Perù, se un indio sfida Fujimori
Cesar Rodriguez Rabanal con Marco Calamai
Fujimori, al potere in Perù da ben dieci anni, non è riuscito, nelle elezioni dello
scorso 9 aprile, ad imporsi al primo turno sul suo rivale, Alejandro Toledo. La protesta
internazionale contro il sospetto di brogli su larga scala lo ha obbligato ad accettare
una seconda sfida. E ora il paese, sempre più lacerato da paurose disuguaglianze
economiche e razziali, attende con ansia il prossimo ballottaggio, appuntamento decisivo
per la tenuta democratica del Perù.
Ne parliamo con Cesar Rodriguez Rabanal, psicoanalista ed intellettuale peruviano di
grande prestigio, da sempre impegnato in prima linea, a fianco del Perù povero ed
escluso, nella battaglia per i diritti umani.
Fujimori non ce lha fatta, come molti temevano, a vincere le elezioni
presidenziali al primo turno. Perché?
Cè stata, senza dubbio, una convergenza di più fattori. Linattesa
mobilitazione popolare a fianco di Toledo, da un lato; latteggiamento fermo e
solidale della comunità internazionale, dallaltro. Da questo punto di vista gli
Stati Uniti hanno giocato un ruolo egemonico in difesa dei principi democratici. Un fatto,
questo, che non si era mai verificato prima.
Parliamo ora di Alejandro Toledo, ormai noto in tutto il mondo come el cholo, il
termine dispregiativo con il quale i bianchi, gli eredi degli spagnoli, hanno sempre
chiamato in Perù gli indios. Chi è costui? Un esponente della sinistra? O un
nuovo leader di centro?
Toledo è un economista con idee centriste che parla di "terza via". Non è uno
sconosciuto. Al contrario, da circa quindici anni occupa un certo spazio nella vita
pubblica di questo paese. Nella seconda metà degli anni Ottanta, quando era presidente
Alan Garcia, si parlò già di lui come possibile ministro dell'economia. In ogni caso,
nel contesto politico peruviano, Toledo si colloca sulla sponda democratica.

Come si spiega la sua incredibile ascesa in questa fase? E stato favorito dalla
sua origine in un paese dove gli indios sono storicamente esclusi dalla vita
politica e disprezzati dalla minoranza bianca, tradizionalmente reazionaria e razzista?
Toledo, oltre alla sua fisionomia marcatamente indigena, parla con un accento che mescola
tonalità nordamericane a uno spagnolo dietro il quale si intravede il quechua, la
lingua precolombiana tuttora parlata dalla maggioranza degli indios. Al tempo
stesso appare come lincarnazione del mito del self made man che ha trionfato
nel "paradiso americano" e che è sposato con una gringa, un'ebrea belga
abilissima, la quale oltre tutto parla correttamente il quechua. Toledo è riuscito
a presentarsi come una figura nella quale si identificano i cholos peruviani.
Inoltre è diventato il punto di riferimento di tutti coloro che vogliono la fine del
regime dittatoriale di Fujimori
Toledo è comunque il primo indio che arriva al protagonismo politico. Possiamo
affermare che siamo di fronte al risveglio dellaltro Perù, il Perù indio che
sempre, da quando arrivarono gli spagnoli con Pizarro, ha vissuto nellisolamento e
nella passività? Come votano gli abitanti delle Ande, i più poveri tra i poveri in
Perù?
Può sembrare un paradosso, ma i primi a sostenere Toledo con entusiasmo sono stati i mestizos
(meticci), e non gli indios delle Ande. Fujimori regala ogni giorno una razione di
viveri ai più poveri, ovvero a coloro che temono di perdere quello che hanno se Toledo
arriva al potere. Toledo è un indio "inbiancato", un cholo gringo. Gli
abitanti delle Ande restano sotto il controllo di Fujimori, ovvero di colui che garantisce
gli alimenti, costruisce strade e scuole anche se poi gli insegnanti riescono a mala pena
a sopravvivere e quindi la scuola è di pessima qualità.
Vediamo ora come si collocano dal punto di vista elettorale i bianchi, la tradizionale
oligarchia che ha sempre controllato il potere. Con Fujimori? In ogni caso, come si
spiega, al di là dei brogli, il largo consenso elettorale nei riguardi dellattuale
presidente, dopo ben dieci anni di permanenza al potere?
Fujimori, senza dubbio, ha mantenuto fino a poco tempo fa il sostegno dei bianchi, dei
padroni del capitale. Il disastro del governo presieduto da Alan Garcia, nella seconda
metà degli anni Ottanta, contribuì, soprattutto nella fase iniziale della sua
presidenza, allaffermazione di una valutazione positiva della politica economica di
Fujimori, e ciò malgrado la recessione generalizzata che ha provocato questa politica.
Limmagine di uomo duro che è riuscito a sconfiggere il terrorismo ha fatto il
resto. Tuttavia il carattere sempre più arbitrario con cui è stato gestito il potere da
Fujimori, soprattutto nellultimo periodo, insieme alla assenza di un effettivo
sviluppo, ha drasticamente ridotto le simpatie nei riguardi dellattuale Presidente
da parte di coloro che non partecipano direttamente ai benefici del potere.

E possibile che Alejandro Toledo vinca il secondo turno elettorale? Esiste il
rischio di un golpe strisciante da parte del blocco politico-militare che sostiene
Fujimori?
Un fatto è certo: lapparato civile-militare fedele a Fujimori ha pronto un piano di
brogli per il ballottaggio. Un ballottaggio, va ribadito, che è stato concesso in quanto
il regime è stato costretto dallesterno. Fino a questo momento appare chiaro che il
governo è deciso a non lasciare il potere, costi quel che costi. Daltra parte va
anche detto che Toledo non ha più la certezza di usufruire dello stesso sostegno popolare
del primo turno né della stessa intensità dellappoggio nordamericano. Ciò detto,
non avrebbe senso disconoscere un eventuale trionfo di Fujimori dopo il secondo turno.
Toledo dovrebbe semmai negarsi di partecipare al ballottaggio in quanto non sono
assicurate le garanzie minime di trasparenza e di correttezza. In questo caso si
potrebbero proporre nuove elezioni, per esempio sotto il controllo del Difensore del
Popolo. Non credo, comunque, a un golpe militare. Questa possibilità non è contemplata
nello scenario politico attuale della regione.
Un paio di link:
Lista de Oposicion a
Fujimori
E' il sito Web degli oppositori alla rielezione di Fujimori: immagini, fatti, opinioni e,
in fondo, anche barzellette (in spagnolo)
"Alberto Fujimori, The
President who Dared to Dream"
Riassunto e primo capitolo della biografia del Presidente e del "Miracolo
Peruviano" (secondo il suo autore, Rei Kimura)
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