I
lettori scrivono
Da: "Gianfranco Roncarolo" <groncar@tin.it>
Risposta: "Gianfranco Roncarolo" <groncar@tin.it>
Data: Fri, 17 Nov 2000 13:53:16 +0800
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Oggetto: Sinistra e Paese
Mi chiamo Gianfranco Roncarolo e sono insegnante di sociologia e
psicologia alle Superiori a Genova. Vorrei dire la mia sulla frattura
che si registra, nel paese, tra la sinistra ed il suo stesso
elettorato, quella che una volta era la sua base sociale. Sui
cambiamenti delle generazioni e del lavoro non scrivo nulla oltre a
quanto è ormai luogo comune. Vorrei dire qualcosa che però non leggo
da nessuna parte, forse perché non è di sinistra, o non ancora.
Penso che la rifondazione che succederà alla probabile sconfitta
elettorale (o a maggior ragione alla difficile eventuale vittoria)
dovrà partire dalla definizione di un nuovo patto tra Stato e
cittadino. Prima che la destra se ne impadronisca, dovrebbe essere la
sinistra a definire cosa debbe essere la funzione dello stato:
garantire servizi di pari livello, se non di migliore, rispetto ai
privati. Il patto non scritto con i dipendenti pubblici (lavoro non
controllato in cambio di assenza politica, o almeno non belligeranza
con il governo) dovrebbe essere riscritto su un terreno diverso da
quello sindacale, bensì politico.
Si tratta di un programma impopolare (bisogna fare lavorare seriamente
i dipendenti pubblici, in primis gli insegnanti, e sottoporli a
controlli e monitoraggi di rendimento), come lo sarebbe, per esempio,
creare un codice della strada severo ed intransigente o dichiarare
guerra all'abusivismo con obiettivi minimi di abbattimento entro i
primi cento giorni, ma rimane l'unica strada di qualità attraverso
cui non solo ripensare i passi per una futura affermazione elettorale,
ma soprattutto per rifondare su basi solide una vincente (ed attuale)
concezione dello stato e della cittadinanza.
Inseguire, come si fa ora, la "nuova società" ed i vecchi e
consolidati corporativismi alla lunga non paga, nonostante la parola
d'ordine vincente di qualche tempo fa (la concertazione), già
divenuta insopportabile da digerire quando si vede chi sta a fianco
tutti i giorni e non fa il suo dovere nel lavoro, protetto e garantito
sindacalmente.
Risponde il Direttore, Giancarlo Bosetti:
Caro signor Roncarolo,
complimenti per la chiarezza di idee. Credo che si debba fare proprio
quello che dice lei. E già! Come mai per farlo sia necessario passare
da una sconfitta è un mistero che iscriviamo nel capitolo della
insondabilità della politica.
Badi però che non è detto che una sconfitta sia sia sufficiente. Se
qualcuno dei dirigenti del centrosinistra fosse capace di tutto quello
che dice lei, lo sarebbe anche prima di una sconfitta. E dunque
potrebbe risparmiarcela. Se non è capace, non sarà capace neanche
dopo. E dunque la sconfitta del centrosinistra non avrebbe neanche il
vantaggio di farlo migliorare. Quindi se qualcuno ce la evitasse,
farebbe opera utile.
Cordiali saluti
Giancarlo Bosetti
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