Lei, Commesse, non lo
voleva proprio fare. Un po' perche' e' pigra di natura, e aveva appena portato a termine
una massacrante tournee teatrale: cinque mesi di rappresentazioni della commedia Manola,
scritta da Margaret Mazzantini e diretta dal marito di Margaret, Sergio Castellitto. Un
po' perche' Nancy Brilli e' una che va conquistata con la perseveranza: lo sa bene Sabrina
Ferilli, che per convincerla a interpretare il ruolo di Roberta in Commesse al fianco
della sua Marta, ha dovuto tempestarla di telefonate ("Ogni mercoledi' ti chiamero'
per chiederti la stessa cosa!"), e lo sa anche suo marito, Luca Manfredi, che ha
dovuto corteggiarla assiduamente per mesi prima di farla capitolare (si sono sposati
l'anno scorso).
Ma a convincerla che Commesse valeva l'impegno di cinque mesi e mezzo
"blindata a Cinecitta'" e' stata soprattutto la sceneggiatura firmata da Laura
Toscano e Franco Marotta: "Una storia di persone normali che davanti alle difficolta'
non si danno per vinte. E' questa la cosa che mi e' piaciuta di piu' di Commesse in
generale e del mio personaggio in particolare. Io alla speranza ci voglio credere, ed
evidentemente ci vuole credere anche il pubblico. Perche' se ci tolgono pure quella siamo
davvero finiti".

Adesso, alla luce dei 12 milioni di spettatori ottenuti dal gran finale
della serie televisiva e del successo personale del personaggio di Roberta, la commessa
"col caratteraccio", Nancy Brilli si dichiara soddisfatta della sua scelta
"sofferta". Non abbastanza, pero', da acconsentire a riprendere il suo ruolo nel
seguito del serial, al quale hanno gia' detto di si' la RAI e il team creativo degli
sceneggiatori e dal regista Giorgio Capitani. A convincerla probabilmente ci penseranno la
Ferilli e Veronica Pivetti, che hanno invece confermato entusasticamente la loro
partecipazione a una delle fiction piu' seguite della storia della televisione italiana.
Come spiega il successo di Commesse?
E' un buon prodotto, con una buona storia che racconta una realta'
fatta di disavventure quotidiane. Naturalmente e' una fiction, non un documentario, quindi
la realta' appare un po' piu' bella di quella vera. Pero' i temi sono stati
affrontati in modo realistico e non melenso, anzi, con una buona dose
di ironia, il che secondo me ha salvato il serial dalla banalita'. E anche se c'erano le
rose e i violini, la storia non e' mai scaduta al livello del romanzetto rosa.
Qualcuno ha parlato di tempismo perfetto.
Si, evidentemente quella di Commesse era una storia al passo coi tempi.
Quasi dieci anni fa sono stata protagonista di un'altra fiction televisiva scritta da
Toscano e Marotta e diretta da Giorgio Capitani, Un cane sciolto, con Sergio Castellitto.
Era uno dei primi serial all'italiana a parlare di attualita' con una misura di
leggerezza, senza cioe' il pathos drammatico della Piovra, per fare un esempio. Ma,
nonostante avesse avuto un discreto successo, Cane sciolto era troppo in anticipo sui
tempi: ad esempio preannunciava la figura del giudice eroe, prima di Tangentopoli e di Di
Pietro. Commesse, invece, e' arrivato esattamente al momento giusto, per questo il
pubblico ne ha colto ogni sfumatura e si e' identificato fortemente con tutti i
personaggi.
Come spiega il successo di Roberta, in particolare?
Col fatto che Roberta fosse fondamentalmente una povera disgraziata,
una a cui ne erano capitate di tutte. Ma come tutti i personaggi di Commesse, anche
Roberta partiva in un modo e poi si trasformava completamente. All'inizio viveva un amore
sbagliato, si illudeva, perdeva tempo con uno che le concedeva solo i ritagli. Ma per
fortuna la vedevamo da subito in fase di riscatto: non una vittima, dunque, ma una che,
quando tutto sembrava andare a rotoli, ha preso il coraggio a quattro mani e alla fine ha
risolto la situazione anche per le altre.

Una storia di solidarieta' fra donne.
Commesse e' una storia di donne, non a caso l'unico personaggio
maschile importante e' un gay, cioe' un uomo con una sensibilita' femminile. Mi piace il
fatto che il serial abbia voluto esplorare le varie facce della femminilita', anche nelle
contraddizioni all'interno dei vari personaggi. Sono figure femminili coraggiose, che non
si lasciano abbattere dagli eventi -- tutte, compreso Romeo.
E' curioso che le Commesse siano trentenni, invece che ragazzine alla
prima esperienza lavorativa.
Anche questo e' uno specchio dei tempi. La vita si e' allungata di
minimo dieci anni, la permanenza dei trentenni in casa, come capita al personaggio di
Fiorenza in Commesse, e' un fenomeno dilagante, vuoi per la difficolta' di trovare lavoro,
vuoi per immaturita', vuoi per voglia di coccole. Oggi ci sono trentenni che sembrano
teenager. Io stessa sento che, quando parlano di me, mi definiscono una ragazza giovane. E
invece ho 35 anni, non sono una ragazza, al massimo una donna giovane. E ci sono volte che
mi sembra di avere addosso mille anni.
Perche' Laura Toscano ha scelto proprio lei per il ruolo di Roberta?
Perche' mi conosce bene, e sa che Roberta rientrava nelle mie corde di
attrice: saro' anche estroversa e divertente, ma il lato sofferto e combattutto ce l'ho,
quindi sono in grado di "renderlo" bene sullo schermo. Pero' ho voluto anche
regalare a Roberta un po' della mia "buffezza": sulla carta, era una figura
molto piu' drammatica. Del resto ce l'hanno insegnato i maestri della commedia
all'italiana: non c'e' tragedia senza commedia e viceversa.
Come e' andata con le altre attrici sul set di Commesse?
Benissimo, anzi, la possibilita' di lavorare con Sabrina e Veronica e'
uno dei motivi per cui ho accettato di partecipare al serial. E' un po' come giocare a
tennis: se il tuo avversario e' una schiappa ti annoi da morire, se e' bravo e' tutto un
altro vivere. Quando lavori con attori in gamba viene fuori un concertato meraviglioso, si
sente proprio il piacere di recitare insieme. E a me recitare piace moltissimo, e' proprio
una goduria completa.
Come reagisce la gente quando ti incontra poer strada dopo Commesse?
La popolarita' l'avevo gia' raggiunta con il personaggio della
commissaria di Cane sciolto, i grandi numeri li avevo gia' fatti due anni fa con la dea
bendata dela Lotteria Italia: in quel ruolo mi avevano vista pure i sassi, ero diventata
una specie di soprammobile del soggiorno. Adesso mi fermano per strada e mi chiamano la
"commessa volitiva".
I tuoi prossimi impegni?
Innanzitutto dormire tutta l'estate: dopo il tour de force di Commesse
ho iniziato a lavorare al nuovo film diretto da mio marito, Meglio tardi che mai, che per
fortuna dovrebbe terminare fra poco le riprese. Poi in autunno portero' in teatro Blue
room, il testo di David Hare tratto dal "Girotondo" di Schnitzler che Nicole
Kidman ha interpretato a Londra. L'argomento e' scabroso, perche' parla di sesso
dall'inizio alla fine, come tentativo di comunicazione fra gente che non riesce piu' a
parlarsi.
Ci vuole un certo coraggio...
Non e' quello che mi manca. A me, come alla Roberta di Commesse.