A qualcuno piace Emma (e a qualcuno no) Domande e risposte
Caro Bosetti,
lintemerata contro gli elettori che sbagliano è sempre
divertente e apprezzabile (anche perché i politici, ahiloro, non se la possono
permettere). In particolare, ti duoli del passo indietro che il consistente voto alla
Lista Bonino rappresenta rispetto alla cultura bipolare che speravamo ormai affermata
nellelettorato italiano. Sono daccordo fino a un certo punto per due motivi
che espongo in sintesi.
1. Unarea elettorale che potremmo definire "delle mani
libere" cera anche prima che Emma Bonino ci gettasse la rete. Sono i
recalcitranti al bipolarismo, sono gli insoddisfatti delle due coalizioni (diciamo
molto più insoddisfatti di quanto non siamo noi tutti), sono coloro che in Italia da
decenni si orientano un po dovunque trovino il segno dellantisistema. E
il settore più mobile dellelettorato italiano, per lesattezza domenica 13
giugno è stato lunico settore veramente mobile dellelettorato, nel senso che
tutti gli altri si sono spostati al massimo allinterno dei due recinti dei poli
contrapposti. Dalle analisi dei flussi ne ritroviamo tanti che votavano Lega, soprattutto
al Nord-est, con una lampante coincidenza di posizioni (liberismo estremo, avversione
antisindacale, rifiuto dei poli) a fronte di un immobilismo leghista giudicato ormai
insopportabile. Ma in quell8,9 per cento ci sono ex-elettori di Rifondazione
badate bene, partito dopinione più di tanti altri, nel senso che può attrarre e
perdere voti con estrema facilità a seconda del posizionamento di An, dei Ds. Due
partiti, questi ultimi, che per ambizione (Fini) o per obbligo di governo (DAlema e
Veltroni) stanno dando da molti mesi segnali scoraggianti allelettorato
simpatizzante. Quello che voglio dire è che con grande probabilità in assenza di
quella brillante operazione di marketing politico, un po sprezzante delle
istituzioni in quella fase di finta candidatura al Quirinale - i voti intercettati dalla
Bonino non sarebbero comunque andati ad altre sigle o alle coalizioni esistenti. E allora,
democraticamente, meglio che siano voti espressi, ed espressi per gente discutibile forse,
ma non direi pericolosa.

2. Questo ci introduce alla seconda osservazione. Perché questo
discreto bottino elettorale non è finito nelle bisacce di chi sera candidato
esplicitamente a raccoglierlo, e a collocarlo allinterno di una delle coalizioni?
Parlo dellAsinello, naturalmente, che è nato esattamente
per fare felice
Bosetti. Scherzo, naturalmente, voglio dire che la ragione sociale dei Democratici è
stata fin dallinizio quella di raccogliere gli scontenti del centrosinistra
"partitista", altrimenti destinati allastensione se non peggio, e di
grattare schegge consistenti del centro del Polo (quelle che i sindaci dellUlivo
strappano brillantemente quasi a ogni tornata amministrativa). Ora, lAsinello ha
avuto tutte le sfortune, per essere un simbolo che doveva farsi conoscere: guerre,
terrorismo, la nomina di Prodi alla Commissione Europea (lironia
dellaccostamento tra disgrazie e fatti positivi è, lo giuro, involontaria). Ma la
sfortuna estrema, quella non era stata proprio messa nel conto: sa il cielo, e anche
qualcuno qui sulla terra, quanto di quell8,9 per cento dei radicali era stato
promesso dai sondaggisti ai Democratici. E se si considerano gli attuali sommovimenti nel
centrosinistra, si provi solo a immaginare che cosa sarebbe successo se i Democratici
fossero andati oltre il 10 per cento
Dunque, perché unofferta sicuramente allettante e ben studiata
come quella di "Prodi più sindaci più Di Pietro" sè vista sopravanzare
da questaltra invenzione della politica? Solo per gli spot? Andiamo
La
verità, io credo, è che negli spot e nel nome di Emma Bonino cera un contenuto,
una promessa, che altrove non era espressa fino in fondo. La promessa di una rottura, di
una estraneità al sistema che né il Presidente Prodi né il senatore Di Pietro né gli
onorevoli Sindaci potevano esprimere (per quanto sapessero di doverlo fare), e che per
fortuna non hanno espresso, viste le loro collocazioni istituzionali. Così,
lAsinello ha scalciato, eccome, ma nel suo recinto, senza uscire.
