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Verso il sistema tedesco?

Veltroni, Berlusconi, Bossi e Bertinotti con Bibi David

 

Il mancato quorum al referendum sull'abolizione della quota proporzionale ha gettato lo scompiglio fra le forze politiche. Il nodo della legge elettorale è divenuto più che mai pressante. La discussione all'interno degli schieramenti è accesissima, e riguarda sia la ricerca di un modello che sostituisca l'attuale Mattarellum, sia i tempi e i modi per il raggiungimento di un accordo. Anche la proposta del Presidente Amato, che ha offerto la mediazione del Governo, ha diviso i partiti. Abbiamo interpellato autorevoli esponenti di diverse forze politiche per conoscere la loro posizione.

WALTER VELTRONI (segretario Ds). "Ciò che il fallimento dei referendum ha evidenziato non è, come vorrebbe far credere Berlusconi, la sconfitta del centrosinistra, nè un problema di disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, quanto piuttosto un pesante scontento per il modo in cui si è affrontata la discussione fra i partiti e soprattutto per questa legge elettorale. E' urgente che si giunga adun accordo fra tutte le forze politiche: bisogna infatti evitare di trascinare all'infinito un discorso che, se protratto ancora, rischia di non farci lavorare adeguatamente su temi di estrema rilevanza come, anzitutto, la preparazione delle politiche del 2001.

Dovremo lottare per restare un Paese basato su un sostanziale bipolarismo, sostenendo il modello tedesco con sbarramento al 5 per cento. Mi rendo conto, infatti, che i cittadini hanno dato, il 21 Maggio, chiara indicazione affinchè resti la quota proporzionale, ma ciò non significa certo che hanno bocciato il bipolarismo! Va evitato il ritorno al passato, dunque meccanismi come il premio di maggioranza, che consenta la stabilità, e un sistema uninominale, che non consenta il ritorno al vecchio sistema delle preferenze, sono da guardare con favore. Da parte mia, non escludo un accordo col Polo per la legge elettorale: io sono convinto che anche il centrodestra voglia scongiurare un balzo indietro dell'Italia."

SILVIO BERLUSCONI (presidente Forza Italia) "Forza Italia dovrà battersi a nome di tutti coloro che, astenendosi dal voto referendario, hanno chiesto un serio cambiamento della vita politica italiana. Nel giro di trenta giorni Camera e Senato dovranno varare una nuova legge elettorale, modellata sul sistema tedesco corretto con il premio di maggioranza. Immediatamente dopo, caduto l'alibi della legge elettorale, si potrà andare finalmente verso le elezioni anticipate. Non c'è alcuna possibilità di mediazione da parte di un governo non scelto dai cittadini come quello di Amato: è in Parlamento che occorre trovare un accordo. Mi auguro che anche i Ds, che ora sembrano accogliere l'idea del modello tedesco, comprendano questa necessità"

FAUSTO BERTINOTTI (segretario Rifondazione Comunista) "La legge elettorale vigente va assolutamente modificata, prima possibile e in modo assai marcato.Ora che il progetto di americanizzare stupidamente la politica italiana è stato sonoramente bocciato, il sistema attuale deve lasciare il posto a un cancellierato alla tedesca che garantisca pochi partiti e piena democrazia. La legge va approvata dal Parlamento, senza mediazioni da parte di Amato. Del resto, questo governo non ha alcun senso, come non ha più senso l'assurda alleanza fra Ds e centristi. Veltroni dovrebbe capire che è per lui indispensabile un dialogo con noi comunisti in vista della formazione di una vincente sinistra plurale, secondo la formula già collaudata in Francia"

UMBERTO BOSSI (Lega Nord) "Non credo sia possibile giungere ad un accordo sulla legge elettorale nelle prossime settimane. Né il governo né la sinistra hanno reale interesse a che ciò avvenga. Questa maggioranza è infatti basata su ricatti e tempi morti. Penso dunque che occorrerebbe prima procedere allo scioglimento delle Camere e alle elezioni anticipate, e solo dopo varare la legge elettorale. E' inutile che Ciampi speri di mediare, o di trovare comunque un accordo, fra sinistra e centrodestra! Se devo dire qual è la mia preferenza, è ovvio che essa vada a un modello tedesco senza premio di maggioranza: il modello adottato in Germania infatti è già maggioritario al cinquanta per cento e non c'è certamente bisogno di ulteriori premi."



 

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