Aspettando l'e-commerce
Riccardo Stagliano'
I pionieri del commercio elettronico esibiscono soddisfatti le ultime
contabilita': pur capriccioso, il terreno di Internet comincia a dare frutti buoni e
abbondanti. Chiedete a Amazon.com e alle valanghe di libri che vende (il numero di clienti
registrati e' passato negli ultimi mesi da 6,2 a 8 milioni), chiedete a Reel.com che ha
fatto Bingo con le videocassette, chiedete a Eddie Bauer gia' noto per l'abbigliamento
casual-country dell'America profonda oppure a Sharper Image che nel febbraio di quest'anno
ha venduto via Web piu' del doppio degli esclusivi gadget dell'anno precedente. La
risposta, monotona ma consolante, e' che lo shopping elettronico non ha piu' bisogno
dell'"effetto Santa Claus" perche' la gente ha iniziato a comprare in rete
abitualmente, anche lontano dalle feste comandate.
Insomma, le risposte che 10 mila cyberutenti avevano dato a Forrester
Research all'indomani della frenesia natalizia sembrano oggi rivelarsi veritiere. Domanda:
"Farete altri acquisti online da qui al prossimo Giorno del Ringraziamento, nel
novembre del '99?" Il si' era stato corale e entusiastico, con un 88 per cento di
consensi ricorda James McQuivey, curatore di quel sondaggio: "I consumatori ormai
fanno shopping via rete innanzitutto per la comodita' e in secondo luogo per la
convenienza, caratteristiche che rimangono valide in ogni momento dell'anno".

Ma se la tendenza alla crescita del fenomeno e-commerce e' accertata,
il calcolo delle sue dimensioni lascia non poco a desiderare e i numeri sembrano uscire da
una. riffa impazzita. Gli austeri economisti della Organization for Economic Cooperation
and Development che si sono presi la briga di mettere le stime a confronto hanno
evidenziato le discrepanze tra le diverse congetture: per alcune societa' di rilevamento
il giro d'affari mondiale delle vendite online entro il 2002 si aggirera' intorno ai 10
miliardi di dollari, per altre la stessa cifra lievita sino a 1522 miliardi, oltre 150
volte tanto. I diretti interessati argomentano che spesso il gap e' dato dalla diversa
definizione adottata dai ricercatori: per alcuni e-commerce e' solo quello
business-to-consumer (l'azienda che vende direttamente al cliente), per altri comprende
invece anche la sostanziosa fetta (l'80 per cento del totale, da fonte Oecd) del
business-to-business, per cui l'azienda gestisce via Web i rapporti con i propri
fornitori.
E proprio questo secondo settore sarebbe destinato a guidare la
crescita del volume delle transazioni telematiche nel Vecchio Continente. "L'Europa
e' indietro di 2-3 anni rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la vendita online
business-to-consumer - reputa Alexander Drobik, Research Director del Gartner Group - ma
il ritardo diminuisce, passando a soli 12-18 mesi per i rapporti
business-to-business". Quindi si trattera', in una prima fase, di una rivoluzione
piu' silenziosa di quella anticipata dalle cronache euforiche made in Silicon Valley.
L'automazione degli scambi tra imprese non rivoluzionera' la nostra vita quotidiana -
nella stragrande maggioranza dei casi non ci accorgeremo nemmeno della differenza - ma i
risparmi che questo upgrade tecnologico portera' saranno cruciali (addirittura riducendo
il tempo necessario per processare gli ordini del 50-90 per cento). E non si trattera'
semplicemente dell'ennesima tecnica per ottimizzare la produttivita', perche' per le
aziende sorde al cambiamento potrebbe rivelarsi questione di vita o di morte.
"Perdere questa opportunita' di cambiamento - si ascoltava in un recente convegno
internazionale a Amsterdam - potrebbe significare per il 70 per cento delle compagnie
europee diventare non competitive entro il 2001".
