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La flessibilita' tutela i posti di lavoro

 

Ingrid Fuchs

   
 
La flessibilità? In Germania è una realtà da oltre un decennio. Già alla fine degli anni '80 la Volkswagen, la nota casa automobilistica, ridusse l'orario di lavoro a trentacinque ore settimanali - con un proporzionale aggiustamento delle paghe - pur di salvare i posti di lavoro di migliaia di operai destinati altrimenti al licenziamento. La DGB, Deutscher Gewerkschaften Bund, la confederazione dei sindacati tedeschi, ha stimato intorno a quarantamila il numero di contratti "flessibili" esistenti sul territorio nazionale. Riduzione dell'orario di lavoro, diminuzione dei salari e degli stipendi, abbassamento dell'età pensionabile: attraverso queste misure si tutela il posto di lavoro, dicono in Germania.


Di recente, ad esempio, è stato raggiunto un accordo tra i lavoratori tessili e il sindacato che prevede il prolungamento a quaranta ore settimanali per fronteggiare la concorrenza delle fabbriche dell'Estremo Oriente. D'altronde non esistono leggi che proteggano il lavoratore: si può essere licenziati anche senza giusta causa. Ma questo non significa che non ci siano garanzie, anzi. L'impegno dei vari governi che si sono succeduti, dal dopoguerra in poi, è stato sempre quello di consentire e assicurare a ogni cittadino l'inserimento nel mondo del lavoro. Semplicemente si è cercato di evitare strategie "protezioniste". Vediamo allora brevemente come funziona il sistema tedesco.

La formazione

Non si può accedere a nessun tipo di impiego senza un'adeguata preparazione: la prassi, in Germania, prevede la "Ausbildung", la formazione. Dare una specializzazione, una competenza che sia in linea con l'offerta lavorativa, è lo scopo della scuola secondaria tedesca. E' inutile preparare e indirizzare dei giovani verso settori in cui non c'è richiesta o che sono già saturi, e lo Stato investe perciò molte risorse affinché, al termine dell'iter scolastico, più o meno lungo, ognuno trovi una occupazione conforme a ciò che ha imparato durante il periodo di formazione. La Ausbildung offre un altro vantaggio: chiunque ha una preparazione adeguata può cercare di migliorare la propria posizione (cercando un lavoro meglio retribuito, con orari migliori, ecc.) e non ha nulla da temere qualora perda il posto perché ha comunque possibilità di essere reinserito, avendo una specializzazione che pochi altri hanno. Quindi la preparazione scolastica rende più mobile il mercato del lavoro e permette maggiore flessibilità, sia alle imprese che ai lavoratori.


Il sindacato

Con più di nove milioni di iscritti il sindacato tedesco è una vera e propria potenza, politica ed economica. Nelle situazioni di crisi - come nel celeberrimo caso Volkswagen - l'intervento sindacale si è dimostrato indispensabile per mediare tra lavoratori, imprenditori e Governo. Di fatto, l'impegno è sempre stato quello di trovare soluzioni che non scontentassero nessuna delle parti in causa, anche se per raggiungere degli accordi la strada non è stata sempre facile. "Lavorare meno, lavorare tutti" è uno degli slogan di cui la DGB si è fatta promotrice nel passato, ma che è ancora oggi valido e attuale. I posti di lavoro sono un diritto e la stabilità del Paese dipende anche dalle certezze che si sanno dare ai cittadini: il compito del sindacato è quello di sorvegliare e adoperarsi per il bene di tutti.

Il Betriebsrat

All'interno delle imprese esiste un organo costituito dai lavoratori, non necessariamente sindacalizzati, che ha una funzione di salvaguardia dei diritti dei dipendenti: il "Betriebsrat", il consiglio di fabbrica. E' un'istituzione molto importante: come il sindacato ha una funzione "protettiva" degli interessi dei lavoratori e può intervenire direttamente nelle questioni interne dell'impresa; dunque, rispetto al sindacato, agisce in maniera più specifica e mirata. Soprattutto nelle piccole e medie imprese impedisce che il datore si comporti da padrone e cerca di evitare ingiustizie e discriminazioni.

Conclusione

Pur senza leggi speciali che assicurino il posto di lavoro fisso, in Germania i rischi per il lavoratore dipendente sono ridotti al minimo e flessibilità non significa incertezza: l'impiego garantito non è una promessa demagogica, per far contenti gli elettori alla vigilia delle elezioni e conquistare dei voti, ma un impegno per il Governo, per l'opposizione e i sindacati al fine di garantire stabilità, governabilità e tutelare il bene e l'interesse comuni.

 

 

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