Da: lawlife@freemail.it 
Risposta: lawlife@freemail.it 
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it> 
Data: Giovedì, 8 novembre 2001 12:00
Oggetto: Ezechiele


Gentile redazione,

Ezechiele non è solo un lupo e quelli seduti in una delle foto manipolate non sono i tre teneri porcellini... Quei fotomontaggi di Ezechiele, mi ricordano quelli pubblicati fino a qualche tempo fa da un certa rivista di sinistra. In comune hanno lo stesso intento provocatorio e un chiaro invito alla riflessione.

Non credo nella mania di protagonismo del fotografo, né tanto meno nella volontà di alterare la verità dei fatti. Chi vuol essere il "protagonista della situazione", non si limita a sovrapporre la propria immagine a quella di un semplice gregario dello sceicco, ma aspira ad interpretare colui che si sente il Padreterno in persona.

In un passo dell'Amleto si legge che: “In una nuvola ognuno è libero di vedervi un cammello, una donnola o una balena, a seconda dell'umore e della preoccupazione del momento”. Sovrapponendo la propria immagine, quel fotografo vuol forse renderci partecipi del suo coinvolgimento emotivo.

Simbolicamente, era lì che aiutava a sostenere la lettiga dei feriti e provava la stessa paura degli americani che scappano lasciandosi la tragedia alle spalle. Allo stesso modo ci comunica di avvertire quel senso di impotenza provato dagli uomini che fanno capolino tra le macerie dei bombardamenti.

Riguardando un film di Tavernier del '98, intitolato Ricomincia da oggi, mi è rimasta impressa la frase dell'ultima scena. La voce narrante del piccolo Daniel dice: “Dai nostri padri abbiamo ereditato cumuli di pietre e il coraggio di sollevarli”.

Mi sono chiesta: quale sarà la foto che verrà scattata quando questa sorta di competizione sarà finita? Quella di un volto freddo e barbuto sul quale si leggerà solo una trionfante crudeltà o quella di un bambino chino a raccogliere pietre?

Roberta Bonocore

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