I lettori scrivono
Da: lawlife@freemail.it
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Lunedì, 18 febbraio 2002 3:01
Oggetto:In
America dopo l'11 settembre
Venerdì mattina: trascorro mezz'ora ad osservare un paio di mocassini
andare su e giù su dieci metri di tela stesi sull'asfalto. Quei
mocassini li calza Angel Orensanz, un artista spagnolo. Poi invita i
presenti ad alzare la tela, la fa camminare sulla via Marina di Reggio
Calabria ed aspetta che siano le onde a dare vita alle sue figure in
blu e marrone. I suoi sono disegni che si aprono sul "paesaggio
interiore della mente".
Sabato pomeriggio: mi collego al vostro sito. Continuo la bella
lettura del diario di viaggio di Moscati. Apprendo di una foto che
ritrae Kerouac pochi mesi prima della sua scomparsa, con ai piedi un
paio di scarpe da tennis blu. Ripenso all'ultima scena del libro
"Sulla strada". Immagino un Kerouac seduto sul molo mentre
aspetta il tramonto, con le sue malinconiche riflessioni sul
"desolante stillicidio del diventar veccchi" e sforzandomi
un po', noto anche quelle scarpette blu.
Un Kerouac forse stanco di girare con "due setacci che assorbono
acqua come piante" e che lo piantano in asso neanche a metà
viaggio. Che bella descrizione fa nel suo libro di quelle scarpe
malandate:"brandelli di cuoio che spuntano fuori come pezzi di
ananas fresco e gli alluci che fanno capolino".
Strano, ma è proprio con un modello di scarpa vissuta che mi piace
ricordare questo scrittore. Con una di quelle scarpe che "se le
pianti per terra ci vedi crescere qualcosa". Mi riesce difficile
ricordarlo mentre si prepara ad affrontare il suo ultimo viaggio con
comode e indistruttibili scarpe da ginnastica. Di sicuro più adatte
per le piovose notti d'America e per la strada rovente, ma meno
suggestive.
Saluti.
Roberta Bonocore
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