I
lettori scrivono
Da: Silvia Antonucci <MF1156@Mclink.it>
Risposta: MF1156@Mclink.it
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Venerdì, 17 novembre 2000 3:14
Oggetto: I mass media e Israele
E' davvero triste vedere come, per quanto riguarda la situazione di
Israele, certi schemi mentali si ripetano a discapito di ogni logica e
ragionevolezza. E così accade che la didascalia di una foto che
ritrae un soldato israeliano ed un ebreo americano pestato a sangue
dai palestinesi diventi "un soldato israeliano che ha appena
picchiato un palestinese" (vedi la foto dell'Associated Press
pubblicata dal New York Times e dal Boston Globe).
E così accade che qualsiasi palestinese ucciso, risulta essere ucciso
dagli israeliani, sebbene si stia svolgendo uno scontro armato con
proiettili provenienti sia da parte israeliana che palestinese e
quindi non sia proprio possibile stabilire all‚istante di chi sia l‚arma
che ha sparato il colpo mortale (vedi l'uccisione del bambino
palestinese Rami al-Dourra ripresa dalla televisione).
E poi accade che nei titoli di giornale appare sempre lo sdegno
(giustissimo) per l'uccisione di bambini palestinesi, dimenticandosi
però di dire che non sono stati gli israeliani a mettere in prima
fila dei bambini durante gli scontri.
Ed ancora accade che i palestinesi si affannano tanto ad affermare che
Israele non tutela la libertà di visita ai luoghi sacri alle tre
religioni monoteiste (la "Legge israeliana sulla protezione dei
luoghi santi" del 1967 leva ogni dubbio sulla completa libertà
di accesso ai luoghi santi per tutti i fedeli) e poi quando un
Ministro israeliano vuole visitare uno di questi luoghi (in questo
caso la spianata del Tempio dove ora sorgono le due Moschee), i
palestinesi affermano che non aveva il diritto di andarci, e nessuno
sembra accorgersi che sono proprio i palestinesi ad impedire l‚accesso
libero ai luoghi santi. E poi accade che in molti racconti dei
giornali sembra che solo gli israeliani usino le armi e nessuno pare
accorgersi che in realtà la polizia di Arafat, praticamente il suo
esercito, usa armi da fuoco contro gli israeliani.
E poi sembra che sia sempre colpa di Israele se ci sono scontri con i
palestinesi, e molti giornali "dimenticano" di informare i
propri lettori che nelle ultime settimane sono stati gli stessi
palestinesi a causare continue provocazioni nei confronti degli
israeliani e che il fatto che Sharon sia andato sulla spianata delle
Moschee è stata solo la scusa - offerta su un piatto d‚argento -
per causare scontri preparati da tempo.
Dunque, leggendo molti i mass media italiani, sembra che Israele sia
dalla parte del torto se mette in atto il sacrosanto (per gli altri!)
diritto di autodifesa e si difende da lanci di pietre che uccidono e
dalle armi della polizia palestinese.
E poi sembra che nessuno si accorga come tutto quello che sta
accadendo ora in Israele ripercorra schemi tristemente noti, sempre
gli stessi: attaccare Israele quando è più vulnerabile, ovvero
durante le feste ebraiche, quando in teoria tutti gli ebrei dovrebbero
riposarsi: non a caso gli scontri più duri sono iniziati a Rosh
Ha-Shana, il Capodanno ebraico, ed il fronte libanese si è aperto di
Shabbat, il Sabato, la festa settimanale più importante per gli
ebrei.
E poi sembra che i luoghi santi ebraici non abbiano alcuna importanza
("non vi sono prove storiche che siano quelli reali", ha
affermato qualche acuto giornalista, il che vuol dire che, se un ebreo
distruggesse un qualsiasi luogo santo di qualsiasi religione - sfido
chiunque a trovare prove storicamente certe al cento per cento
dell'autenticità dei luoghi santi di tutte le religioni! - non
farebbe nulla di male!) e sembra logico che la profanazione dei luoghi
santi ebraici non valga nulla.
E poi sembra non conti nulla il fatto che ogni volta che un luogo
santo ebraico cade in mano araba, viene sempre profanato, mentre
quando un luogo sacro musulmano o cristiano cade in mano israeliana,
è molto raro che accada lo stesso scempio.
La voce del mondo oltraggiato per la violenza si leva solo per una
parte. Nel caso di Israele la "par condicio" è
assolutamente sconosciuta.
Sembrava che israeliani e palestinesi fossero ad un passo dalla pace.
Israele aveva fatto moltissime concessioni per avere la pace, ma aveva
trovato un muro da parte palestinese. La pressione americana per avere
una pace che fa comodo al Presidente Clinton alla fine del suo
mandato, su due popoli ancora non pronti ad un trattato di pace
definitivo, ha creato una situazione di tensione che è sfociata nel
peggiore dei modi. E gli articoli di giornale che mostrano solo una
parte della realtà, pieni di schemi mentali che si ripetano a
discapito di ogni logica e ragionevolezza, non fanno altro che andare
nella direzione opposta alla pace.
Silvia Antonucci
Roma
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