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Sospeso ad ovest

Niccolò Fabi con Antonia Anania

 

Sia che s’incontri di persona che telefonicamente, Niccolò Fabi sembra avere la testa fra le nuvole: vago e pensoso, aereo e indefinito anche nel tentativo di definirsi, icontemporaneamente mbarazzato e apparentemente compiaciuto di sé. Potrei denominarlo il "cantante filologo", visto che ha in tasca una laurea in filologia romanza e in testa un approccio etimologico con le parole, ma non so fino a che punto ne sarebbe contento. Ama il MedioEvo e i manoscritti, frequenta le biblioteche, le osterie e la radio di notte, porta gli occhiali e indossa spesso cappelli che nascondano i folti capelli (quella "specie di medusa" della quale parlava nella sua canzone, "Capelli", appunto).

Ad Aprile è uscito il suo nuovo album intitolato "Sereno ad Ovest". Rispetto a "Il giardiniere" e "Niccolò Fabi", quest’ultimo lavoro, parecchio pubblicizzato, si differenzia per essere "tutta farina del suo sacco", come afferma lui stesso, una farina mista però, perché se il singolo "Se fossi Marco" è orecchiabile sin dal primo ascolto, nel cd ci sono anche canzoni che bisogna scoprire lentamente. Naturalmente il fatto che ogni parola sia stata scritta da lui, ogni strumento (o quasi) sia stato suonato da lui, rende questo disco originale e unico.

E’ un lavoro egocentrico (nel senso etimologico della parola) in cui Fabi racconta di amori a distanza, quasi sconosciuti, immaginati e tenuti in sospeso; di premure per corrispondenza; di amici deludenti e di autoconfessioni, con un linguaggio semplice, intenso e soppesato. Malgrado ogni tanto la musica possa apparire monotona, monotematica e superimposta alle parole, lo sforzo musicale e vocale è indubbio e alcuni arrangiamenti danno particolare respiro alle canzoni.

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Peschiamo al volo Fabi telefonicamente, al Comitato della IX edizione della Partita del Cuore organizzata quest’anno insieme al "Peres Center for Peace". Niccolò è stato il portavoce della partita giocata il 25 Maggio tra la Nazionale Cantanti e gli All Stars for Peace, e in Primavera si è recato a Gerusalemme per discutere l’iniziativa con Arafat

Durante l’intervista, ha spesso bisogno di tempo per riflettere, s’incarta, filosofeggia e divaga per farsi capire, e a volte rimane "a 10 cm di distanza", come canta in un brano del suo ultimo CD.

Se fossi Marco, Andrea, Carlo,… che cosa ti raccontano i nomi?

I nomi raccontano le cose che si possono immaginare dietro di loro. Sono consequentia rerum ,come si diceva un po’ di tempo fa, e sono molto legati a quello che rappresentano.

Questo interesse per i nomi dipende dai tuoi studi filologici?

Potrebbe anche dipendere dalla mia deformazione accademica, ma anche più semplicemente dalla curiosità di vedere se ci sono caratteristiche simili tra il nome di una persona e il suo corpo. E’ un aspetto di gioco, non solo di approfondimento.

Ho notato che anche il tema di presentarsi agli altri per come non si è, ti interessa particolarmente.

(Ride) Sì,mi interessano le presentazioni in genere, perché poi su quello che si è e quello che non si è, rimangono sempre sufficienti dubbi. A un certo punto vince la forma, vince il fatto che una persona si presenti in una maniera che ti appare vicina e gradevole. Che sia autentica o meno, a volte è secondario, soprattutto nei rapporti superficiali, che sono la maggior parte di quelli che uno ha. Per esempio mi fa piacere che il barista mi sorrida presentandomi il caffè, anche se mi odia dentro: tanto non avrò mai occasione di saperlo.

A proposito di nomi e presentazioni, alcuni cantanti scrivono le canzoni partendo dai titoli, è il tuo caso?

No, per me è il contrario. A differenza di qualche mio amico, non riesco mai a trovare un titolo. Sarà perché non ho il dono della sintesi.

E il titolo dell’intero CD, "Sereno ad Ovest"?

E’ venuto insieme alle canzoni. Quando stavo lavorando al computer era il titolo di ogni documento che aprivo per salvare ciascun nuovo brano. Poi in realtà, mi accorgevo che quel titolo non aveva più senso, perché le canzoni si evolvevano in maniera completamente diversa, ma siccome era rimasto nell’aria, mi sembrava che, pur non rappresentando una singola canzone, rappresentasse tutto l’insieme e allora l’ho tenuto.

