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Craxi: Cristo o Barabba?

Isabella Angius


Il ritorno di Bettino: Per qualcuno e' un martire, per altri un ladro. Qual e' la vostra opinione?

"In Craxi io vedo Cristo, come in qualsiasi altro malato, fosse anche uno sperduto nel deserto brasiliano": queste le parole di don Verze', fondatore e direttore dell'ospedale San Raffaele di Milano, riportate da La Repubblica pochi giorni fa. I toni delle dichiarazioni fatte da uomini politici e di cultura, in questi giorni non sono tutti uguali. Il Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, si e' espresso a favore del rientro di Craxi per ragioni umanitarie sottolineando che "non spetta al governo decidere in materia di sospensione o differimento della pena per chi sia condannato con sentenze passate in giudicato", il senatore Antonio Di Pietro ha precisato che "Il caso Craxi non e' una vicenda politica ma giudiziaria" e che ''le cliniche italiane sono aperte a tutti, anche ad un latitante, ma che l'impunita' non puo' essere concessa a nessuno''. Esattamente opposta e' la visione di Ugo Intini, storico compagno di partito di Craxi, che dichiara "Mi sembra sbagliato che questa questione venga vista solo in chiave umanitaria: ormai lo hanno capito tutti che questo e' un problema politico grande come una casa".

L'ex presidente del consiglio, Bettino Craxi, non ci sta a farsi definire latitante poiche' spiega che la sua condizione puo' essere definita a pieno titolo come di esule politico. "Tutti sanno dove sono, dove vivo, dove sono reperibile. Non sono in nessun caso ne' un latitante ne' un fuggiasco. Chiunque in Italia continua a trattarmi e definirmi come tale per ragioni di comodo e di demagogia piazzaiola parla semplicemente al di fuori dei testi di legge e dichiara deliberatamente il falso".

Certo e' che Craxi ha diversi conti in sospeso con la giustizia italiana dalla quale e' fuggito. E' un uomo che e' stato giudicato con due condanne definitive, per i processi Eni-Sai e Metropolitana Milanese, per un totale di dieci anni di reclusione; sono ancora in corso invece altri quattro processi relativi a Enimont, Conto Protezione, All Iberian, ed Enel.

Craxi, tuttavia, si ritiene vittima di un gigantesco complotto politico-giudiziario che avrebbe coinvolto decine e decine di magistrati. E' stato Presidente del Consiglio per quattro anni. Era (ed e') un uomo potente.che dispone ancora di molte risorse.

Ha ragione lui o hanno ragione i suoi detrattori? Voi che ne pensate? Scriveteci al nostro indirizzo e-mail: caffeeuropa@caffeeuropa.it.

 


From: "De Marchi Attilio" demarchi@infopoint2.com
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi
Date: Tue, 21 Dec 1999 18:58:03 +0100

In prima linea nella politica italiana si e' esposto senza mezzi termini. Vi sono tante considerazioni da fare ma un uomo di quel carattere e' da perdonare.Lasciamolo ritornare per rinsanguare la nostra politica.

Demarchi  



From: "Emilio Guida" eguida@hotmail.com
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi
Date: Sat, 18 Dec 1999 12:19:17 +0100

 

Caro redattore,

desidero fare solo delle considerazioni e mi pongo le seguenti domande:

1. Perche' i nostri politici non possono essere trattati come tutti gli altri cittadini?

2. E' forse a causa della lentezza dei processi che i nostri piu' o meno "Onorevoli" debbano godere di particolari privilegi?

3. Perche' un "particolare" cittadino che ha subito una condanna penale debba avere un diverso trattamento - ovvero solo i fessi vanno in galera?

4. E' vero, si chiede l'uomo della strada, che taluni processi si sono fatti o non fatti a seconda della connotazione e colore politico? Processi piu' rapidi, giustizia piu' giusta e " la legge e' uguale per tutti" piu' vera, e' cio' che tutti ci auspichiamo.

Mi chiedo, ad esempio, che se i nostri politici non avessero la "scorta" potrebbero rendersi conto di persona come la vita, a causa della micro e macro criminalita', in certe citta' sia particolarmente difficile per i comuni mortali; sarebbero piu' vicini ai problemi del cittadino e gli sarebbe piu' semplice generare delle leggi piu' aderenti alla realta' quotidiana. Credo che sia ora di aumentare la trasparenza delle azioni presenti e di guardare al passato con spirito piu' critico e onesto, riconoscendo gli errori ed orrori di ideologie morte.

