Segnalazione/Nutrizione e riabilitazione
        nella malattia da HIV   
         
        Odette Misa Sonia Hassan   
         
        "Patologia del dimagrimento" questa è la locuzione utilizzata
        in Africa per definire la malattia da HIV e lAIDS. Il dimagrimento è stato infatti
        la caratteristica classica di questa malattia e lo è ancora, purtroppo, nei paesi del
        Terzo Mondo. Non più da noi, nei paesi industrializzati, dove si utilizza la nuova
        terapia degli inibitori della proteasi, che hanno modificato la storia naturale della
        malattia, consentendo una vita normale con uno stadio immunitario discretamente
        conservato.  
          
         
        Dunque lHIV non evolve più in AIDS: cambia qualcosa nel trattamento nutrizionale
        della malattia? Con questo interrogativo si è cimentato - primo in Italia - il Convegno
        "Nutrizione e riabilitazione nella malattia da HIV" organizzato dallA.D.I.
        (Associazione di dietetica e nutrizione clinica), tenutosi a Roma il 16 giugno 2000 alla
        Scuola dello Sport - Coni. Allincontro, aperto non solo agli operatori del settore -
        medici, dietisti, psicologi, farmacisti, infermieri e assistenti sociali- ma anche alle
        associazioni dei pazienti, hanno partecipato tra gli altri la Prof.ssa M. A. Fusco,
        presidente ADI, che ha introdotto la giornata, offrendo una veduta dinsieme sulle
        problematiche nutrizionali della malattia da HIV.  
         
        Il Dott. C. Tubili, consulente dietologo dellospedale L.Spallanzani di Roma, ha
        evidenziato come dalla gestione della malnutrizione linteresse si sia spostato sulla
        composizione corporea e lalterata distribuzione del grasso. Fenomeno che la medicina
        chiama lipodistrofia e che consiste in un accumulo di grasso addominale con una riduzione
        di quello sottocutaneo, con conseguenze sulla qualità della vita. Infatti
        lalterazione della composizione corporea provoca aumento dei trigliceridi, obesità
        e malattia dismetabolica.  
         
        La riduzione del rischio di queste patologie è lobiettivo nutrizionale che è
        emerso dalla tavola rotonda animata, tra gli altri, dal Dott. A.Clementi, primario
        diabetologo del S.Camillo di Roma e dal Dott. M.Marcelli, primario dietologo del
        S.Giovanni. Il Dott. M.Serafini dellIstituto Nazionale della Nutrizione ha quindi
        portato il discorso sul rapporto tra micronutrienti e immunità, mentre il Dott. M.
        Giampietro, Dipartimento di Medicina - Scienza dello Sport, ha sottolineato come
        lattività fisica possa essere uno strumento di riabilitazione nella malattia da
        HIV. Infine la gestione nutrizonale in pediatria quindi è stata trattata dal dr. G.
        Morino del Bambin Gesù.  
         
        Il punto di vista dei nutrizionisti è stato arricchito dagli infettivologi A. Antinori,
        P. Narciso e G. Antonucci. Tra gli intervenuti un gruppo di pazienti ha evidenziato come
        la pratica dellauto-aiuto sia stata efficace per molti di loro
        nellaccettazione della malattia e di facilitazione allapproccio terapeutico. 
         
         
         
          
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