Sarebbe stato meglio se chi poteva, nel centrosinistra, avesse
intercettato quei voti nomadi e li avesse capitalizzati in un dibattito anche aspro
allinterno dellUlivo. Sarebbe stato meglio per il bipolarismo, anche se non
credo che tutti dalle nostre parti la pensino così (un nome a caso, quello del Presidente
del consiglio). Ma non è accaduto. E allora, dopo essercela presa con gli elettori,
vediamo se e come sappiamo una buona volta rispondere alle loro domande inevase di
innovazione e sburocratizzazione del sistema. Possibilmente parlando di cose concrete
tasse, efficienza dei servizi, infrastrutture e non della forma cubica,
cilindrica o dodecaedrica del contenitore politico che presenteremo loro dalle Regionali
del 2000 in poi.
Stefano Menichini

Caro Menichini, sai bene quanto mi piaceva il modo sornione in cui
sguazzavi tra furberie e porcherie della politica per raccontarle poi ai lettori del
Manifesto. Dal momento che non ti vedo da molto tempo non riesco bene a immaginarti dentro
una funzione professionale di tipo istituzionale. Mi faro' raccontare da chi ti ha visto
in opera... I tuoi argomenti sono buoni per il confronto tra Asinello e lista Bonino, sono
una critica a Prodi e compagni. Non sono sicuro che potessero o volessero scalciare di
piu': la successiva coalizione non e' mai stata messa in discussione e le primarie non ci
sono ancora da noi. Un giorno chissa': D'Alema e Prodi potranno scornarsi (ammesso che
siano ancora loro i capifila delle ipotesi in campo) e poi dopo qualche mese di
raffreddamento confluire a sostegno del vincitore contro il Berlusconi di turno. Ma ancora
non siamo ai "caucuses" americani.
Quannto al mio argomento, rimane li'. E' un critica agli elettori, che
- hai ragione - i politici non possono permettersi. Io si', e come! E gli elettori hanno
dato un voto promiscuo, ermafrodita, ambiguo,
pronto-per-l'uso-del-piu-abile-ad-accaparrarselo. Io non lo farei mai. Anche loro ci
ripensino la prossima volta.
Un caro saluto
Giancarlo Bosetti
Date: Tue, 22 Jun 1999 15:19:23 +0200
From: "Ambasciata d'Israele" <israel.roma@agora.stm.it
Subject: Editoriale "Elettori di Emma..."
Caro direttore,
mi collego per la prima volta al sito di CaffeEuropa pieno di
aspettative (grazie alla segnalazione sul Corriere della Sera di ieri), vado a leggere il
Suo editoriale e, prima d'ogni altra cosa, vengo coperto di insulti. Mi permetta due righe
di spiegazione. Lei dice: avete votato la Bonino e ora non vi resta che stare a guardare
dove finirà il vostro voto.
Io dico: ho votato la Bonino e so con buona approssimazione
(sicuramente con maggior approssimazione dei miei amici che hanno votato altre liste) qual
è il suo programma, in Europa e in Italia. So punto per punto quali sono gli obiettivi
che la Bonino si propone di realizzare, quali le riforme che vuole promuovere. E conosco
il suo stile di lavoro, la sua credibilità personale, le sue capacità. Ora starò a
guardare con quanta coerenza, efficacia e acume politico metterà queste sue doti e il
successo elettorale conseguito al servizio di quel programma. Quindi, farò le mie
valutazioni e deciderò di conseguenza il mio futuro voto. Le pare davvero il caso di
definire questo comportamento "una totale delega in bianco, da anime ingenue al
limite dell'autolesionismo", "un tuffo con gioia nella cloaca massima di tutte
le alchimie trasformiste", insomma un gran "brutto affare"?