Il riferimento a "L’aria serena dell’Ovest", il film di Silvio Soldini è voluto?

No, non era voluto, me ne sono reso conto dopo, ma a quel punto mi ha fatto piacere. Il mio CD e il fim di Soldini sono comunque due modi differenti di vedere l’aria serena e l’Ovest. L’aria serena del film sta nel ritornare alla situazione di partenza e non realizzare i desideri, per noia o perché ci si fa travolgere dagli eventi e non si agisce secondo la propria volontà. La mia serenità invece è spostata verso un orizzonte che mi piace immaginare più ad Occidente che ad Oriente e che consiste nel tramonto, non nell’Occidente inteso come West, come America.

Dunque qual è l’aggettivo più adatto a descrivere il tuo disco?

Direi sospeso. Sì, penso che il termine sospeso sia quello più vicino a ciò che c’è nel disco: pensieri in aria, imbarazzi, fragilità e distanze. E’ vero che le prese di posizione sono più evidenti quando sono denunciate come in "Scherzo", ma compaiono anche in modo meno esplicito: "Rimani lì a 10 cm" ad esempio è una presa di posizione molto più delicata, ma forse anche più precisa e più forte.

Per chi scrivi le tue canzoni ?

Credo che esistano sensibilità simili o vicine che si riconoscono reciprocamente a prescindere dall’età, dalla geografia, e da qualsiasi altro tipo di divisione, quindi suppongo di scrivere per loro, o almeno credo che loro siano gli ascoltatori delle mie canzoni.

Canzoni pensate e sospese in un limbo di indefiniti-definiti sentimenti. Ne puoi concretizzare una, collegarla a un fatto concreto?

No assolutamente, non devono essere collegate alla realtà. E’ vero che in alcune canzoni ci sono dei collegamenti, però è giusto che li sappia solo io. Non credo che serva a qualcuno ancorare un brano a una mia esperienza pratica

Raccontami del Niccolò curioso

Il Niccolò curioso sta in una frase di una canzone: "Se vuoi parlare sono qui, mi puoi sentire, voglio ascoltare solamente e immaginare". Anche in un’altra canzone c’è lo stesso desiderio di tenere le cose con un ultimo velo in mezzo, in modo che ci sia sempre un’ulteriore possibilità di avvicinamento, volendo. E' quel piccolo diaframma che genera la curiosità e il desiderio nei confronti delle donne, ma anche di qualsiasi altra cosa.

Soffermiamoci sull’amore: vuoi fare il giardiniere (n.d.r. l’amante premuroso) per corrispondenza?

(Sospira) Sai che non lo so? Adesso mi sto muovendo, non sto più a casa a scrivere o telefonare. Muoversi è un momento diverso da quello dello scrivere, del fare le cose per corrispondenza. Se è vero che sono sospeso tra l’essere giardino e giardiniere (n.d.r. l’amato e l’amante), adesso muovendomi potrebbe realizzarsi qualcosa.

"Sembravi" è una canzone amara sull’amicizia. Hai pochi amici?

No, gli amici ci sono e non tutti meritano quella canzone. Ce ne sono alcuni però che sembravano amici ma non lo erano. Capita a tutti che la crescita comporti l’allontanamento e il tradimento, anche nell’amicizia. Uscire da quel senso di appartenenza, di complicità per cercare liberamente la propria strada ogni tanto fa soffrire ma è naturale.

A proposito di amici, Max Gazzè e Riccardo Sinigallia hanno collaborato con te agli album precedenti. Quanto c’è di loro nella tua musica e viceversa?

Con Max Gazzè abbiamo scritto solo una canzone. La collaborazione principale è stata con Riccardo Sinigallia, col quale ho fatto musica da quando avevamo 17/18 anni. Ci siamo influenzati reciprocamente, e parecchio: nella mia musica ce molto di suo e nella sua c'è molto di mio. Probabilmente aver poi seguito strade separate è servito a delimitare e ci ha aiutato a ricercare meglio il nostro stile personale. L’assenza musicale di Riccardo si avverte in questo disco. Non è però un disco del tutto differente visto che ho continuato a fare ciò che mi piaceva.

Bob Dylan canta che la leggerezza è una scoperta della maturità. E tu stai diventando più leggero?

(Ride) No, no per niente. La leggerezza spesso è una conquista, quella di alcune mie canzoni è infatti un tentativo di sollevarmi.


Se volete saperne di più su Niccolò Fabi, potete visitare il suo sito ufficiale (www.niccolofabi.com), o connettervi con i siti
http://www.virginmusic.it   o http://www.musix.it , http://niccolo.web.com .



 

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