Mr. Smith, sentinella del Web Valentina Furlanetto
Se nei quotidiani, italiani e ancor più anglosassoni, esiste il
garante del lettore, per Internet si dovrebbe istituire un garante del navigatore. Nessuno
l'ha in effetti ancora istituzionalizzato, ma questa figura in realtà già esiste, e ha
anche un nome: Richard Smith. Il signor Smith, nonostante il cognome generico, non è
affatto una persona comune. Quarantacinquenne, ex programmatore, fondatore della Phar Lap(http://www.pharlap.com/), società di software che egli
ha contribuito a creare e di cui è tuttora proprietario, ma che ha smesso di dirigere, è
quello che si può definire una sentinella del Web.
Smith è colui che ha scoperto l'autore del famigerato virus Melissa.
Ma è la privacy sulla Rete la sua vera ossessione. Sempre a lui, infatti, si deve la
denuncia delle pratiche sospette di registrazione dei servizi di Microsoft, attuate grazie
alla rivelazione di un unico numero di identificazione per la maggior parte dei prodotti
digitali della casa di Seattle. E sempre il signor Smith, pochi giorni fa, ha svelato che
la compagnia americana di produzione di software musicali, RealNetworks(www.realnetworks.com), grazie al suo software
RealJukebox (http://www.real.com/realjukebox/),
raccoglieva dati sulle abitudini musicali dei clienti a loro insaputa. Per farne che cosa
è l'inquietante domanda rimasta senza risposta.
Non solo RealNetworks veniva a sapere "chi ascoltava cosa",
collegando poi con un codice queste informazioni al profilo dell'utente, richiesto al
momento della registrazione gratuita, ma anche in che formato preferiva scaricare la
musica. Sull'osso scoperto da Smith si è subito gettata famelicamente l'organizzazione
dei consumatori che si occupa di problemi di privacy sul Web, Truste(http://www.truste.org/), la stessa che, alla fine di
agosto, ha denunciato la breccia aperta dagli hacker nel sistema di sicurezza di Hotmail(www.hotmail.com, link anche al pezzo "Guerriglieri
all'assalto della privacy"), situazione che ha creato non poco allarme fra i
navigatori che si affidavano al servizio di posta Web e qualche guaio a Microsoft,
proprietaria di Hotmail.
L'olio gettato sul fuoco da Smith e da Truste ha ottenuto quasi subito
il dietro front di RealNetworks. La compagnia, come ha detto Tom Frank, dirigente
operativo, ha ammesso di collezionare dati sui propri clienti negando però che questo
venisse fatto per scopi illeciti, ma ha almeno subito provveduto a bloccare la raccolta di
dati. Nel frattempo però, i 13 milioni di utenti di RealJukebox, sito utilizzato per
l'ascolto di brani musicali dal computer da cui si possono poi scaricare sull'hard drive,
erano stati spiati a loro insaputa.
Ed è proprio questa l'accusa. Sappiamo che i profili dei consumatori
sono una merce preziosa per le aziende elettroniche, disposte anche a pagare per avere
informazioni sulle abitudini d'acquisto dei consumatori. Ciò crea anche meccanismi
perversi, tipo catena di Sant'Antonio, come accade nel sito musicale
Riffage(www.riffage.com), dove esiste un programma chiamato "sell your friend for a
song", vendi un tuo amico per una canzone, dove chi partecipa ottiene 2 dollari
registrando i dati di un proprio conoscente, dato che non può essere sicuramente un amico
quello che viene svenduto a un sito per due dollari. Ma se Riffage è disposto a pagare 2
dollari a profilo, si capisce quanto queste informazioni poi gli possano fruttare.
Ugualmente MusicMatch(www.musicmatch.com)
offre l'opportunità di svendere i propri gusti musicali (che canzone ascolti? che genere
di musica? Per quanto tempo?) in cambio di percorsi musicali selezionati. In tutti questi
casi però la scelta se vendere l'anima a Riffage o Musicmatch invece che al diavolo è
appunto una scelta. RealNetworks non ha invece chiesto il permesso a nessuno. E anche se
Jay Wampold, uno dei portavoce, ha assicurato che la compagnia non ha assolutamente
nessuna intenzione di vendere le informazioni raccolte" ciò non toglie che
l'intenzione non appaia totalmente innocente.
Se infatti RealNetworks è nata come produttrice di software, ora che
sta intensificando il suo ruolo di sito musicale da cui si può ascoltare, scaricare e
comperare musica, come accade su RealJukebox, oltre che in un portal musicale, RealGuide(http://realguide.real.com/), le informazioni
raccolte potrebbero tornare utili, senza averle chieste o pagate. Come insegna il signor
Smith, infatti, anche i vostri gusti possono avere un prezzo.
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