La percentuale delle compagnie europee che avrebbero interiorizzato
questa urgenza pero' e' bassa. Tra chi si e' mosso per tempo spicca la Deutsche Bank, che
con circa 50 mila transazioni elettroniche al mese solo in Germania provvede
sostanzialmente ai propri approvvigionamenti, con risparmi accertati per milioni di
dollari. Febbraio e' stato un mese vivace: Netscape e France Telecom hanno annunciato
un'alleanza per fornire soluzioni "chiavi in mano" per l'e-commerce; non solo
software ma anche connessione, per cui alla fine una piccola ditta dovra' dotarsi solo di
un pc e di un browser per essere pronta alla bisogna. Negli stessi giorni Lotus proponeva
QuickPlace, un nuovo programma che consentira' alle aziende di creare facilmente ambienti
virtuali su Internet, dove interagire e lavorare insieme a prescindere dalle rispettive
piattaforme informatiche di partenza. E poche settimane dopo, alla grande fiera
tecnologica del Cebit di Hannover, non c'era stand che non recasse, a lettere cubitali, il
tormentone dell'Internet 1999/2000: e-commerce.

Alcuni ostacoli seri sulla strada del commercio elettronico in Europa
restano. A livello di infrastruttura, ad esempio, il costo della connessione e' ancora
troppo alto rispetto agli Stati Uniti (la voce "telefono" costituisce l'81 per
cento della spesa Internet) e la penetrazione dei pc nelle famiglie troppo bassa. Tra gli
elementi di rallentamento vanno inclusi poi i diversi regimi di tassazione all'interno
del'Unione, la mancanza di una valuta unica realmente spendibile e la diversa e piu'
stringente legislazione europea sulla privacy dei dati che rischia di intralciare
l'interscambio elettronico con gli Stati Uniti.
Aggiungete a tutto cio' i fattori culturali. Sul versante dei
consumatori, la ritrosia verso gli acquisti per corrispondenza e la maggiore reticenza nel
dare gli estremi della propria carta di credito. Sul versante del management, un
sentimento ancora non netto sulla necessita' di investimenti importanti sulla information
technology. All'ultimo World Economic Forum di Davos ben il 54 per cento degli
amministratori delegati intervistati dal Gartner Group era pronto a riconoscere l'impatto
decisivo che il commercio elettronico avrebbe avuto sul proprio settore industriale, ma
solo un'esigua minoranza degli intervistati era andata oltre, stanziando budget appositi,
la fase delle riunioni "strategiche".
L'Italia
"Quanto vale oggi Amazon e' indecidibile come indecidibile era,
nel 1920, determinare quanto valevano le prime concessioni minerarie del Klondike. Nessuno
lo sapeva, forse zero dollari, forse trilioni: quando si deve strologare un futuro cosi'
radicalmente diverso da quello cui siamo abituati vengono fuori dei numeri "quasi
qualsiasi"". Risponde al perche' esistano tante diverse stime sulle dimensioni
del fatturato del commercio elettronico in Europa Giorgio Di Paolo, e non si scandalizza.
Lo specialista partner di Andersen Consulting, infatti, legge i rapporti ma li usa solo
come indicatori psicologici. Tuttavia quello che e' certo e' che il tempo dell'e-commerce,
anche sulla penisola che ha la penetrazione di pc nelle famiglie e il tasso di connessione
a Internet tra i piu' bassi d'Europa, mette al bello.
Quali sono i settori che vedranno la maggior crescita? "All'inizio
si diceva l'editoria, i servizi finanziari e immateriali in genere ma ora mi sembra che la
natura merceologica non faccia una gran differenza. Amazon e eBay, per ritornare a casi
noti, hanno affiancato a un sistema di bit un efficace sistema di atomi, trasportando
merci dure, assolutamente materiali". Sugli esempi nostrani di successo il riflesso
di Di Paolo scatta su lloyd1885.it una creatura di Andersen: "A tutt'oggi e' l'unico
sito dove si puo' acquistare la polizza online al 15 per cento di sconto rispetto al
prezzo che si pagherebbe in agenzia. L'accoglienza che il servizio ha avuto ha superato le
nostre migliori previsioni di un ordine di grandezza".
Ma il principio generale che a Di Giorgio preme di sottolineare e' che
"non si tratta tanto di vendere un singolo prodotto quanto di intercettare e
soddisfare un "bisogno profondo" dell'utente". I siti americani che cita
esemplificano meglio il concetto: "Mi viene in mente streamline.com che ha come
sottotitolo "riappropriatevi del finesettimana": li' si puo' ordinare che ci
portino riserve di acqua minerale a casa, prenotare una baby sitter, acquistare i
biglietti per cinema e cosi' via. Thirdage.com invece si rivolge a un'utenza di mezz'eta'
che ha il problema di occupare la seconda parte della vita: vi si trovano quindi servizi
di viaggi, la possibilita' di scegliere online regali per nipotini e cose del genere.