Cordialmente
Marco Paganoni

Caro signor Paganoni,
la ringrazio dei suoi commenti. Apprezzo le critiche e ci trovo sempre
utile materia di riflessione per me e per gli altri lettori. Vede, io ho voluto
concentrare l'attenzione su un punto: il voto alla lista Bonino contiene indubbiamente il
vizio che dicevo, e' un voto dato ad un raggruppamento che in questa circostanza si e'
presentato come indistinto dal punto di vista della collocazione "polare". Per
chi persegue - lo sostengono da sempre gli stessi radicali e spesso anche piu' di tanti
altri - l'obiettivo di una netta chiarificazione bipolare e' una contraddizione. E' vero
che ci sono elettori moderni e istruiti i quali ritengono obsoleta la distinzione tra
destra e sinistra. Ne prendo atto, capisco le loro intenzioni e i problemi da cui nasce,
ma esprimo loro la mia opinione: sbagliano. Non si puo' criticare Mastella e consentire
con chi adotta lo stesso principio da prima repubblica: prima il voto, poi si vedra'. Io
non darei mai un voto senza sapere prima, in un chiaro "contratto elettorale",
se poi servira' a Berlusconi o a D'Alema. Vorrei che chi lo fa sentisse il disagio e
l'imbarazzo della situazione, ma naturalmente la mia opinione vale la sua. D'accordo con
lei per gli apprezzamenti per le capacita' di Emma Bonino, ma non era questo il punto.
Cordiali saluti
Giancarlo Bosetti
From: "Paolo Baiardelli"
<p.baiardelli@fastnet.it
Subject: Bonino
Date: Wed, 23 Jun 1999 00:16:17 +0200
Caro Direttore,
condivido la sua opinione in merito al voto dato alla lista Bonino con
una preoccupazione in più, se i ceti che hanno votato questa lista sono quelli che
emergono dal suo articolo, avrebbero dovuto avere una capacità critica e di discernimento
più elevata rispetto agli altri esistenti. Significa forse che la pubblicità e la
televisone hanno appiattito le fuzioni celebrali dell'uomo. Forse il benessere spinge al
disinteresse e si vota sull'onda dell'emozione senza riflessione, soltanto per mero
esercizio, dimenticanto che questo atto è l'espressione della libertà democratica di un
paese.
Mi piacerebbe conoscere la sua opinione su questi argomenti.
Caro Baiardelli,
la sento molto in sintonia con le tesi apocalittiche sul ruolo della
tv. Non saprei se le cause di quello che considero un errore, il voto alla lista Bonino,
stiano nella tv. Certo i suoi dubbi sembrano tirati fuori pari pari dal bel libro di
Giovanni Sartori, Homo videns, pubblicato adesso da Laterza in una nuova edizione. Lo
conosce? Se non l'ha ancora letto si divertira'.
Cordialmente
Giancarlo Bosetti
From: " Anna Maria Lepore"
qapar@tin.it
Subject: Bonino
Date: Sat, 19 Jun 1999 22:56:59 +0200
A quanto ha giustamente scritto Bosetti si può aggiungere che chi ha
votato Bonino ha, oltre tutto la memoria corta. La signora in questione ha sposato
fino ad oggi ogni tipo di causa. Una fra le tante: Cicciolina deputato. Tanta disinvoltura
lascia un po' perplessi ed è un motivo in più per temere la riffa che verrà indetta per
quel 9% di voti da far scivolare di qua o di là. Non ho votato Bonino, anzi non ho
votato. Non amo la politica spettacolo e coloro che l'hanno lanciata.
Anna Maria Lepore
Date: Sat, 19 Jun 1999 16:05:58 -0500
From: Dimitri Diano <diano1@pdq.net
MIME-Version: 1.0
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Bonino
Ottimo l'articolo che rispecchia la situazione di molti elettori,
purtroppo, con le idee molto confuse. Cosa crede che da questa parte dell'oceano le
cose sono tanto diverse? Il mondo mi pare sia uguale da tutte le parti. Forse si potrebbe
risolvere i tanti problemi di rappresentanza politica in Italia se ci fosse una legge che
mettesse un limite minimo di voti per essere eletti.
Cordialita'
Dimitri Diano
Houston Texas
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