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Innamorata pazza



Iaia Forte con Angelica Alemanno



Iaia Forte ha appena finito una tournée con uno spettacolo, Tradimenti di Harold Pinter, bello per il testo, per la regia, e per la magia dei rapporti tra gli interpreti: oltre alla Forte, Tommaso Ragno e Valerio Binasco, anche regista. La storia è quella della relazione tra Jerry e Emma, la moglie di Robert, migliore amico di Jerry. Un argomento apparentemente banale, che si traduce in una comedy of manners quasi raggelante.

La passione c'è soltanto all'inizio della storia: poi tutto rimane bloccato dalle buone maniere, da una civiltà che nega non solo la passione, ma gli stessi sentimenti, che tutto avvolge sotto una gelida superficie di elegante rispettabilità. Tutto questo è raccontato attraverso una regia sicura, minimalista, eppure attenta ad ogni sfumatura ironica del testo di Pinter, consentendo ai personaggi di muoversi fuori da ogni compiacimento, ma anzi rimbalzandosi vicendevolmente un'immagine autoironica di sé. Fedele a Pinter, dunque. Lo spettacolo riprenderà ad ottobre prossimo, ma abbiamo voluto incontrare l'attrice per farci dire qualcosa dell'amore e non solo.

Che significato ha il tradimento oggi?

Per quanto riguarda il testo di Pinter bisogna dire che non si tratta di un semplice adulterio, ma del fatto che tutti e tre i personaggi tradiscono in qualche modo non solo l'altro, ma soprattutto sé stessi, e ogni possibilità di felicità, della propria felicità. Per quanto riguarda la coppia, oggi, devo dire che non nutro alcun sentimento moralistico rispetto alla fedeltà. Credo che la fedeltà sia un sentimento, e finché viene vissuto come tale ha ragione di esistere. Il tradimento, dunque, è lecito quando il sentimento della fedeltà viene a mancare.

Quanto senti vicino a te il modo di Emma di affrontare la propria condizione di adultera?

Emma non la sento per niente vicina a me. Io per natura sono molto più passionale per cui sarei pronta, di fronte ad un grande amore, a rompere ogni relazione precedente. La cosa secondo me terribile di Emma, perché naturalmente Pinter si scaglia violentemente contro la borghesia di cui Emma fa parte, è che vive con l'amante la stessa condizione che vive con il marito. Per cui in realtà la storia parallela non le serve a niente se non a replicare l'alienazione del suo rapporto matrimoniale.

Perché si tradisce e quando basterebbe ammettere che un amore è finito?

Per me è molto difficile dire a me stessa che un amore è finito, e comunque spesso il tradimento è altro che il non detto di un amore finito.

Seguendo la tua carriera professionale, possiamo dire che sia segnata da una certa fedeltà ad un gruppo, ad una famiglia artistica; parlo di Martone dei Teatri Uniti, ma anche di Pappi Corsicato o di Carlo Cecchi. Si tratta solo di un sentimento campanilistico, visto che siete tutti napoletani doc, o c'è qualcosa di più?

Il mio è un percorso anche un po' troppo rigoroso... (ride), tuttavia credo che per un artista, per un attore, il privilegio della libertà di scegliere i progetti e le persone che più gli piacciono, è qualcosa che magari non porta sempre soldi, ma sicuramente fa sentire liberi. Per me significa anche un forte rispetto del mio lavoro. La fedeltà professionale significa per me aderire ad un progetto di lavoro che mi corrisponde anche eticamente. Sono convinta che l'attore abbia ancora un ruolo importante, nonostante sia mortificato continuamente dalle scelte di alcuni di noi, e nonostante abbia perso sacralità. So che è una parola un po' forte, ma sicuramente stiamo perdendo la funzione storica e sociale che avevamo. Detto questo, per me, l'attore deve conservare e difendere almeno il privilegio del proprio piacere: perciò faccio ciò che mi piace fare!

Quindi la fedeltà è soprattutto a sé stessi. E cosa significa essere fedeli ad un pubblico?