Anche noi stiamo lavorando a qualcosa di simile per il mercato italiano".
L'idea su cui insiste Alessandro Mombelloni, direttore generale di
Unisource Italia, e' invece la corretta "configurazione dell'offerta". "Per
attrarlo online bisogna riuscire a generare effettivi vantaggi per il consumatore: non
solo economici (sconti) ma anche in termini di risparmio di tempo e di differenziazione
dell'offerta, con linee di prodotti alternative rispetto a quelle che si trovano nei
negozi". Un meccanismo che aiuterebbe a superare la diffidenza verso l'uso della
carta di credito, a suo avviso, potrebbe essere quello delle carte prepagate.
Uno dei possibili catalizzatori dell'e-commerce nostrano potrebbe
rinvenirsi nella convergenza di pc e tv, sostiene Andrea Samaja di Pricewaterhouse-Coopers
Italia: "Se i produttori di tv cominciassero a mettere sul mercato apparecchi dotati
di una scheda per collegarsi in rete via telefono, il fenomeno potrebbe davvero
esplodere".
Piuttosto, sostiene Federico Barilli, direttore di Assinform,
l'associazione che raggruppa le principali aziende nazionali di informatica e
telecomunicazioni, "converrebbe puntare sul made in Italy e le aziende di settori
simili dovrebbero associarsi per ottimizzare gli sforzi di marketing e farsi promozione
online". La varieta' delle ricette, come si vede, non e' da meno di quella delle
previsioni.
In rete
Lloyd 1885
Streamline
ThirdAge

Il corso al Mit
Mancano ancora i libri di testo ma i nomi degli studenti che si sono
prenotati affollano gia' innumerevoli liste. Il nuovo master dedicato all'e-commerce che
il Massachusetts Institute of Technology inaugurera' nel prossimo settembre si apre sotto
gli auspici del "tutto esaurito". All'indomani dell'annuncio ufficiale, infatti,
la casella di posta elettronica del professor Nader Travassoli, docente di management e
co-direttore del corso, aveva gia' ricevuto circa 400 e-mail da parte di candidati
partecipanti.
Altri programmi di Mba negli Stati Uniti avevano gia' iniziato a
includere la nuova materia nella loro offerta accademica, ma la Sloan School sara' la
prima prestigiosissima business school americana a offrire un corso di studi specifico.
Al Mit sono arrivati alla decisione di consacrare un corso autonomo al
tema dopo aver verificato l'enorme gradimento (la facolta' era stata costretta a
sdoppiarli per accomodare le centinaia di partecipanti in eccesso) dei corsi di base
sull'e-commerce testati in passato.
Il corso e', letteralmente, tutto da inventare. Chi sono i professori
giusti, i lecturer piu' significativi da invitare e quali i manuali da adottare? E'
inutile guardare alle esperienze altrui, perche' non esistono precedenti. Le dispense, in
questo primo anno almeno, saranno ricavate dagli articoli di giornale e i case studies
saranno ripresi dalla cronaca. Si cerchera' di sfruttare la vicinanza e l'esperienza
internettiana del Media Lab di Nicholas Negroponte adoperando alcuni dei docenti che vi
lavorano Anche i grossi temi che il corso tocchera' sono ancora da fissare: "Cosa
succede alla brand loyalty (la fedelta' alla marca) nel commercio elettronico? - azzarda
il professor Travassoli - Perdera' di significato nel nuovo ambiente o acquisira' un peso
ancora superiore? Come si potranno migliorare le relazioni con i propri clienti in un
mondo digitale? Queste sono alcune delle questioni che vogliamo esplorare".
Il problema piu' grosso, ripete l'altro co-direttore Erik Brynjolfsson,
e' mantenere contenute le dimensioni della classi: "Non dovranno essere piu' di 100
studenti in tutto, altrimenti non si potra' stabilire l'atmosfera giusta per lavorare
bene". Per disincentivare la pletora di studenti che ha gia' manifestato il proprio
interessamento si pensa di rendere l'esame finale sempre piu' difficile, aggiungendo
tesine varie e prove supplementari. "Vogliamo essere sicuri - ha concluso
Brynjolfsson - che solo quelli molto determinati optino per questo corso".
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