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Attualita'


A proposito di "Rinascita"

Il Direttore risponde

 

 


Egregio signor direttore,
forse sara’ sfuggito all’attenzione della Vostra redazione, cosi’ attenta alla stampa estera, e magari un po’ distratta quando sono in questione faccende di casa nostra. La rivista “La Rinascita della sinistra”, di Rifondazione comunista e compagni, critica con una durezza degna di altri tempi un pezzo di Beniamino Placido, uscito sulla Repubblica, in cui, se capisco bene, sosteneva che il Manifesto comunista e’ un romanzo popolare. Premesso che non ho letto quel pezzo di Placido, che pure trovo spesso cosi’ stimolante e divertente, Vi chiedo che cosa pensa di questa tesi. E sono curioso di sapere come la argomentava Beniamino Placido. Distinti saluti

Luigi Fiammenghi

Roma


Caro signor Fiammenghi,
mi sono documentato e la ringrazio moltissimo della segnalazione, che, come vedra’ in questo numero, mi ha suggerito di affrontare la questione con un articolo ed altro. Gli arretrati di Repubblica sono facilmente consultabili almeno fino a quindici giorni prima. Insieme agli articoli trovera’ i link per risalire al pezzo all’origine della polemica. Non abbiamo trovato invece in rete la rinata Rinascita. Ancora grazie
Giancarlo Bosetti

 



 

All'attenzione del direttore Giancarlo Bosetti,
L'interpretazione che Lei, nel suo ultimo editoriale, offre di " Alba Bugiarda" non e' affatto corretta. Gray non parte dalla constatazione di una generica confusione dei partiti politici europei, ma dai presupposti teorici di Polany. Quello che ne emerge e'l'utopia del libero mercato autoregolamentato, velleitario ideale sostenuto, oramai, dalla sola America.Di esso , Gray ricostrusce i precedenti storici, demitizzandone l'assolutezza politica . All'occhio dello studioso non sfugge la varieta' del mondo attuale. Non un capitalismo, ma piu' capitalismi, cui si associa la proposta filosofica di uscita dall'Illuminismo ( Marx e Smith ci stanno dentro insieme) in favore del recupero di Herder. L'interesse di Gray sta negli spunti critici al mito del libero mercato. Ci sarebbe piaciuto che Lei avesse messo in evidenza tale aspetto. Ma si sa, giornalismo e cultura fanno a pugni.
Auguri!
Stefania Pavone




Cara signora Pavone,
La ringrazio dell'attenzione, anche se severamente critica. Ho utilizzato gli spunti di Gray relativi alla politica europea, senza certo nascondere le responsabilita' dell'utopia del mercato globale. Non ho insistito su questo aspetto (ma non l'ho neanche taciuto) forse perche' troppo chiaro fin dal titolo del libro. Critica per critica, mi lasci dire che accorgersi che il testo di Gray e' un attacco agli apologeti della globalizzazione non e' scoperta che richieda grandissimi approfondimenti e particolari talenti. Basta la copertina. E in ogni caso ne ero al corrente, avendone parlato con lo stesso Gray qualche giorno prima. Lo potra' constatare dall'intervista, che gli ho fatto e che e' apparsa sull'Unita'. Qui l'illustre professore della London School of Economics ritorna sui temi a lei cari. La sua lettera mi ha suggerito l'opportunita' di ripubblicarla qui. La trovera' online la prossima settimana assieme a un capitolo di "Alba bugiarda", il libro di cui stiamo parlando. Sui rapporti tra giornalismo e cultura speriamo di smentirla. Almeno noi di Caffe' Europa. Non ci perda di vista. E auguri anche a lei

Giancarlo Bosetti


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