I lettori scrivono
Da: circolo culturale telematico <circtel@inwind.it>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Martedì, 16 aprile 2002 16:15
Oggetto: La
leggenda del Piave
Preg.mo Dr. Carioti,
Le scrivo solo per un breve commento ad un suo vecchio articolo sulla
"Leggenda del Piave", articolo che tra l'altro mi ha
consentito di conoscere l'ottimo ed equilibrato Caffè Europa.it.
Devo esprimere un commento? Sincero? Il suo articolo è luminoso e
commovente, e nel riverbero di un ricordo infantile (che io più o
meno Suo coetaneo ho similmente in me ), affronta con equilibrio la
questione dei più gravi momenti della nostra esistenza nazionale.
Veda, Carioti, come lei io non sono un nazionalista. Tra l'altro, è
pensiero che non ritengo (e giustamente ) sia più nella bancarella
della storia, almeno italiana.
Ma tifare per Caporetto, quello no; credo sia ripugnante. Caporetto è
stata una delle più gravi rotte subìte da un esercito comunque
espressione di un Paese democratico su base elettiva contro le armate
di un Impero autocratico composto da popolazioni assoggettate con
forza brutale. Caporetto poteva determinare la rovina delle democrazie
occidentali contro la potenza congiunta degli Imperi; ed allora, la
storia, tutta la storia successiva sarebbe stata diversa, come da Lei
giustamente notato.
Si può sorridere, sull'ingenua retorica della Leggenda del Piave;
meno, sulla rovina fisica, sui sacrifici dei nostri bisnonni; per
niente, se la derisione della propria storia diviene fattore grottesco
di prostituzione intellettuale a mode insulse, od anticamera
giustificativa della volontà di autodistruzione della propria
cultura, civiltà, ed infine anche della propria persona.
Grazie ancora, amico Carioti, per la straordinaria bellezza del suo
articolo.
Alfredo M. Barbagallo
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