Secondo me rispetti il tuo pubblico fintanto che fai qualcosa in cui credi.

Dell'esperienza con Martone, con i Teatri Uniti, cosa ricordi?

Dopo il Centro Sperimentale ho subito iniziato a fare teatro con Martone, poi abbiamo girato insieme due film. Con lui come Pappi Corsicato, con Toni Servillo e Carlo Cecchi, si è instaurato un particolare rapporto d'amore, innamoramenti ciclici fatti di abbandoni, ritorni, senza le implicazioni personali. Amori perfetti, direi. Tutti veri amanti che costituiscono, per me, una sorta di harem all'inverso (ride).

C'è qualcuno più geloso degli altri?

No. (Ci ripensa) Forse Corsicato è quello più geloso di tutti. Ma perché è geloso di natura, nonostante come regista faccia inni alla libertà delle donne, (vedi il suo film Libera, che vede la Forte protagonista, nda).

Qual è il sentimento che senti più nelle tue corde, che ti diverti di più ad interpretare?

Sicuramente il sentimento più divertente è quello della cattiveria. Non solo perché sono di natura passionale, ma anche perché sono una a cui piace tutto ciò che è politically incorrect. Mammine, insegnatine, sono ruoli che mi piacerebbero forse nella vita, mi darebbero un po' di pace, ma di certo non sono nelle mie corde. Interpretare una suora mi interesserebbe già di più.

E qual è il ruolo presente nella tua fantasia e nei tuoi desideri?

Forse un ruolo d'azione. Chessò: una James Bond al femminile! "Sono Iaia, Iaia Forte"... In teatro mi piacciono i ruoli estremi: Cleopatra, Lady Macbeth.

Se potessi scegliere un regista col quale lavorare e col quale far nascere un amore in senso artistico, chi sceglieresti?

Nel mondo certamente Scorsese! Poi Kubrick, se fosse ancora vivo: è il mio mito assoluto. In Italia Gianni Amelio.

E la tua vita quotidiana?

E' una lotta continua col cibo. Non c'è lunedÏ della mia vita in cui non abbia intrapreso una dieta, e non c'è martedì in cui non l'abbia sgarrata.

Cosa significa per te Napoli?

Io amo moltissimo Napoli, anche se non so se riuscirei a tornare a vivere lì, è una città troppo faticosa. Però la trovo molto più vitale di Roma, dove vivo attualmente, e poi essendo una pesci sono attratta profondamente dal mare, trovo Napoli il luogo geografico e fisico ideale per la mia natura. Il caos però mi affatica, e per ora ho scelto di vivere a Roma.

Che modello di donna sei e quale invece vorresti essere?

Io sono un'insicura, piena di contraddizioni, "fracica" di base, come dicono a Roma. Eppure credo di rappresentare il tipo di donna che è quello che vorrebbe essere. Certo, fisicamente mi piacerebbe essere molto più magra, però fondamentalmente sono soddisfatta di me. Difendo la diversità come un valore, e questo per me è importante. Il tentativo di non omologarci con tutto ciò che ci è imposto, ma affermare noi stesse con tutti i nostri limiti caratteriali, i nostri difetti. di rivendicare un "noi stesse" autentico.

Cosa odi degli uomini e qual è il corteggiamento che preferisci?

Mi piacciono gli uomini belli e buoni, ma detesto il loro narcisismo. Mi irrita. Adoro invece il corteggiamento "de core", quello fatto di piccole cose ma estremamente esclusive. Detesto lo stile Don Giovanni, quello degli uomini che corteggiano tutte allo stesso modo. Adoro gli uomini timidi e quel tipo di corteggiamento che non trova le parole.

Sei innamorata?

Pazza. E' l'unica cosa che mi interessa veramente nella vita. Sono innamorata pazza, e sai di chi? Di Tommaso Ragno, il Jarry di Tradimenti.

Reciproco? Si può dire?

Ringraziando iddio sì. E dì la verità: non è bello?!!



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