Un nuovo progetto politico
Luigi Baglivo e
Mario Bonaccorso
Nellesperienza della Giovane giunta Milano 2001 si ritrova
un gruppo di giovani tra i venti e i trentanni, che ha come
riferimento politico larea del centrosinistra. Siamo la generazione
X, quella della lunga adolescenza, dellapatia politica, che
ha deciso di mettersi in gioco, partecipando visibilmente alla vita
politico-amministrativa della propria città. Il nostro obiettivo
è di costituire, attraverso un confronto sui problemi concreti,
unopposizione valida ed efficace alla giunta del centrodestra
guidata da Gabriele Albertini, così come di esercitare unazione
di stimolo nei confronti di un centrosinistra incapace di rispondere
alle esigenze molteplici che provengono da una società complessa
come quella milanese, e stanca appendice di quei vertici nazionali
che sembrano aver abbandonato Milano a se stessa.
La profonda crisi della coalizione progressista nel capoluogo lombardo
emerge chiaramente da una semplice lettura dei dati elettorali:
1993: Nando Dalla Chiesa è sconfitto da Marco Formentini, candidato
della Lega;
1994: il centrosinistra non prende un seggio a Milano;
1996: pur vincendo le elezioni politiche, a Milano lUlivo
riesce a eleggere pochissimi parlamentari, molti dei quali grazie
al sistema del ripescaggio;
1997: Aldo Fumagalli è sconfitto da Gabriele Albertini, candidato
del Polo;
1999 e 2000: la sconfitta alle elezioni per il parlamento europeo,
per i consigli circoscrizionali, alle provinciali e alle regionali
assume proporzioni drammatiche.
Non cè alcun dubbio che Milano sia profondamente cambiata
in questi ultimi dieci anni: il mercato del lavoro, i tempi di fruizione
della città, la composizione etnica del tessuto sociale, la richiesta
di spazi e i bisogni dei cittadini milanesi hanno subìto profonde
trasformazioni. Per contrasto i partiti sono sprofondati in un sistema
di autoreferenzialità, si sono chiusi in se stessi, hanno perso
radicamento sociale e conseguentemente, complice anche la rissosità
nella coalizione che governa il paese, hanno ridotto la capacità
di raccogliere consenso politico.

Dallaltra parte il centrodestra, che da tre anni governa a
Milano, ha rinunciato al ruolo dindirizzo politico per privilegiare
una gestione meramente amministrativa e burocratica dellesistente,
e, ispirata da logiche aziendalistiche e affaristiche, ha inferto
un duro colpo al modello del welfare ambrosiano. A Milano si chiudono
così le biblioteche rionali, i centri sociali comunali, le scuole
civiche, si privatizzano le aziende municipalizzate sulla scia di
unondata neoliberista, che non sempre porta benefici per i
cittadini (il caso dellAzienda elettrica municipale, letteralmente
svenduta, è altamente significativo), si trascurano le periferie,
non si attuano politiche efficaci contro il traffico e linquinamento,
si trascina la questione del depuratore in un clima che ricorda
la Tangentopoli dinizio anni Novanta, si mortifica il già
debole decentramento amministrativo, si spendono miliardi per costruire
opere pubbliche di dubbia utilità, si considera limmigrazione
come un problema dordine pubblico e si fa crescere la tensione,
la paura e la diffidenza in città.
Da questanalisi della realtà nascono le ragioni per le quali
ci siamo mobilitati: non vogliamo vivere in una città governata
in questo modo, e non vogliamo rassegnarci allidea di un centrosinistra
costretto perennemente allopposizione. Per questo la Giovane
giunta è un progetto di governo, che da un lato si vuole ancorare
fortemente al territorio, e dallaltro ha scelto il confronto
costante con lamministrazione cittadina mediante la duplicazione
delle figure di governo. Abbiamo cioè scelto un gioco di ruolo che,
inserendosi nella tradizione del governo ombra anglosassone, realizza
lopposizione non sui princìpi, ma sui problemi della città
e sulle scelte della giunta del centrodestra.
Il nostro punto darrivo sono le elezioni amministrative del
2001, quando speriamo che la coalizione del centrosinistra saprà
esprimere un candidato sindaco non più frutto delle contrattazioni
tra le segreterie politiche romane, ma espressione della società
milanese, e consapevole delle difficoltà che la nostra città si
trova a vivere in questo periodo storico. Il programma è allora
lelemento fondamentale: dobbiamo riuscire a capire e a dare
risposte ai problemi della piccola e media impresa milanese, alle
professioni emergenti dalla new economy, ai lavoratori tradizionali,
così come a quei 200.000 lavoratori atipici, per la maggior parte
giovani tra i 25 e i 35 anni, che non hanno nessuna tutela o garanzia.
Allo stesso modo è nostra ferma intenzione contribuire a valorizzare
e incentivare le realtà socio-culturali che storicamente caratterizzano
la nostra città (le associazioni non-profit, i centri sociali, le
scuole, le università, ecc.), e tutte le nuove realtà associative
milanesi.
Lo strumento per la realizzazione del programma è un approccio metodologico
che anteponga alle scelte e alle soluzioni uno studio attento della
realtà, lanalisi e la comprensione dei problemi, la conoscenza
del territorio, e il confronto con gli attori che vinteragiscono.
Un approccio che consenta di invertire il punto di vista col quale
finora Milano è stata amministrata: non più un processo dallalto
verso il basso (top-down), ma dal basso verso lalto (bottom-up).
Non sono i cittadini che chiedono alla politica, ma è la politica
che si pone in una posizione dascolto, intercetta le istanze
sociali ed è pronta a proporre le sintesi adeguate.
Il comune è per noi il luogo su cui bisogna insistere per rifondare
la politica, e questa rifondazione passa anche attraverso una modificazione
della sua logistica tradizionale, possibile grazie agli strumenti
che oggi offre linformation technology. Tutto ciò si può realizzare
dando attenzione non soltanto alle comunità naturali, ma anche a
quelle che si costituiscono sulla base dinteressi specifici
e di valori condivisi. Il punto nodale diventa allora quello di
favorire la costruzione di una rete delle diverse comunità, per
consentire a Milano di diventare una città in rete, dove tutti possano
essere messi nella condizione di comunicare con tutti, in un sistema
multidirezionale che coinvolga anche la pubblica amministrazione,
e che esalti il sistema classico della rappresentanza, per mezzo
di un confronto costante con i cittadini.
Internet non è indubbiamente lunico strumento attraverso cui
realizzare una politica dellascolto. Altrettanto importante
è linterazione diretta con i cittadini. Per questo motivo
nei prossimi mesi avvieremo un monitoraggio costante del territorio,
per raccogliere le domande e i bisogni dei cittadini milanesi. La
nostra intenzione è riuscire ad avere un camper per ciascuna delle
nove circoscrizioni milanesi. La campagna elettorale è iniziata.
Milano merita unalternativa di centrosinistra. Noi lavoriamo
per realizzarla.
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