Itinerario/Il festival in Rete
Diego Ballani
Abbiamo ancora nelle orecchie i fischi del pubblico dopo il verdetto spiazzante con cui
la giuria presieduta da Cronenberg assegnò il Leone doro 1999 al film belga
"Rosetta". Ed ecco che ledizione 2000 del Festival di Cannes giunge
preceduta da una lunga teoria di polemiche e recriminazioni. È davvero un peccato perché
mai come questanno il cartellone della manifestazione annuncia gustose sorprese,
diviso comè tra cineasti geniali e irriverenti e autori che hanno fatto della
perfezione formale il proprio marchio di fabbrica.
Alla prima categoria appartengono sicuramente Joel ed Ethan Coen che con "O brother,
where art thou?" firmano una commedia incentrata sullodissea di tre evasi, alle
prese con una galleria di personaggi improbabili. Sul sito dei Coen troverete alcune foto del cast
(che comprende il solito bravissimo John Turturro e laffascinante George Clooney)
scattate durante le riprese. Se poi volete conoscere ogni piccolo particolare delle
precedenti opere dei due folli fratelli vi consigliamo "You know, for kids!" , sito
ricco di aneddoti e curiosità.

Il danese Lars Von Trier abbandona momentaneamente il "voto di castità" che lo
aveva portato a sottoscrivere insieme ad altri cinesti il manifesto "Dogma 95".
Sul sito http://www.dogme95.dk/index.htm
possiamo leggere unintervista in cui lautore di "Idioti"
prende atto dellimpossibilità di adempiere a tutti i comandamenti del dogma. Il
primo frutto di questo nuovo corso è "Dancer in the dark", ovvero le vicende di
una giovane operaia di origini cecoslovacche immigrata in America (interpretata dalla
cantante Bjork). Al film è dedicata una pagina
molto elaborata graficamente, ma povera di contenuti. Meglio allora rivolgersi
allindirizzo http://www.sarto.com/home2/vontrier/index.html
in cui, oltre ad informazioni sulle opere dellautore danese, si può avere
unampia gamma di notizie sul serial televisivo "The Kingdom", che in
Danimarca ha reso estremamente celebre Von Trier, divenendo un vero e proprio oggetto di
culto.
"Bread and Roses" è il titolo del film presentato alla mostra da Ken Loach. Al
regista inglese la Rete dedica una grande quantità di siti nei quali la sua opera viene
spesso analizzata da un punto di vista strettamente politico. Un interessante esempio ci
viene fornito da "Ken
Loach and the socialism cinema" ospitato tra le pagine
dell'"International Socialism Journal".
Sul versante degli autori più tradizionali ci sono da segnalare le nuove opere di James
Ivory e Liv Ullmann. Il primo insiste con la letteratura tradizionale e porta sulla
schermo un testo di Henry James: una scheda completa di "The golden bowl"
(questo è il titolo del film) è rintracciabile alla pagina Web dedicata alla
protagonista Uma Thirman ), mentre uno dei più interessanti siti su Ivory è "35 years of
Merchant-Ivory" , in cui lopera del regista viene indissolubilmente legata
a quella del produttore con cui da anni condivide le sorti artistiche.
Della Ullmann preme invece segnalare, allindirizzo http://www.mnc.net/norway/ullmann.htm
, una pagina dedicata principalmente ai suoi trascorsi come attrice e al suo sodalizio
artistico con Ingmar Bergman, che ne ha segnato profondamente lo stile dietro la macchina
da presa.
Cannes 2000 sarà anche ricordato per quella che è già stata definita linvasione
orientale. Sono ben tre, infatti, i film in concorso provenienti dallest asiatico.
Il più atteso è "Tabù" di Nagisa Oshima: la storia di un maestro samurai
(interpretato dallimpassibile Takeshi Kitano) che si innamora di un suo giovane
allievo. Su Internet il film è già stato citato dalla e-zine "Gay today" .
Ma Oshima non è certo nuovo a scandali e polemiche; per avere unidea del polverone
sollevato dal precedente "Limpero dei sensi" conviene dare
unocchiata allindirizzo http://www.see.it/ok/sprayliz/schede/sensi.htm
.
Altro gradito ritorno è quello di Wong
Kar-Wai che ci propone la storia di un giornalista nella Hong Kong degli anni
Sessanta. In attesa di assistere alla visione del film consigliamo, a chi fosse rimasto
colpito dallestro visivo della precedente opera di Wong Kar-Wai "Happy
together", di visitare la pagina ad esso
dedicata , ricca di suggestive immagini.
Samira Makhmalbaf e Amos Gitai sono due cineasti impegnati a descrivere le tragedie dei
rispettivi paesi dorogine. La prima già con la Mela (di cui si può leggere una
recensione all'interno del notiziario femminile "DW press" allindirizzo http://www.mclink.it/n/dwpress/dww147/rub1.htm#3
) aveva firmato un atto di denuncia sulla situazione delle donne in Iran. Ora con "La
lavagna nera" narra di un gruppo di insegnanti itineranti in un villaggio del
Kurdistan.
Lisraeliano Gitai dal canto suo partecipa al Festival con un film dal titolo
"Kippur". Allinterno del sito
a lui interamente dedicato si possono trovare richiami alla tradizione del cinema
ebraico, anche se quello che colpisce di più è la coerenza di un autore come Gitai,
sempre attento a denunciare i fondamentalismi della sua religione.
Un'ultima segnalazione per "Cecil B. Demented", film fuori concorso che segna il
ritorno di un autore di culto come John Waters. La trama: un gruppo di filmmaker
underground rapiscono una diva del cinema, impersonata da Melanie Griffith. Anche se la
frecciata allo star system hollywoodiano è evidente, tutti sono pronti a scommettere che
le provocazioni di "Pink flamingos" siano ormai lontane. Staremo a vedere!
Intanto chi volesse rinfrescarsi la memoria sulle precedenti opere del "re del
cattivo gusto" può visitare la "John
Waters worship page"
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