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Eureka! La scienza va in Rete

Edoardo Buffoni

 

Per la comunita' scientifica internazionale e' una vera e propria rivoluzione. L'avvento di Internet sta trasformando in profondita' il modo in cui la ricerca viene divulgata, i canali attraverso i quali gli specialisti comunicano e diffondono agli altri il loro sapere. Biblioteche, club accademici, editoria specializzata: da due anni a questa parte la Rete sta velocemente conquistando un ruolo fondamentale nella comunicazione scientifica, a scapito dei vecchi sistemi di pubblicazione degli studi.

Il paese all'avanguardia e' la Danimarca. La biblioteca scientifica di Lyngby ha deciso recentemente di abolire tutto il materiale cartaceo, per diffondere documenti d'archivio e pubblicazioni unicamente online agli iscritti. Un passo che verra' a breve imitato da centinaia di biblioteche universitarie in tutto il mondo. Il vecchio modello di biblioteca sara' presto superato, man mano che editori e gestori di siti mettono in linea una quantita' di materiale specialistico crescente. Tuttavia a rischiare l'estinzione non sono solo scaffali, cataloghi e bibliotecari, ma anche l'editoria scientifica su carta. Gli elevati costi di produzione e la scarsa diffusione di migliaia di riviste e rivistine di settore sono sempre piu' evidenti, quando allo stesso tempo si puo' accedere a immense banche dati e a interi studi con un semplice click sul mouse.

Cio' che scomparira' sara' la funzione-base delle riviste scientifiche: diffondere ricerche. Di questo si occupera' la Rete. Restera' il ruolo di garante della qualita' per le testate prestigiose, e un valore aggiunto editoriale, utile ad orientarsi nella selva della ricerca. Tutto questo gia' accade per la fisica. Gli archivi digitali di Los Alamos sono il piu' grande archivio specialistico del mondo, per quasi tutte le branche della fisica, ed e' disponibile su Internet. Sono utilizzati da migliaia di ricercatori in tutto il mondo ogni giorno, e operano milioni di transazioni elettroniche al mese. Creatori, distributori, utenti della scienza: ruoli destinati ad incrociarsi, mutare, competere, nell'era del Web. L'intera industria editoriale accademica e' scossa nelle fondamenta.

Un fenomeno accelerato anche dai crescenti costi sostenuti dalle biblioteche universitarie nell'acquisto delle riviste, accusate di puntare a profitti eccessivi. Molte, nei cinque continenti, hanno dovuto tagliare abbonamenti, a scapito della qualita' del servizio per gli utenti. Le nuove riviste online, invece, costano molto meno, e consentono piu' abbonamenti.

Quattro anni fa, le testate scientifiche presenti sulla Rete erano 306. Con l'arrivo su Internet dei grandi editori, il numero e' salito oggi a diverse migliaia, in tutti i settori possibili immaginabili. Ma sulla Rete gli editori privati ora hanno un temibile concorrente: le associazioni no-profit accademiche. La tendenza che si afferma e' quella delle universita'-editrici, che offrono materiale a costi piu' bassi, e sotto il diretto controllo dei ricercatori. Michael Rosenzweig, ricercatore in Arizona, si e' dimesso dalla direzione di una rivista privata di biologia, insieme a tutto lo staff. Ora si e' alleato ad un'associazione no-profit per farne un'altra online, al terzo del prezzo. Altro sistema destinato a sparire e' quello del diritto di copyright sulle pubblicazioni, strettamente custodito dagli editori. I divieti stanno gia' allentando, molti ora permettono la pubblicazione di un lavoro anche in Rete. Alcune universita' gia' propongono agli autori di cedere loro i diritti, che poi vengono venduti alle riviste. In generale, per l'editoria scientifica il discorso e' analogo agli altri settori produttivi che vanno su Internet: gli oligopoli diventano instabili, le posizioni dominanti vengono distrutte nel giro di una notte, nuove teconologie e nuove vesti editoriali si avvicendano con grande velocita'. Probabilmente prevarra' il modello Amazon: pochi grandi editori in grado di gestire mega siti dai quali, con un click, si accede al testo completo di articoli e studi.

In questo scenario, proliferano gli 'intermediariî, i fornitori di servizi, quasi sempre inglesi o americani che gestiscono masse di informazioni e le mettono a disposizione attraverso un'interfaccia utente semplice. La Ovid Technologies, ad esempio, e' diventata leader nel settore delle biotecnologie, grazie a un sofisticato software di ricerca. Garantisce l'accesso a 300 riviste, ed e' stata acquistata dall'editore Wolters Kluver per 200 milioni di dollari. Ma non e' solo una questione di database. C'e' un boom anche dei siti costruiti su misura per le diverse comunita' scientifiche. Biomednet, per la biologia, ha 300mila utenti registrati, tra cui tremila biblioteche. I siti di questo tipo offrono un'atmosfera da club, con notizie, informazioni varie, elenchi di fornitori di apparecchiature e gruppi di discussione.

Tutto questo si chiama 'knowledge environmentî: un sistema connesso di informazioni specialistiche, un grande ipertesto composto da migliaia di riviste, articoli, autori, facilmente navigabile. Nella comunita' digitale degli scienziati, cambia anche il sistema della revisione dei lavori, cioe' l'analisi di uno studio fatta da un gruppo di colleghi, prima che questo sia pubblicato. E' un elemento fondamentale nel lavoro scientifico, e ogni studio che si rispetti vi si deve sottoporre. Ora, la revisione puo' avvenire online, con il dialogo tra specialisti attraverso il modem.

Alcuni lavori possono essere pubblicati in Rete prima della revisione, previo avvertimento dell'editore. La ricerca diventa piu' aperta, i ricercatori piu' informati, i tempi piu' brevi.


Link:
Biomednet http://www.biomednet.com/
Los Alamos Archives http://xxx.lanl.gov/
Ovid Technologies http://preview.ovid.com/



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