L'arte di imitare
Bibi David
Il sosia di Massimo D'Alema, un Valentino Rossi in versione sanremesca, .il beffardo
doppio di Berlusconi e perfino il clone di Bill Clinton. Non c'e' dubbio: le imitazioni
spopolano nell'universo tv, tanto che spesso il replicante diventa piu' noto al grande
pubblico di quanto non lo sia l'imitato.
Ma qual'e' il segreto di questo tipo particolarissimo di caricatura? Da cosa dipende la
buona riuscita del doppio? Lo abbiamo chiesto a celebri 'vittime' e 'carnefici' di questo
brillante, e un po' goliardico, gioco delle parti.
GIULIO ANDREOTTI (senatore a vita): "Fin dagli anni'60 e '70 sono stato uno dei
personaggi piu' imitati. Dal formidabile Alighiero Noschese all'estroso Oreste Lionello
del Bagaglino fino a Gigi Sabani, sono numerosissimi i comici che si sono cimentati nel
clonare la mia persona. Non solo ho sempre apprezzato i miei imitatori ma mi sono anche
compiaciuto a duettare con loro. Basta avere un po' di senso dell'umorismo, evitare di
offendersi per le immancabili ironie, e queste 'ombre' diventano tutt'altro che
fastidiose."

MASSIMO D'ALEMA (presidente del Consiglio): "Le imitazioni ben riuscite sono quelle
molto curate dove il trucco e l'acconciatura sono il piu' possibile somiglianti
all'originale. Altrimenti si da' vita a mascheroni ridicoli. Personalmente guardare i miei
cloni, da Sabina Guzzanti ad Albert Colajanni, mi rilassa, mi fa sorridere. In politica,
poi, e' quanto mai necessario avere un sosia, che mostri i propri lati comici, perche' è
nel ruolo stesso di chi detiene il potere l'imperativo di apparire serio, per nulla
divertente."
ALBERT COLAJANNI (sosia di D'Alema in Striscia la notizia): "L'obiettivo del mio
personaggio e' quello di fingersi l'originale e depistare il pubblico. Per questo il mio
D'Alema non rimane chiuso in un teatro o in uno studio televisivo ma va in giro per
strada, nei bar e soprattutto di fronte a Palazzo Chigi. Ritengo che non vi siano segreti
particolari per la riuscita di un clone, l'unico forse è quello di mostrarsi spontanei
davanti alla telecamera."
GIANNI MORANDI (cantante): "Ci vuole abilita', bravura per essere credibili nel
mestiere di comico-imitatore, bisogna diventare esperti delle piu' sofisticate tecniche
del palcoscenico. Chi entra a far parte del regno della notorieta' deve rassegnarsi: prima
o poi vedra' comparire in tv il proprio doppio. L'importante è accettarlo, farci
amicizia. Guardandosi attraverso un'imitazione si riesce a riflettere sulla propria
identita', e questo non puo' che essere utile."

ALESSANDRA CASELLA (attrice): "Mi piacciono le imitazioni argute, di gusto, delicate,
mentre detesto quelle volutamente perfide, cattive. Per costruire un personaggio è
necessario un lungo e assiduo e lavoro. Ricordo che quando imitai Lilli Gruber stetti ore
ed ore a studiare i suoi movimenti, le sue inflessioni, i suoi piccoli difetti. Il fine è
quello di entrare nell'anima del personaggio, e non è facile. Credo che un mago di
quest'arte sia Teocoli, che unisce all'imitazione la parodia, riuscendo a sorprendere con
la sua ironia esilarante: pensiamo alla sua riuscitissima Vinciguerra. Se dovessi oggi
imitare qualcuno, mi piacerebbe molto clonare Rosy Bindi."
TEO TEOCOLI (comico): "Nell'imitare un personaggio cerco sempre di unire le mie
caratteristiche a quelle della vittima prescelta. L'esperienza personale e il carattere di
chi imita sono fondamentali per creare un doppio. Tutti i miei personaggi piu' riusciti,
da Valentino Rossi all'avvocato Prisco al berlusconiano Galliani, hanno qualcosa di
Teocoli: la mia spigliatezza, l'euforia, la battuta pronta. Cio' che conta e' far ridere
ed evitare di essere ripetitivi. Volete sapere chi sara' la mia prossima vittima? Non lo
so, dopo Bill Clinton se volessi puntare in alto non resterebbe che il Papa. Ma non credo
sia il caso..."
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