I
lettori scrivono
Da: Maria Milano <mmilano@esad.pt>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Domenica, 4 marzo 2001 12:19
Oggetto: Intervista
a Jurgen Habermas
Ho appena letto l'intervista a Jurgen Habermas.
Apprezzo molto la "tensione utopizzante" a cui
implicitamente fa riferimento Habermas, nella speranza che l'Europa e
la sua civitas riesca a prendere coscienza piena di sé, attraverso
per esempio una Costituzione che ne leggittimi l'dentità collettiva.
La questione bruciante mi sembra il fatto che oggi, progressivamente,
stia scomparendo il proprio senso di urbanità, di identitá
collettiva, di progetto comune, immersi come siamo nella realtà
ovattata alla quale continuamente ci riportano gli sviluppi
dell'elettronica e le pratiche sociali corrispondenti. Pratiche queste
che inducono verso la ricerca esasperata di un inquietante
individualismo, protetti dallo schermo confortabile dell'anonimato in
cui ci nascondiamo, quando "usiamo" il nostro spazio vitale
che è la città. Essa già non è espressione di identità
collettiva, ma mere sommatoria di entità individuali che trovano la
loro ragion di esistere nell'unica consapevolezza (effimera) di
sentirsi "in rete" con il mondo.
I miei più cordiali saluti
Maria Milano
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