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Recensione/Fantasia 2000



Bibi David



Sessant’anni fa, precisamente nel 1940, la Walt Disney sfidava la critica cinematografica con un insolito esperimento: “Fantasia”, il primo cartone animato capace di fondere pienamente immagini e musica. Il successo riscosso dal film superò di gran lunga le più rosee aspettative: la cultura musicale classica di autori come Beethoven, Saint-Saens, Stravinskij, Dukas e Respighi poteva condensarsi e dar voce, con brio, ad eccentrici cartoon; figure care ai più piccoli, come Topolino, Minni e i numerosissimi buffi animaletti parlanti, acquistavano, per la prima volta, una certa dignità culturale arrivando ad imporsi a un vasto pubblico, fatto non solo di bambini.


Oggi la Disney Production ci riprova, e dopo ben nove anni di intensa lavorazione, dà vita a “Fantasia 2000”, una sorta di secondo atto, rinnovato e rivisitato, del mega cartone-concerto. La nuova versione della celeberrima pellicole disneyana, se da un lato mantiene quasi inalterata la formula del primo “Fantasia”, dall’altro cerca di unire alle storie dei protagonisti, ai loro miti e alle tante saghe popolari le piu’ sofisticate tecniche audiovisive moderne e un concentrato di cultura pop anni Novanta.

Otto diversi episodi, corredati da altrettanti brani musicali di autori notissimi, si intrecciano con impareggiabile maestria. I registi Pitoxe Hunt, Evic Goldberg, Francis Glebas, James Algar, Hendel Butoy, Gaetan e Paul Brizzi, contribuiscono a dare ciascuno il proprio personalissimo tocco di giocosità e leggiadria. Degli otto episodi, sette sono inediti, e solo uno, quello in cui Topolino partecipa a un balletto surreale sulle note de “L’apprendista stregone”, è ripreso integralmente dal vecchio “Fantasia”.


Pare davvero, questo “Fantasia 2000”, una specie di circo mediatico, un supercartoon che condensa effetti speciali, gag, alta cultura muisicale e pavoneggianti danze kitch. Gli intramontabili personaggi disneyani si sbizzarriscono in tutte le direzioni. Al suono delle marce di Elgar c’è Paperino che, approdato sull’arca di Noè durante il diluvio universale, perde la sua Paperina. Un tenero cucciolo di balena rimane chiuso in una prigione di ghiacciati iceberg mentre incalzano le note di Respighi. Un grazioso brano di Sostakovic fa da drammatica colonna sonora al duro combattimento fra il soldatino di piombo, uno degli eroi per eccellenza delle fiabe di Andersen, e un diabolico nemico.

E poi le melodie di Beethoven accompagnano i raggianti e coloratissimi giochi di specchi di una natura disegnata con figure geometriche; fenicotteri rosa si destreggiano con uno yo-yo; una fata della primavera si confronta con la minaccia (quantomai attuale) degli incendi forestali. Non mancano episodi dedicati a compositori come Saint-Saens e Stravinskij. Forse l'episodio più riuscito è quello ispirato a“Rapsodia in blu” di Gershwin, un itinerario davvero sui generis nella caotica New York anni’30.


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