Circa il parallelo tra Cristo e Craxi, non ricordo nella mia infanzia di avere sentito dal Vangelo della villa di Cristo ad Hamamet o "danari" sottratti all'erario per il bene dell'umanita'. Anche se ho la sensazione che in Italia di Craxi ce ne siano altri, non tutti sottoposti a processi, condannati o in galera.

Grazie dell'attenzione,

Emilio Guida


 

Date: Sat, 27 Nov 1999 00:13:13 +0100
From: Nino Piras ninopir@tin.it
Subject: Caso Craxi

 Mi pare di percepire una diffusa ostilità tra i partecipanti al forum verso l'ipotesi di un rientro di Craxi in Italia da "uomo libero", come lui pretenderebbe in base a considerazioni giuridiche fatte in casa, e che Berlusconi è stato felice di poter appoggiare (pro domo sua, ovviamente).

Questi uomini sono abituati a una concezione talmente assolutistica del potere, che non possono tollerare di essere comunque sottoposti al potere giudiziario. Un malcostume diffuso tra i nostri uomini pubblici, molti dei quali si sentono quasi in dovere di imporre "soluzioni politiche" a difesa delle tante corporazioni italiane. Nessuno senso dello stato, nessun pudore.

Spero che questo diffuso bisogno di giustizia non torni nuovamente a essere compresso da interessi personali e lobbistici.

 


 

From: "Leonardo Daga (IOL)"
leonardodaga@iol.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi: Cristo o Barabba?

Anche se è un pò tardi per dire la mia, spedisco una lettera alla comunità nella speranza che possa contribuire al generale dissenso nei confronti della ventilata ipotesi del ritorno in Italia dell'ex Onorevole Bettino Craxi.    Innanzitutto, è necessario fare una precisazione: egli è stato al governo per diversi anni e legislazioni. Avrebbe avuto tutto il tempo ed il potere per migliorare l'efficacia di questa giustizia che adesso accusa e che gli si ritorce contro. Come tanti altri membri dei governi che fanno parte della sua generazione (vedi lo stesso Ex-Onorevole Giulio Andreotti) hanno diffuso un tale malcostume nel modo di condurre le istituzioni che dovrebbero essere accusati e incolpati già solo dei loro sbagli politici. E' inutile che adesso andiamo ad incolpare le nuove generazioni della loro mancanza di energia e di spirito fiducioso verso il futuro. Come anche il Signor Marino Segnan nella sua lettera, io affermo che la nostra mancanza di severità nel giudicare i colpevoli degli sbagli del passato in nome della frase, fin troppo usata, "tanto tutti hanno fatto in questo modo", renderà tutti coloro che sono cresciuti e si sono formati negli anni della fine e del tracollo del CAF coscienti che il nostro stato non potrà mai diventare una società basata sul rispetto della legge. Un processo politico? Dovrà avere luogo. Perché venga processata tutta la classe politica della prima repubblica (destra, sinistra e centro), ma anche individuando le singole responsabilità, i singoli sbagli. Un processo civile e penale dovrà avere luogo per tutte le porcherie organizzate dagli uomini di potere e che adesso stanno rovinando la vita dei cittadini meno abbienti. Non credo che mai ci sarà né l'uno né l'altro. Gli uomini politici di oggi sono troppo codardi per mettere in discussione i loro interessi. Non riescono nemmeno a discutere i loro immensi stipendi (se la discussione non volge al loro rialzo) che basterebbero da soli a fare una mini-finanziaria. A dire la verità, non ho nemmeno presente bene il motivo per cui questa adesso venga chiamata seconda repubblica... Chiarisco un punto: Gli "Ex" dedicati a Craxi ed Andreotti sono da intendere come: "Anche se sono stati nominati tali, non ne sono mai stati degni, nè lo saranno mai".    Cittadini, abbiate il coraggio di votare sempre, e che siano uomini giusti i destinatari del vostro voto.   Leonardo Daga

 


 

Date: Sat, 27 Nov 1999 00:13:13 +0100
From: Nino Piras ninopir@tin.it
Subject: Caso Craxi 

Mi pare di percepire una diffusa ostilità tra i partecipanti al forum verso l'ipotesi di un rientro di Craxi in Italia da "uomo libero", come lui pretenderebbe in base a considerazioni giuridiche fatte in casa, e che Berlusconi è stato felice di poter appoggiare (pro domo sua, ovviamente).

