"Detesto le
espressioni retoriche, ma non mi viene da dirlo altrimenti: "Siamo a un punto di
svolta"". La professoressa Andreina Mandelli sa bene che la contabilita' del
pubblico di Internet e' tra le piu' sguscianti che si possano immaginare, eppure questa
volta si lascia andare a una certa euforia perche' "non solo sono raddoppiati gli
utenti (quelli cosiddetti regolari, occasionali e di qualsiasi altro tipo) ma c'e' stato
anche - e questo e' ancora piu' importante - un vero cambiamento qualitativo
nell'attitudine degli italiani verso la rete". Sono i numeri emersi dall'ultima
ricerca dell'Osservatorio Internet Italia (http://www.sda.uni-bocconi.it/oii/),
che dirige all'Universita' Bocconi, a parlare, in maniera piu' incoraggiante che nelle
edizioni precedenti.
"La prima cifra significativa e' quella degli oltre 5 milioni di
italiani che si sono collegati almeno una volta nell'ultimo mese [il rilevamento si e'
chiuso a meta' di maggio, ndr] contro i 2 milioni e 600 dell'anno scorso. Si tratta del 10
per cento della popolazione con piu' di 15 anni, ovvero il tipo di campione che abbiamo
censito con le 10.457 interviste telefoniche del nostro lavoro". Ma anche le
tradizionali barriere alla diffusione stanno progressivamente venendo meno: "Sono
ormai 14 milioni (il 30 per cento degli over 15) coloro che hanno accesso, nella propria
abitazione, a un personal computer". Cio' non significa 14 milioni di pc (dati
provenienti dalla Presidenza del consiglio parlano infatti di 6,6 milioni di macchine) ma
che, anche nell'ambito della stessa famiglia, 14 milioni di persone possono utilizzarne
uno. "Con la medesima specificazione, quattro milioni e mezzo hanno la disponibilita'
di un modem e oltre un milione sono abbonati a Internet".

Questo per quanto riguarda la prima, piu' semplice, aritmetica
demografica. Sul versante della cosiddetta psicografia, o del comportamento online di
questi signori e signore, altre indicazioni interessanti si ricavano dallo studio.
"Considerando anche quelli occasionali - spiega Mandelli - si registra che quasi 2
milioni di utenti sono ormai lettori di news online. Non vuol dire che tutti i giorni
leggono qualche giornale elettronico, ma spesso lo fanno. E non solo: gli acquirenti, le
persone che hanno comprato delle merci da qualche sito di commercio elettronico sono
diventati circa 400 mila, con un risultato piu' che triplicato rispetto all'anno
precedente. Sono in deciso aumento anche gli italiani che chiacchierano nelle chat o in
altre forme di comunita' virtuali e quelli che frequentano la rete alla ricerca di qualche
forma di intrattenimento (circa 1 milione e mezzo)".
Un trionfo su tutta la linea, quindi? "Piano: secondo
un'affidabile proiezione statistica, ci sono pur sempre oltre 40 milioni di italiani che
non hanno mai messo piede online. E quello che sara' fondamentale capire e' perche', anche
del 30 per cento di persone che avrebbero la dotazione informatica per collegarsi, solo un
terzo alla fine lo fa. Con la nascita di oltre 1000 siti in italiano solo nel settore del
commercio elettronico, l'argomento del dare tutta la colpa alla scarsita' dell'offerta
nella nostra lingua ha perso molto del suo mordente". Le stesse domande, a livello
mondo, se le porra' il "World Internet Study", un progetto di ricerca appena
iniziato con lo scopo di monitorare in maniera continuativa l'impatto dele tecnologie
digitali sui vari aspetti della societa'. Con la benedizione del vice-presidente Al Gore,
la University of California Los Angeles sara' la capofila di questa cordata scientifica
che comprendera' anche l'universita' Nanyang di Singapore e, come unico partner europeo,
l'Osservatorio della Bocconi, appunto.
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