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Letti per voi/Una risorsa, non un rischio

 

Luciano Gallino

 

  Questo articolo è apparso su la Stampa  del 13 luglio  

Le coppie italiane hanno deciso di spopolare la penisola, generando in media solo 1,2 figli ciascuna, col rischio di affondare pure l’economia, che perderebbe nei prossimi 25 anni almeno 9 milioni di lavoratori? Non c’è da preoccuparsi più di tanto. Ci penseranno gli immigrati a colmare il vuoto. Che questo stia diventando un esito assai probabile si può desumerlo da varie fonti. Anzitutto dai recenti dati Istat sugli stranieri residenti in Italia, i quali dicono che le nuove registrazioni di minori appartenenti a famiglie immigrate stanno superando le 40.000 l’anno, e cresceranno ancora. Le vie d’arrivo sono diverse: l’immigrazione diretta di bambini al seguito di genitori; le nascite in Italia, dove le famiglie immigrate fanno registrare tassi di fertilità più che doppi rispetto ai locali; e i ricongiungimenti famigliari, che la legge prevede per gli immigrati in regola.

  Non meno rilevanti dei processi demografici vanno giudicate, parlando di antidoti allo spopolamento della penisola, le crescenti aperture nei confronti delle immigrazioni che si registrano in sede economica e politica. Molti imprenditori guardano con preoccupazione, e lo dicono a voce sempre più alta, ad un futuro in cui dovesse ridursi, piuttosto che ampliarsi, l’afflusso di immigrati disposti a fare i lavori che gli italiani schivano. E ciò fanno perché si tratta per lo più di lavori pesanti, nocivi e rischiosi, non di rado sottopagati; i quali però, agli occhi di chi proviene dal Sud del mondo, rappresentano un primo miglioramento rispetto alle condizioni di vita che si son lasciati alle spalle. Quanto ai politici, soltanto ieri il Presidente del Senato Mancino si è espresso a favore d’un flusso migratorio annuale assai più alto di quello dell’ultimo quinquennio, sia per mantenere costante il livello complessivo della popolazione, sia per evitare che si riduca la popolazione in età lavorativa, con effetti disastrosi, oltre che sull’economia, anche sulle pensioni.

  Sommando i processi demografici in atto con le ammissioni sempre più esplicite in sede economica e politica che restringere il flusso degli immigrati sarebbe un rischio per il paese, le previsioni sul futuro della popolazione cambiano. Nel 2025 e oltre la popolazione italiana conterà assai probabilmente i 58 milioni di oggi, se non anzi qualche milione in più. Parlerà quasi al 100% un buon italiano, con le cento inflessioni regionali che lo caratterizzano. Soltanto che la varietà esteriore dei colori della pelle, e quella interiore delle memorie delle origini, sarà molto più accentuata.

 

 

 

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