Questi uomini sono abituati a una concezione talmente assolutistica del potere, che non possono tollerare di essere comunque sottoposti al potere giudiziario. Un malcostume diffuso tra i nostri uomini pubblici, molti dei quali si sentono quasi in dovere di imporre "soluzioni politiche" a difesa delle tante corporazioni italiane. Nessuno senso dello stato, nessun pudore.

Spero che questo diffuso bisogno di giustizia non torni nuovamente a essere compresso da interessi personali e lobbistici.

 

 


 

Date: Tue, 30 Nov 1999 00:15:47 +0100
From: Emilio Vergani Ulrich@galactica.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Caso Craxi

La questione di Craxi va inquadrata, io penso, nella più ampia questione che riguarda la presenza o meno di uno stato realmente laico. Giacchè qui il soggetto non è Craxi - il giudicato - ma lo stato - il giudicante.

Questo paese non ha mai conosciuto una rivoluzione liberale che innervasse di sé le istituzioni; la sola svolta decisiva con la sua storia è stata la guerra civile partigiana che però non ha saputo vincere l'arretratezza dello stato italiano. Ancora oggi, Berlusconi può gridare contro la magistratura proprio perché non vi è in questo paese una borghesia matura (il suo elettorato) dal punto di vista civile.

Sicché il punto non è chi ha ragione ma il fatto che una questione come questa abbia la forza di imporsi in questo modo e con questa pregnanza per l'opinione pubblica. Laico certamente non significa cinico e quindi insensibile all'individuo - ma Craxi e i suoi amici dovrebbero sapere che per reclamare diritti (che lo stato, non la natura, garantiscono) bisogna farsi carico dei propri doveri verso la collettività.

Emilio Vergani :-) [ottimo il vostro sito]

 


 

X-Sender: coalizione@popmail.iol.it (Unverified)
Date: Sat, 20 Nov 1999 01:43:28 +0100
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
From: Movimento per le riforme istituzionali
coalizione@iol.it
Subject: CRAXI

Ha ragione Intini è una questione esclusivamente politica. Non è possibile nè consigliabile, perciò da evitare, liquidarla in poche, affrettate parole.

Giuliana Olcese
Movimento Riforme Istituzionali
coalizione@iol.it
Movimento per le Riforme Istituzionali

http://www4.iol.it/coaliz

 


 

From: "roberto fiore" robertofiore@virgilio.it
Date: Sat, 20 Nov 99 12:33:55 +0100
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: "Forum Craxi"

Forse Intini ha ragione. Il caso Craxi è un caso politico. Un caso che nasce per far rinascere. In questa nostra "bella Italia" corsi e ricorsi storici appaiono sempre più evidenti. Craxi forse si sente un po' Cicerone, padre della patria ingiustamente cacciato che un giorno ritornerà acclamato dal popolo; le prime acclamazioni si vedano appena 3 anni fa, ma ancora prima qualcuno diceva, "in fondo ha fatto qualcosa di buono". Si sprecavano già allora i paragoni con l'opera di Giolitti, che seppure non portato in giudizio, era il primo ministro del malaffare, che d'altro canto aveva ammodernato l'Italia.

Forse ha ragione Intini, Craxi è un caso politico, il caso che rende testimonianza alla rinascita di quel bel modo di fare politica che era la cosiddetta "Prima Repubblica"; un posto dove l'etica aveva come unico spazio quello dei convegni, dove il "tanto fanno tutti così" era lo slogan di assessori e sindaci piuttosto che di Ministri e parlamentari. Ecco Craxi è questo caso politico, quello di chi accusa senza provare, di quell'Italia che piange sul povero Bettino ma che non sa piangere più sui morti della incuria di governo di 20 anni. Di quell'Italia che accusa e assolve sulla base dello stato di salute ma che non sa dove stia di casa la legge. Ecco è vero, il caso Craxi è un caso politico.

Scusate la lunghezza, e forse lo sfogo.

Complimenti per il sito e per i vostri servizi, e non sono solo di forma.

