"Jesus" e' la
fiction di fine millennio, l'evento televisivo promosso da una campagna pubblicitaria pari
a quelle dei kolossal cinematografici e, insieme, una grande sfida: far apparire sullo
schermo un Gesu' ultramoderno, per nulla convenzionale. Il tv-movie, ideato dal produttore
della Lux Ettore Bernabei, diretto da Roger Young e voluto, con entusiasmo, dal direttore
di Raifiction Stefano Munafo', andra' in onda su Raiuno, in due puntate, il 5 e 6
dicembre.
Con una spesa di 33 miliardi all'attivo, effetti speciali realizzati al
computer e un cast di grande rilievo (Gesu' e' interpretato dall'attore italo-americano
Jeremy Sisto, Luca Zingaretti ha il ruolo di Pietro, Jacqueline Bisset è nelle vesti
della Madonna e Jeroen Krabbe in quelle di Satana, solo per fare alcuni nomi), il film si
prepara a riscuotere un notevole successo. "Non avremo solo plausi, però - anticipa
Zingaretti - Da sempre portare la figura di Cristo in tv o al cinema ha suscitato
critiche. E le polemiche sono tanto più prevedibili per un film fuori dagli schemi come
'Jesus'".
Zingaretti ci anticipa alcuni particolari del film e confessa le sue
piccole preoccupazioni per questo esperimento che "proprio perche' si prefigge di
raggiungere mete molto elevate, si espone ad infiniti rischi."
Da "Il Re dei Re" di Nicholas Ray al "Vangelo secondo
Matteo" di Pasolini, dal"Gesu' di Nazareth" di Zeffirelli al recente
"I giardini dell'Eden" di D'Alatri, sono moltissimi i film che hanno come
protagonista Gesu'. Di quale, in particolare, "Jesus" puo' dirsi l'erede?
Di tutti e di nessuno. Da un lato "Jesus" puo' far pensare,
per la sua originalita', al "Jesus Christ Superstar" di Norman Jewison, il
coraggioso esperimento ispirato a un musical rock, o al provocatorio "L'ultima
tentazione di Cristo" di Scorsese, ma il fine di Young non e' ne' sorprendere ne'
scandalizzare. D'altro canto, film 'storici' come quello di Zeffirelli o il commovente
'Vangelo' di Pasolini, pur diversissimi, hanno certamente esercitato la loro influenza.

Che significato ha questo Figlio di Dio vestito in jeans e maglietta?
La figura di Cristo e', al di la' del suo valore intrinsecamente
religioso, un esempio di interpretazione dell'esistenza valido per ogni tempo. Era dunque
necessario, alle soglie del 2000, rappresentare un personaggio al passo con la storia. Il
Gesu' della fiction cerca di conciliare la modernita' con il trascendente, il mondo
materiale con il mistero che supera la realta'
Ci parli degli scenari che fanno da sfondo alla fiction.
I monti Atlas, in Marocco, sono insieme il luogo di riposo di Gesu' e
il caldo deserto della tentazione e dei miraggi. Abbiamo girato molte scene nel Maghreb
proprio perche' li', tra rocce, sabbia e distese immense, incredibilmente ogni cento
chilometri si e' di fronte a paesaggi del tutto diversi.
Può rivelarci in anteprima le caratteristiche di alcuni personaggi di
'Jesus'?
"Una figura originalissima è quella del diavolo, con i suoi
multiformi travestimenti. Serpente, bellissima e seducente fanciulla e poi signore
dall'aspetto ambiguo e tenebroso, che ora con la menzogna, ora con la più sottile
dissimulazione, vuol portare Gesù a deprimersi, cadendo in balia del suo potere. Inedita
è pure una Maria di Betania dolce e comprensiva che si palesa come possibile partner
sentimentale di Gesù alla quale il Figlio di Dio dovrà dire: "Mi dispiace, non
posso sposarti". Infine Pietro, il personaggio che interpreto, è l'incarnazione
piena dell'incertezza, del dubbio che ha sempre bisogno di conferme per sfuggire all'ansia
e alla paura"
Nella fiction ci sono moltissimi effetti virtuali realizzati al
computer. Vuole farcene qualche esempio?
"Avremo esplosioni di mine e di bombe riprodotte perfettamente, di
uragani, di violente tempeste e sorprendenti distruzioni di case e templi.".
Lei teme le eventuali critiche alla fiction da parte della Chiesa
Cattolica?
"No. La Chiesa, dopo il Concilio, ha manifestato in testi e
documenti il proprio favore nei confronti dei più diversi esperimenti artistici ispirati
alla figura di Gesù. Il Papa, del resto, ha apprezzato recentemente un film difficile sul
Cristo come 'I giardini dell'Eden ' di D'Alatri".
A proposito di consensi. Come è stato accolto, in America "il
commissario Montalbano", la fiction di cui lei è protagonista?
"Sono stato recentemente a New York per la cerimonia degli Emmy.
Sebbene il vincitore sia stato un attore inglese, posso dire che Montalbano ha davvero
entusiasmato gli americani, tanto che due network statunitensi sono già in trattativa per
un eventuale acquisto"
Durante le riprese di Jesus, lei ha continuato a girare altri due
episodi del Commissario Montalbano. Cosa è cambiato, in questo personaggio, rispetto alle
serie precedenti?
"Il montalbano di oggi è più riflessivo, più adulto e
riservato. E anch'io, come dimostra il ruolo di Pietro in Jesus, sono diventato più
adulto e...piu' buono!"