Il
Direttore risponde
Da: GIADA BIGETTI <gibiget@tin.it>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Domenica, 5 novembre 2000 12:21
Oggetto: Chi tutela i più deboli?
A proposito della satira "cartellonistica" su Silvio
Berlusconi. Peccato che io personalmente scarseggi di creatività...
Ma vorrei lanciare una sfida a tutti quelli che si sono divertiti a
sbeffeggiare il Cavaliere. Prima, però, vorrei fare una promessa: non
sono di destra, in realtà neanche di sinistra, sono una cittadina
disillusa e ancora di più: delusa e nauseata (di fronte ad una
politica degenerata a mero spettacolo, immagine, sberleffo).
Dunque, la mia sfida: sbizzarritevi a prendere in giro il rivale di
Berlusconi, Rutelli; dopo tutto anche lui ne ha sparate e continua a
spararle di grosse... Com'era quella storiella del salario fisso a
tutti i disoccupati?
Ps. Questa è una riflessione a parte. Siamo governati da una
coalizione di sinistra, no? Che dovrebbe tutelare i più deboli, no?
Che dovrebbe essere una garanzia di equità sociale a tutti i livelli,
no? Come se lo spiega allora, questo governo di sinistra, il fatto che
la sottoscritta lavora da circa tre anni presso una "certa"
(non voglio specificare) azienda con una retribuzione netta di appena
400 mila lire al mese? Come faccio a resistere?, vi domanderete, io,
laureata, 23 anni, madre casalinga, padre dipendente comunale: non
sono neanche "parata" in questo senso. Come resisto: perché
sto cercando di imparare il mio mestiere, quello di giornalista. I
miei benefattori-datori di lavoro lo sanno, e "giocano" su
questo fattore: se vuoi imparare resti, altrimenti la porta è
aperta... Il mercato pullula di aspiranti giornalisti, povere anime
errabonde alla mercè di profittatori privi di scrupoli.
Allora, se si viene a sapere di immigrati sottopagati e sfruttati (ad
esempio il fenomeno del "caporalato") i media e la coscienza
di una certa classe medio-alta che certo non sguazza nel denaro, ma
quasi, insorgono: è uno scandalo, una vergogna, in un paese civile
come il nostro! Ebbene, in questo civilissimo paese, governato da una
coalizione che si richiama ai valori della socialdemocrazia europea,
ci sono giovani (tantissimi; io non sono certo l'unica) che non
riescono a costruirsi una vita autonoma, finalmente sganciata dal
nucleo familiare (italiani, tutti mammoni! Non è forse questa la
reputazione che abbiamo all'estero?), perché, semplicemente, non
esistono i presupposti materiali, e forse anche culturali, per
compiere un passo del genere; mentre in molti stati europei
l'affrancamento dalla famiglia rientra nella naturale evoluzione e
maturazione del singolo individuo.
Mi balena alla mente l'immagine di un Rutelli formato gigante, con il
suo bel faccione gioviale, e i suoi riccioli sbarazzini, e il suo
sorriso benevolo, ammiccante, attorniato da una schiera di ventenni,
eterni fanciulli, che esultano e giocano insieme a questo straripante,
morbido, bambolone di stoffa, il Rutelli nume tutelare di tutti i
giovani disoccupati (o sottopagati) di Italia....
Risponde Giancarlo Bosetti:
Cara lettrice, e giovane aspirante giornalista (oltre che madre), ecco
che la richiesta è accolta. La richiesta di par condicio nelle prese
in giro della propaganda è legittima. Che si facciano avanti i
candidati, che ci inviino i loro elaborati e li pubblicheremo.
Non capisco bene, però, a dire la verità che cosa imputa a Rutelli e
perchè faccia carico a lui della condizione durissima dei giovani che
non riescono, tentando di fare i giornalisti, a farsi pagare meglio e
in modo meno volatile.
Lei manifesta antipatia per l'attuale candidato del centrosinistra, ma
dietro l'antipatia non vedo chiari gli argomenti, che sono pronto a
discutere.
A presto
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