 


 

From: " Anna Maria Lepore" qapar@tin.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: a proposito di Craxi
Date: Sat, 20 Nov 1999 21:10:29 +0100

A tanti di noi la vicenda non interessa del tutto. Bettino sta dove è voluto andare con le sue gambe, peraltro sfuggendo a una giustizia debilitata e contraddittoria che è l'unica che abbiamo. Io leggo le cronache e tra queste le notizie sulla sua salute. Il distacco dalla vicenda non potrebbe essere maggiore. L'agitazione serpeggia prevalentemente fra i politici, che si identificano con lui e ne giustificano le posizioni. Tanta comprensione può soltanto farmi ulteriormente diffidare.

Anna Maria Lepore

 


 

From: "Gianvito Tracquilio" vitosvito@libero.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Rientro di Bettino Craxi
Date: Sun, 21 Nov 1999 09:21:02 +0100

Faccio parte di quella parte del popolo lavoratore, pago le tasse, mi allaccio la cintura di sicurezza quando salgo in macchina, pago l'anticipo di I.V.A sul fatturato dell'anno precedente (Con i rischi che tutti conosciamo). Non vado avanti per diventare prolisso e brevemente vi dico la mia sulla faccenda Craxi.

Doveva rispondere alla giustizia Italiana 7 anni fa. Non l'ha fatto E' "fuggito" in Tunisia e ci è rimasto, mentre noi "Italiani normali" abbiamo dovuto subire interviste, speciali servizi, che uscivano sulle varie testate giornalistiche ed emittenti televisive, trattando il singolare caso come quello di un rifugiato politico.

Torni in Italia per farsi curare, ne ha tutti i diritti (come cittadino Italiano), ma non si nasconda nella pietosa veste da vittima. Le vittime sono altre, e non mi soffermo altrimenti finirei alle calende greche discutendo su tutte le persone che hanno realmente bisogno di aiuto e non si possono permettere neanche un avvocato.

In breve: 7 anni se li è fatti al caldo gli altri 7 se li faccia al fresco.

Buon lavoro

 


 

Sender: marino@di.unito.it
Date: Mon, 22 Nov 1999 09:46:06 -0100
From: Marino Segnan marino@di.unito.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi: Cristo o Barabba

Senza entrare nel merito della vicenda personale di Craxi, il messaggio di fondo trasmesso dalla vicenda mi sembra il seguente:

SCORAGGIARE le persone che ancora sperano che l' Italia possa diventare una societa' basata sul rispetto della legge.

Ciao,

Marino Segnan

 


 

From: "Marcello" nicole2000@libero.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Napoleone ....un mito per sempre
Date: Sat, 20 Nov 1999 21:39:48 +0100

Mi congratulo  con  Voi  per  la  sintesi   DAVVERO AZZECCATA....sul grande  Imperatore  NAPOLEONE   BONAPARTE.... Mi  chiamo  Marcello  e  sono un dei  tanti   appassionati  del  "  pelato "........    null'altro  da  aggiungere..un  Salutone  Ciao   !!!!!

 


 

From: "Raffaele Facciola" raffaftrid@sprint.ca
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Il ritorno di Craxi
Date: Mon, 22 Nov 1999 08:32:05 -0000

Se Craxi intende curarsi in Italia puo' anche farlo, pero' deve essere prima arrestato. E' un cittadino che per vari e noti motivi ha subito condanne e non si vede perche' debba avere un trattamento, se non si vuol dire di favore, diverso dagli altri cittadini. Craxi dice ho meritato per aver servito lo Stato e la Repubblica. Non si entra proprio in politica per servire i cittadini o che?

Tra l'altro il fatto che dichiari a pie' sospinto di aver contribuito a migliorare la democrazia in Italia ho forti dubbi. Si ricordi la sua abitudine a dire no a tutto cio' che non gli piaceva o non gli interessava; e in testa si puo' mettere la famosa privatizzazione della SME societa' alimentare dello Stato ex societa' elettrica,   bloccata  e costata al contribuente 23.000 o 24.000 miliardi (mille piu' mille meno che differenza fa), senza evidentemente pensare che tali nodi sarebbero arrivati al pettine. Infatti il nodo Craxi e' arrivato al pettine.

