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Elezioni in Sudafrica: i giornali le dimenticano, la Rete no

Alessandro Lanni



Il 2 giugno 1999 non sarà ricordato solo come il cinquantatreesimo anniversario della nostra repubblica. Qualche parallelo al di sotto di Roma infatti, nello stesso giorno, sarà celebrata la festa di un'altra democrazia, soltanto un po' più giovane. Un insolito mercoledì farà da cornice alla seconda tornata di libere elezioni in Sud Africa. E questo sarebbe di per sé un fatto già degno di una certa attenzione. Se poi si considera che il 2 giugno sarà anche l'ultimo giorno di Nelson Mandela presidente del Sud Africa la portata dell'evento aumenta e non di poco.

Eppure, sorprendentemente, di tutto questo i giornali di casa nostra ancora non parlano. Sarà perché il Sud Africa sta diventando un paese normale - come dice Jean-Claude Boksenbaum di France Presse - e il momento delle elezioni è solo un passaggio abituale della vita democratica. O sarà perché le funeste vicende della guerra in Jugoslavia distraggono i media nostrani. Fatto sta che ricevere una qualche informazione dai mass media intorno al paese in cui fino a pochi anni fa vigeva il regime dell'apartheid è ancora praticamente impossibile.

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L'unica via, almeno per ora, per sanare questo deficit d'informazione è quella di accendere il pc e iniziare a navigare per la rete. Sono sufficienti così pochi minuti per scoprire le decine di siti che garantiscono notizie aggiornate quotidianamente sulle prime elezioni dell'era post-Mandela.

Il sito ufficiale del governo in carica  è uno strumento utile per cominciare. Innanzitutto contiene i dati delle prime elezioni democratiche, quelle dell'aprile del 1994. L'African National Congress, il partito di Mandela, raccolse cinque anni fa un plebiscitario 62,6% di voti, che gli valse 252 rappresentanti e la maggioranza assoluta nell'Assemblea Nazionale. Nonostante ciò, in vista di una difficile operazione di riconciliazione nazionale, a formare il primo governo della nuova Repubblica sudafricana, concorsero almeno inizialmente, tutte le componenti elette in parlamento. Così, seduti gli uni accanto agli altri, hanno convissuto nell'esecutivo gli eredi del vecchio sistema segregazionista e coloro che quel sistema avevano abbattuto. Il National Party, il partito della minoranza bianca (uscito dal governo nel giugno '96), raggiunse un dignitoso 20,3% di voti - pari a 82 parlamentari - che gli assicurò il secondo posto. Con il 10,5% dei voti seguiva l'Inkatha Freedom Party, il partito dell'attuale ministro degli Interni Mangosuthu Buthelezi.

Dal sito del governo è possibile raggiungere anche la pagina dell'Indipendent Electoral Commision . Un'istituzione permanente che si occupa di garantire la trasparenza e la libertà delle elezioni.

Il bel sito dell'Anc  punta molto, ovviamente, sul candidato alla successione di Mandela. Di Thabo Mbeki, leader del partito dal 1997 e ex delfino del presidente, c'è una lunga biografia, una galleria di foto e una raccolta di discorsi pubblici dal 1964 a oggi. Allo stesso indirizzo si può trovare anche il manifesto programmatico del partito e una rassegna stampa aggiornata quotidianamente.

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Troppe tasse e pochi posti di lavoro. Hanno un sapore familiare le critiche rivolte al governo in carica dal New National Party che fu di De Klerk all'indirizzo ufficiale http://www.natweb.co.za/. Nello stesso sito è presente una lunga rassegna dei poster elettorali (in inglese e in afrikaan) del partito che fu di De Klerk, molti dei quali giocano con la sigla del partito di Mandela e Mbeki: "Incompetence... for istANCe" oppure "arrogANCe" o ancora "dANCe to their tune?".

Due formazioni rappresentate nel parlamento uscito dalle elezioni del 1994 puntano molto sul distacco dal Sud Africa e sulla formazione di nuovi stati etnicamente connotati. A una "casa degli Afrikaner" sulle rive del fiume Orange e alla formazione di regioni autonome a alta concentrazione di bianchi aspira il Vryheidsfront-Freedom Front , partito che nelle precedenti votazioni aveva ottenuto nove deputati. Il significativo slogan di quest'anno è: "History is on our side.... Science is on our side.... Victory is inevitable!"

E' invece nella regione del Kwazulu-Natal che l'Inkatha Freedom Party aspirerebbe a costituire il suo staterello. Sebbene sia ancora al governo con l'Anc, il partito di Buthelezi non ne condivide l'opzione centralista ed è anch'esso alla ricerca di una terra dove far sorgere una nuova nazione indipendente che rinverdisca i fasti degli antichi regni zulu.

Un altro mezzo per superare il silenzio dei nostri media è quello costituito dalle pagine on line dei quotidiani e dei settimanali sudafricani. Collegandosi direttamente tanto al Daily Mail & Guardian   quanto al Sunday Times  si possono trovare vaste sezioni interamente dedicate alle elezioni '99.

 

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