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Da: Gerardo Marletto <marletto@federtrasporto.it
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Data: Venerdì, 5 gennaio 2001 3:44
Oggetto: Su Bosetti con Beck



Caro Bosetti,

dopo aver letto Giddens ed aver scoperto grazie a Caffè Europa i lavori di Beck mi sono convinto che la “terza via” non sia altro che un’ideologia di destra.

Provo a spiegarmi. Ho passato qualche anno a fare ricerca sociale ed ho scoperto le seguenti cose:
1. la sociologia quando rappresenta i processi sociali come eventi “naturali” opera una vera e propria azione di mistificazione della realtà; i processi sociali non sono infatti mai naturali, ma dipendono dall’azione dei soggetti sociali
2. i soggetti sociali non sono però tutti uguali: alcuni sono più potenti, altri meno; alcuni hanno più strumenti per condizionare i processi sociali, altri meno
3. i soggetti sociali cercano di condizionare i processi sociali, non soltanto con azioni concrete di carattere politico ed economico, ma anche utilizzando le armi dell’ideologia e della egemonia culturale
4. un’arma ideologica efficacissima nelle mani dei soggetti sociali più potenti è proprio l’uso mistificatorio della sociologia come rappresentazione “naturale” dei processi (che diventano infatti tanto più “naturali”, quanto più legati agli interessi dei potenti)

Con la consapevolezza di questi fatti - che io ho volutamente banalizzato, ma nella realtà sono molto più sottili e sfuggenti - ho riflettuto su quanto sostengono i teorici della “terza via” e mi sono posto alcuni quesiti:
- ma è proprio vero che la crescente incertezza dei lavoratori sia un corollario necessario della new economy?
- ma è proprio vero che l’ingovernabilità delle oscillazioni economiche e dell’inquinamento ambientale sia un prezzo da pagare alla globalizzazione?
- ma è proprio vero che siano la flessibilità, il rischio e l’incertezza a rendere produzione e riproduzione inconciliabili?

La mia risposta è no, tre volte no! Tutti questi processi sono infatti governabili in modo diverso da quanto sta accadendo. Sono governabili restituendo centralità alla politica ed alla possibilità di bilanciare la forza non democratica dei potenti con la forza democratica di tutti gli altri. Sono cioè governabili con una politica di sinistra.

Governare questi processi non è neanche una cosa tanto difficile dal punto di vista concettuale:
- la new economy può funzionare anche estendendo le garanzie: dal salario e dall’orario alla conoscenza e dal lavoro dipendente a quello autonomo di “seconda generazione” (chi dice di no lo fa solo perchè vuole avere libertà di manovra con la forza-lavoro)
- la globalizzazione delle dinamiche economiche ed ambientali va governata con istituzioni democratiche globali (qualcosa del genere fu proposto da Keynes in passato ed è proposto oggi da Tobin)
- la conciliazione tra produzione e riproduzione è possibile con un nuovo welfare che metta in campo nuovi strumenti di facilitazione per chi vuole “metter su famiglia e fare figli” (siamo ricchi e ce lo possiamo tranquillamente permettere).

Certo mettere concretamente in atto l’azione di governo è tutt’altra cosa: ci vuole fantasia nell’immaginare nuovi strumenti, ci vuole pazienza e determinazione per spiegarli ai cittadini, ci vuole forza e coerenza politica per realizzarli. Ci è d’aiuto in tutto ciò la “terza via” di Giddens e soci? Direi proprio di no.

Al contrario ritengo che la “terza via” sia particolarmente pericolosa. Essa infatti si propone come ammodernamento dell’ideologia e della pratica politica della sinistra, ma in realtà:
- preferisce limitarsi a tratteggiare l’immagine di una società di individui soli e “rischiosamente” in balia degli eventi (e non esamina il peso e l’evoluzione proprio dei soggetti sociali che guidano i processi di innovazione tecnologico-economica e di globalizzazione ed i connessi rischi)
- si dimentica persino di studiare l’evoluzione delle istituzioni e della democrazia (che sono anch’essi “oggetti” socialmente determinati e che - per quelli di sinistra - servono proprio a ribilanciare la differenza di potere tra i soggetti sociali).

Ecco perchè ritengo che la “terza via” sia un’ideologia di destra. Perchè ai potenti resta il potere (quello non democraticamente fondato) e a noi tutti ci resta l’alternativa tra trastullarci con qualche nuovo gadget elettronico, angosciarci per la criminalità (se siamo di destra) o per l’inquinamento (se siamo di sinistra) e riscoprire la nostra dimensione sociale con il volontariato o con l’associazionismo culturale.

Se così è, sono pronto a scommettere qualsiasi somma che - da sinistra - i processi di innovazione e globalizzazione continueranno a non essere governati.

Un caro saluto
Gerardo Marletto
Centro Studi Federtrasporto
tel: +39 06 4440169
fax: +39 06 4440514


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