Secondo una notizia di oggi Craxi sta raccogliendo tutte le voci e notizie piu' anonime che circolano per distruggere Borrelli. E' questo il modello di democrazia che Craxi intendeva costruire esempio di disobbedienza civile, indisciplina e zero senso civico. E sono stati proprio questi esempi a favorire in Italia l'allargarsi di gruppi e gruppetti e personaggi vari i quali sfruttando ora una moda ora un malinteso riferimento culturale al rinascimento ora tendenze piu' o meno originali, hanno provato e provano a costruirsi una propria impunita' al di sopra della legge fatta solo per chi non puo' evaderla. Infine gli indagati i corrotti sono in agguato per prendersi la rivincita (mi sembra d'essere tornato in seconda elementare), dopo" l'assoluzione" Andreotti, credendo fortemente nel "precedente".   

Raffaele Facciola'

 


 

Date: Tue, 23 Nov 1999 15:57:50 +0100
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi: Cristo o Barabba?

Cattolica praticante, e ben contenta di esserlo, trovo un insulto paragonare l'onorevole (e la minuscola e' voluta) Craxi a Gesu' Cristo, non c'e' nulla nell'atteggiamento del pasciuto ex-leader socialista che ricordi la Passione di Nostro Signore; non mi pare che i sette anni passati a godersela al sole di Hammamet siano paragonabili al Getsemani, agli insulti, agli sputi, alla flagellazione e alla croce, neanche retoricamente.

Il signor Bettino Craxi (con tutto quello che ha fatto avrebbero dovuto togliergli non solo l'immunita' parlamentare, ma anche il diritto ad essere chiamato onorevole, cosa che forse in teoria e' stata fatta, ma i giornalisti non lo sanno o fanno finta di non saperlo) se n'e' andato volontariamente, spendendo una piccola parte dei miliardi rubati a noi italiani per farsi una villa da nababbo, con tanto di polizia privata (basta chiederlo a chiunque abbia fatto un viaggio da quelle parti, e' una delle prime cose che fanno vedere le guide turistiche "vedete, quella e' la villa di Craxi"), e adesso "oh, poverino" si e' ammalato, e non solo lo facciamo curare dai medici italiani (la parcella + spese vive naturalmente saltano fuori dalle precitate ruberie), ma lo vogliamo far tornare in Italia e condonargli anche quanto ha combinato, in barba ai poveri deficienti che continuano a pagare le tasse sempre piu' alte in una situazione che si fa sempre peggiore?

Io il signor bettino craxi (minuscole volute) non lo voglio neanche vedere rimpatriato da morto, in fondo la sua situazione non e' poi tanto diversa da quella dei Savoia, e come non voglio loro, non voglio neanche lui.

Vi prego di omettere nome cognome e indirizzo, grazie.

 

 


 

From: ezio bianchi ezebi@tin.it
To: "'caffeeuropa@caffeeuropa.it'"
caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Craxi: Cristo o Barabba?
Date: Thu, 25 Nov 1999 09:25:10 +0100

Penso che non sia solo un problema di mass-media. Sarebbe più opportuno un atteggiamento comunque rispettoso di una persona malata che intende continuare a portare avanti le proprie idee con la determinazione che ne ha contraddistinto l'azione, nel bene come nel male.

Craxi non è stato un uomo qualunque per la politica italiana ed europea, e non può oggi esservi ridotto a causa della sua malattia e del malfunzionamento delle istituzioni o forze politiche che hanno voluto sacrificarlo in nome di una rivoluzione mai avvenuta.

Gli stessi giudici italiani parlano di corruzione non debellata nè a Milano nè altrove. La crisi dei numeri uno nella giustizia è sotto gli occhi di tutti, la crisi dei numeri due nei partiti anche. L'assenza totale di personalità italiana nazionale nella nostra politica estera, l'ormai supina acquiscenza a modelli politici - istituzionali lontani dal nostro modo di sentire non sembrano meno gravi del superenalotto (che viene visto positivo... per il bilancio) o dell'ecstasy che sta avendo solo ora (anno VII dell'era post-Craxiana) qualche cenno di ... attenzione.

Nel libro "La fattoria degli animali" Napoleon, il maiale a capo della rivoluzione, individua nell' ex-compagno , poi avversario, fuoriuscito Palla di Neve il vero colpevole delle sventure della fattoria.

Siamo sicuri che non faccia comodo ai nuovi veri padroni tenere Craxi come capro espiatorio per non affrontare i problemi e continuare l'eterna, vomitevole ormai , ammuina italiana nella convinzione che la situazione sia grave sì, ma non poi seria?

Saluti fraterni

Ezio Bianchi
L'Aquila
ezebi@tin.it

 


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