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Gang di New York a Cinecittà



Martin Scorsese con Bibi David



"Amo Roma, l'Italia e Cinecittà. Ho scelto di girare qui il mio film perchè nessun panorama al mondo può rendere la magica atmosfera che gravita dentro questi studios. Persino Federico Fellini, un eroe del cinema di tutti i tempi, storico paladino della rivoluzione del grande schermo, ha preferito la via Veneto costruita negli studios a quella reale. Nel mio prossimo lavoro, Le gang di New York, sarà la grande Mela dell'Ottocento a essere ricostruita fra le mura di questo spettacolare regno del cinema romano".

Il regista Martin Scorsese sta cimentandosi ormai da anni nella realizzazione di Le gang di New York: un progetto epocale, un kolossal tutto americano, una leggenda metropolitana dedicata agli States. Scorsese, chiuso 24 ore su 24 fra i riflettori di Cinecittà, ci rivela alcuni aspetti di un set finora riservatissimo.


Con un budget di 95 milioni di dollari, Gang di New York è uno dei film più costosi della storia del cinema, una pellicola che vanta un cast davvero eccezionale, da Cameron Diaz a Daniel Day-Lewis al divo di Titanic Leonardo di Caprio.

Per ideare con maestria un film occore un tempo lunghissimo. Io avevo in mente la trama de Le gang di New York da oltre venticinque anni. Volevo fotografare una realtà storica complessa, ambivalente, quella di un'America che si trova, nell'800, ad aprire le porte agli immigrati e diviene, da Paese ancora relativamente chiuso, un Paese multirazziale e polietnico. Si tratta di una questione vecchia ma al contempo attuale. Oggi, nell'era dei new media e della globalizzazione su scala planetaria, il discorso di un'America cosi' eterogenea è di vitale importanza.

Puo' raccontarci alcuni dettagli del film?

Il quartiere in cui si svolge quasi interamente la vicenda è Little Italy, culla della mia infanzia. Gli immigrati irlandesi giungono in America con un esodo di vastissime dimensioni, pari a quello degli albanesi e dei kosovari in Europa dopo la guerra dei Balcani. Negli Stati Uniti devono far fronte a mille disagi, lotte intestine, ma anche nostalgie e conflitti interiori, fra i quali una battaglia squisitamente irlandese fra protestanti e cattolici all'ombra della cattedrale di St. Patrick.

Quali caratteristiche dei principali interpreti del film l'hanno maggiormente attratta e incuriosita, e come si è trovato con loro durante le riprese?

Volevo attori preparati, personalità poliedriche capaci di calarsi totalmente in un ruolo, non attraverso esatte tecniche di recitazione ma con quel coinvolgimento che consente di far propri i dettagli, le sfumature, le emozioni.Cameron Diaz, Di Caprio e gli altri corrispondevano in pieno a questo identikit. Leonardo Di Caprio è un attore formidabile, sa concentrarsi al massimo pur essendo impulsivo. E' insieme eccentrico e serio. La Diaz unisce due qualità difficilmente conciliabili: il talento introspettivo e la indiscutibile bellezza giovanile.


Sta già pensando a nuovi progetti?

Un film sulla mia vita...ma non posso dire di piu'.

Come valuta, da acuto osservatore esterno, la politica americana di oggi dopo l'elezione del nuovo presidente George W. Bush?

Si è trattato di una campagna elettorale poco convincente che ha generato il malcontento di tutti. Dal punto di vista cinematografico la cosiddetta era di Clinton ha permesso il dispiegarsi di iniziative eclatanti, ha dato al cinema americano grande libertà e benessere. Solo fra qualche mese, se non più avanti, si potrà valutare il risultato di questo cambio di bandiera.

 

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