelte, ma quella sì che era vera politica! Oggi, invece, troviamo D’Alema e Veltroni che, dopo la frana delle europee, parlano di ‘tenuta della maggioranza’ e si appoggiano su calcoli astrusi, senza curarsi del messaggio venuto dagli elettori. Come se non bastasse, due giorni prima delle amministrative si mettono in mente di ritoccare le pensioni. Complimenti! Se avessi avuto più coraggio, avrei votato Guazzaloca. Non ce l’ho fatta. Sono restato a casa, a sperare che questi ds perdessero".

PIERO R. (26 anni, studente universitario, Parma) "Chiunque abbia esultato il 21 Aprile ’96 per la vittoria dell’Ulivo non poteva, stavolta, tornare alle urne: non c’é una sola idea in giro, né a livello locale né, tantomeno, nazionale. C’é solo la volontà di sopravvivere giorno per giorno, per conservare il potere. A tutti, Prodi, Veltroni, D’Alema e compagnia, il governo ha dato alla testa!"

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GIULIA P. (60 anni, commerciante, Parma) "Non avrei mai potuto votare la destra, io che sono stata comunista e poi pidiessina. Però sostenere una sinistra che ormai fa tutt’uno, per loschi fini di potere, con gli industriali e i vari potentati, compresa, e in modo non secondario, la massoneria, mi avrebbe fatto ugualmente orrore".

FRANCESCO (34 anni, impiegato) Ho tolto il voto ai Ds (scegliendo di non andare a votare) con lo stesso spirito con cui si toglie il saluto a un amico che ti ha tradito. Ignobile è stata la gestione del caso Ocalan, con ipocrisie e manovrine sottobanco degne della peggiore Dc. Insoddisfacente la gestione della guerra in Jugoslavia: mi ha sconvolto l'astio e la saccenza di Umberto Ranieri in una puntata di "Porta a porta" nei confronti dell'ambasciatore serbo che, sotto una gragnuola di bombe verbali, a malapena riusciva a esporre un'idea nel suo debolissimo italiano. Non avendo il miliardo sotto il mattone da difendere vado a votare per motivi ideali il partito che li rappresenta. Caro D'Alema se mi devi far incazzare come Berlusconi cedi il passo al cavaliere, almeno ci rendi pienamente il diritto di indignazione e di protesta. Ma che clamorosa occasione perduta!

GIORGIO( 50 anni, architetto, Arezzo) "Ho votato sempre a sinistra, fin da ragazzo. Ma ho profondo schifo per questo partito che governa imbarcando Cossiga, Mastella, e i rottami repubblicani alla La Malfa. Cosa c’entrano questi politicucci da tre soldi con la nostra storia. Meglio non votare, davvero!"

SANDRA L. ( 70 anni, casalinga, Arezzo) "La sinistra oggi non rappresenta i lavoratori, gli operai, le persone meno agiate: è un gruppo di potere senza un’idea, senza un progetto. Un gruppo diviso in due bande che si aiutano fra loro: i capi che intrigano, litigano e mangiano soldi ai cittadini, e i chiacchieroni intellettuali che parlano e discutono rendendo le cose sempre più ingarbugliate e incomprensibili. In questo modo noi non capiamo nulla, e li lasciamo governare credendo che stiano per inventare chiassà quale soluzione. Che parlino pure, i professori della sinistra, che si spartiscano pure il Paese, i vari capi e ministri. Così aiutano solo Berlusconi. E io, che li ho sempre sostenuti, che ci ho sempre creduto, a votare non ci andrò più".

 

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