I
lettori scrivono
Da: Arnaldo Vicentini <arnvic@tiscalinet.it>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Venerdì, 15 dicembre 2000 16:06
Oggetto: Intervista a J. Habermas (con le foto del lettore)
Spettabile Caffè Europa,
ho apprezzato moltissimo l'intervista di Giancarlo Bosetti a Jürgen
Habermas; e non solo per il fatto che l'argomento - Unione Federale:
sì o no? - casca a pennello sugli infimi risultati di Nizza, ma
soprattutto perché è il segno di quanto opportuno sia che l'Unione
Europea parta subito e di gran carriera verso quella svolta federale
co la quale soltanto potrà affrontare la sfida dell'allargamento
senza rischiare la paralisi -cui altrimenti la condanna il metodo
intergovernativo- e allontanare lo spettro della probabile sua stessa
dissoluzione. Habermas, infatti è molto più noto per il suo
interesse al comunitarismo e alla dinamica dei problemi sociali
piuttosto che al federalismo hamiltoniano. Ma le risposte di Habermas
alle domande di Bosetti rendono chiaramente l'idea di quanto
artificiosa sia la separazione delle due sfere. Per esempio:
«...gli Stati membri europei possono rinunciare ad una loro ulteriore
unione politica solo se vogliono votarsi a lungo termine al paradigma
neoliberista del regime economico che oggi regna in tutto il mondo.
Oggi osserviamo l’abdicazione della politica nei confronti degli
imperativi di un’economia transnazionale lasciata libera di fare il
suo corso.. Ma questo è il risultato di decisioni politiche, e dunque
non si tratta di un processo che non possa essere capovolto...»
Habermas non usa mezzi termini, ma si schiera decisamente:
«Condivido l’opinione di Fischer, poiché è la sola opinione
realistica. Una Federazione Europea, che non consista solo di Stati,
ma che assuma essa stessa alcune caratteristiche di uno Stato - che,
ad esempio, mediante una propria riscossione delle imposte, diventi
finanziariamente autonoma - è una conseguenza dell’unione
economica, voluta a livello politico ed ormai completata».
Su un solo punto mi permetto di contraddire Habermas: quello di
ritenere i media italiani all'altezza del bisogno di informazione
(annoverando assieme e senza distinzioni "La Repubblica, Le
Monde, Frankfurter Allgemeine Zeitung e El Pais"). Mi risulta,
infatti, che l'intera "grande stampa" italiana -La
Repubblica, Il Corriere, La Stampa, ecc.- e la stessa TV hanno
deliberatamente ignorato la civile manifestazione di 10.000 europei
giunti a Nizza da almeno venti stati diversi per chiedere civilmente
Democrazia europea e Costituzione federale, e hanno invece dato spazio
solamente ai disordini di alcune centinaia di facinorosi; e persino
inquinando anche quelle notizie con larvati riferimenti dolosamente
equivoci o falsi (come il menzionare Cohn-Bendit alla testa dei
manifestanti nelle didascalie di foto di disordini e il riferire
nell'ambito della cronaca dei tafferugli di partecipazione di "ultras
federalisti").
Accludo due immagini della manifestazione, svoltasi
"festosamente" (Le Monde) tra gli applausi dei nizzardi -da
marciapiedi e balconi-, per rendere comprensibile lo stridore tra ciò
che è stata quella esperienza davvero europea -io ero là!- e
l'errata opinione -diffusa dai media- d'una Nizza nel ciclone di una
specie di Intifada.
Scusandomi per questo sfogo finale e ribadendo l'apprezzamento
dell'intervista che Caffè Europa ha realizzato e resa di pubblico
dominio, vogliate accettare i miei migliori saluti ed auguri.
ing. Arnaldo Vicentini - (Verona)
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