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Brilli: "E' stato divertentissimo, ma l'anno prossimo..."

Nancy Brilli intervistata da Paola Casella


Lei, Commesse, non lo voleva proprio fare. Un po' perche' e' pigra di natura, e aveva appena portato a termine una massacrante tournee teatrale: cinque mesi di rappresentazioni della commedia Manola, scritta da Margaret Mazzantini e diretta dal marito di Margaret, Sergio Castellitto. Un po' perche' Nancy Brilli e' una che va conquistata con la perseveranza: lo sa bene Sabrina Ferilli, che per convincerla a interpretare il ruolo di Roberta in Commesse al fianco della sua Marta, ha dovuto tempestarla di telefonate ("Ogni mercoledi' ti chiamero' per chiederti la stessa cosa!"), e lo sa anche suo marito, Luca Manfredi, che ha dovuto corteggiarla assiduamente per mesi prima di farla capitolare (si sono sposati l'anno scorso).

Ma a convincerla che Commesse valeva l'impegno di cinque mesi e mezzo "blindata a Cinecitta'" e' stata soprattutto la sceneggiatura firmata da Laura Toscano e Franco Marotta: "Una storia di persone normali che davanti alle difficolta' non si danno per vinte. E' questa la cosa che mi e' piaciuta di piu' di Commesse in generale e del mio personaggio in particolare. Io alla speranza ci voglio credere, ed evidentemente ci vuole credere anche il pubblico. Perche' se ci tolgono pure quella siamo davvero finiti".

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Adesso, alla luce dei 12 milioni di spettatori ottenuti dal gran finale della serie televisiva e del successo personale del personaggio di Roberta, la commessa "col caratteraccio", Nancy Brilli si dichiara soddisfatta della sua scelta "sofferta". Non abbastanza, pero', da acconsentire a riprendere il suo ruolo nel seguito del serial, al quale hanno gia' detto di si' la RAI e il team creativo degli sceneggiatori e dal regista Giorgio Capitani. A convincerla probabilmente ci penseranno la Ferilli e Veronica Pivetti, che hanno invece confermato entusasticamente la loro partecipazione a una delle fiction piu' seguite della storia della televisione italiana.

 

Come spiega il successo di Commesse?

E' un buon prodotto, con una buona storia che racconta una realta' fatta di disavventure quotidiane. Naturalmente e' una fiction, non un documentario, quindi la realta' appare un po' piu' bella di quella vera. Pero' i temi sono stati

affrontati in modo realistico e non melenso, anzi, con una buona dose di ironia, il che secondo me ha salvato il serial dalla banalita'. E anche se c'erano le rose e i violini, la storia non e' mai scaduta al livello del romanzetto rosa.

 

Qualcuno ha parlato di tempismo perfetto.

Si, evidentemente quella di Commesse era una storia al passo coi tempi. Quasi dieci anni fa sono stata protagonista di un'altra fiction televisiva scritta da Toscano e Marotta e diretta da Giorgio Capitani, Un cane sciolto, con Sergio Castellitto. Era uno dei primi serial all'italiana a parlare di attualita' con una misura di leggerezza, senza cioe' il pathos drammatico della Piovra, per fare un esempio. Ma, nonostante avesse avuto un discreto successo, Cane sciolto era troppo in anticipo sui tempi: ad esempio preannunciava la figura del giudice eroe, prima di Tangentopoli e di Di Pietro. Commesse, invece, e' arrivato esattamente al momento giusto, per questo il pubblico ne ha colto ogni sfumatura e si e' identificato fortemente con tutti i personaggi.

 

Come spiega il successo di Roberta, in particolare?

Col fatto che Roberta fosse fondamentalmente una povera disgraziata, una a cui ne erano capitate di tutte. Ma come tutti i personaggi di Commesse, anche Roberta partiva in un modo e poi si trasformava completamente. All'inizio viveva un amore sbagliato, si illudeva, perdeva tempo con uno che le concedeva solo i ritagli. Ma per fortuna la vedevamo da subito in fase di riscatto: non una vittima, dunque, ma una che, quando tutto sembrava andare a rotoli, ha preso il coraggio a quattro mani e alla fine ha risolto la situazione anche per le altre.

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Una storia di solidarieta' fra donne.

Commesse e' una storia di donne, non a caso l'unico personaggio maschile importante e' un gay, cioe' un uomo con una sensibilita' femminile. Mi piace il fatto che il serial abbia voluto esplorare le varie facce della femminilita', anche nelle contraddizioni all'interno dei vari personaggi. Sono figure femminili coraggiose, che non si lasciano abbattere dagli eventi -- tutte, compreso Romeo.

 

E' curioso che le Commesse siano trentenni, invece che ragazzine alla prima esperienza lavorativa.

Anche questo e' uno specchio dei tempi. La vita si e' allungata di minimo dieci anni, la permanenza dei trentenni in casa, come capita al personaggio di Fiorenza in Commesse, e' un fenomeno dilagante, vuoi per la difficolta' di trovare lavoro, vuoi per immaturita', vuoi per voglia di coccole. Oggi ci sono trentenni che sembrano teenager. Io stessa sento che, quando parlano di me, mi definiscono una ragazza giovane. E invece ho 35 anni, non sono una ragazza, al massimo una donna giovane. E ci sono volte che mi sembra di avere addosso mille anni.

 

Perche' Laura Toscano ha scelto proprio lei per il ruolo di Roberta?

Perche' mi conosce bene, e sa che Roberta rientrava nelle mie corde di attrice: saro' anche estroversa e divertente, ma il lato sofferto e combattutto ce l'ho, quindi sono in grado di "renderlo" bene sullo schermo. Pero' ho voluto anche regalare a Roberta un po' della mia "buffezza": sulla carta, era una figura molto piu' drammatica. Del resto ce l'hanno insegnato i maestri della commedia all'italiana: non c'e' tragedia senza commedia e viceversa.

 

Come e' andata con le altre attrici sul set di Commesse?

Benissimo, anzi, la possibilita' di lavorare con Sabrina e Veronica e' uno dei motivi per cui ho accettato di partecipare al serial. E' un po' come giocare a tennis: se il tuo avversario e' una schiappa ti annoi da morire, se e' bravo e' tutto un altro vivere. Quando lavori con attori in gamba viene fuori un concertato meraviglioso, si sente proprio il piacere di recitare insieme. E a me recitare piace moltissimo, e' proprio una goduria completa.

 

Come reagisce la gente quando ti incontra poer strada dopo Commesse?

La popolarita' l'avevo gia' raggiunta con il personaggio della commissaria di Cane sciolto, i grandi numeri li avevo gia' fatti due anni fa con la dea bendata dela Lotteria Italia: in quel ruolo mi avevano vista pure i sassi, ero diventata una specie di soprammobile del soggiorno. Adesso mi fermano per strada e mi chiamano la "commessa volitiva".

 

I tuoi prossimi impegni?

Innanzitutto dormire tutta l'estate: dopo il tour de force di Commesse ho iniziato a lavorare al nuovo film diretto da mio marito, Meglio tardi che mai, che per fortuna dovrebbe terminare fra poco le riprese. Poi in autunno portero' in teatro Blue room, il testo di David Hare tratto dal "Girotondo" di Schnitzler che Nicole Kidman ha interpretato a Londra. L'argomento e' scabroso, perche' parla di sesso dall'inizio alla fine, come tentativo di comunicazione fra gente che non riesce piu' a parlarsi.

 

Ci vuole un certo coraggio...

Non e' quello che mi manca. A me, come alla Roberta di Commesse.

 

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