I lettori scrivono
Gentile dottor Bosetti,
Nell'editoriale
del 31 dicembre , (apparso sia su Caffè Europa che su ilNuovo.it,
ndr), stimolante sotto ogni aspetto, vi sono delle equiparazioni e
degli accostamenti che meritano un migliore approfondimento e, se mi
permette, una qualche correzione.
Mi riferisco ai passaggi nei quali è possibile cogliere quasi una
demonizzazione della "fede religiosa" ("La religione….
ci si è parata dinnanzi come un problema, forse come il
problema"; "E dove c’è questo genere di suicidio
strumentale, c’è al cento per cento la fede, c’è una religione
che fornisce al terrore (volete un elenco schietto e impietoso?): a)
motivazioni, b) giustificazioni, c) organizzazione, d) visione del
mondo, e) una comunità di sostegno. Nel caso dei terroristi suicidi
fornisce anche f) la ricompensa nell’al di là.").
L'autore, dopo aver elencato una serie di episodi criminali assai
diversi nella genesi e nella fattualità (dal gesto di una mente
insana al terrorismo di chi combatte per la liberazione del suo
territorio) ne rileva quella che sarebbe una matrice religiosa ed
aggiunge, con un certo atteggiamento minaccioso, "Sfere celesti,
ecco perché di voi dobbiamo occuparci di più!", magari con
l'arma incruenta del razionalismo.
E poi, fa un indebito accostamento tra fanatismo religioso e le
posizioni, nella Chiesa cattolica, di uomini come i cardinali Joseph
Ratzinger e Biffi, delle quali pronostica una deriva di fanatismo e di
intolleranza, mentre altro non sono che posizioni interne ad un
dibattito filosofico sul valore dell'identità di una religione e di
un popolo (naturalmente discutibili e parzialmente da me non
condivise).
Perché si tratta, a mio avviso, di posizioni da approfondire?.
Primo perché rischiano di dare una rappresentazione falsa del ruolo
delle religioni nel mondo, che è per lo più positivo a difesa
dell'umanità. Si potrebbe consentire se il riferimento fosse stato ad
alcune forme di fondamentalismo religioso e non alla religione
in generale.
Secondo, perché le varie forme di terrorismo (individuale o di Stato)
presenti nel mondo non sono riconducibili tutte a motivazioni (meglio,
a strumentalizzazioni) della fede, bensì a contesti vari anche di
natura laica. Non è neanche vero che dietro ogni genere di suicidio
strumentale c'è al cento per cento una religione che fornisce
organizzazione ed una comunità di sostegno e ciò non è avvenuto al
cento per cento neanche nei casi elencati nell'Editoriale.
Terzo, perché sottovalutare i fattori politici sui quali può
innestarsi una strumentalizzazione religiosa, può fornire un alibi a
chi vuole disimpegnarsi dalla soluzione dei problemi di ingiustizia
nel mondo, scaricando l'attenzione su un falso obbiettivo individuato
nelle religioni.
Quarto, perché, a proposito di Chiesa cattolica, non si tiene conto
della chiarezza estrema con la quale Giovanni Paolo II affronta le
tematiche trattate nell'Editoriale, da ultimo con il messaggio sulla
giornata mondiale della pace. "Non c'è pace senza giustizia, non
c'è giustizia senza perdono".
Lasciamo per un momento da parte il tema del perdono, che tuttavia
potrebbe interessare non poco anche la cultura laica, e soffermiamoci
sulla giustizia, in relazione al terrorismo.
Scrive il Papa " Il terrorismo si fonda sul disprezzo della vita
dell'uomo. Proprio per questo esso non dà solo origine a crimini
intollerabili, ma costituisce esso stesso, in quanto ricorso al
terrore come strategia politica ed economica, un vero crimine contro
l'umanità. Esiste perciò un diritto a difendersi dal
terrorismo" (rispettando alcune regole, il che non sempre
avviene).
E aggiunge "Talora il terrorismo è figlio di un
fondamentalismo fanatico, che nasce dalla convinzione di poter imporre
a tutti l'accettazione della propria visione della verità. La
verità, invece, anche quando la si è raggiunta - e ciò avviene
sempre in modo limitato e perfettibile- non può mai essere imposta.
Il rispetto della coscienza altrui, nella quale si riflette l'immagine
stessa di Dio (cfr Gn 1,26-27), consente solo di proporre la verità
all'altro, al quale spetta poi di responsabilmente accoglierla.
Pretendere di imporre ad altri con la violenza quella che si ritiene
essere la verità, significa violare la dignità dell'essere umano e,
in definitiva, fare oltraggio a Dio, di cui egli è immagine. Per
questo il fanatismo fondamentalista è un atteggiamento radicalmente
contrario alla fede in Dio. A ben guardare il terrorismo
strumentalizza non solo l'uomo, ma anche Dio, finendo per farne un
idolo di cui sr serve per i propri scopi".
Non ho da aggiungere niente, perché il testo si commenta da solo.
Con stima Le porgo distinti saluti.
(Mario Roych - Perugia).
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