Ci risiamo.
"Francamente me ne infischio", lo show di Adriano Celentano, non è da meno di
quello di Gianni Morandi, "C'era un ragazzo", andato in onda lo scorso anno.
Entrambi i programmi attirano milioni di telespettatori e dividono la critica. Quali sono
le ragioni della loro grande audience? E' vero che inaugurano una nuova forma di
spettacolo che sa essere nazional-popolare, pur tenendo incollato al video anche un
pubblico più colto?
Caffè Europa lo ha chiesto a tre noti osservatori della realtà
televisiva: lo sceneggiatore e scrittore Vincenzo Cerami, il critico tv Aldo Grasso e il
narratore Nico Orengo.

VINCENZO CERAMI. "Nonostante i due show di Morandi e Celentano
abbiano in comune la figura di un conduttore-cantante che costruisce uno spettacolo di
grande impatto, essi sono fra loro differentissimi: Morandi faceva uno show sulla
falsariga del varietà tradizionale, con lustrini, sorrisi e atmosfera rassicurante.
Celentano invece usa ingredienti che sono l'esatto contrario di quanto il varietà
richiederebbe: atmosfere cupe, messaggi angoscianti, sequenze da incubo. Le immagini,
scisse dal discorso, sono anzi il vero elemento trainante, con il loro effetto che
sconcerta, inorridisce e spaventa. Non parlerei, tuttavia, di un nuovo tipo di televisione
nazionalpopolare. Direi invece che sia Morandi che Celentano usano la tv in tutte le sue
potenzialità, buone e cattive, e dunque attirano ogni tipo di pubblico".

ALDO GRASSO. "Il successo di Morandi e di Celentano mi pare dovuto
tanto alla grande personalità dei due conduttori quanto alle loro canzoni e al fatto che
presentatore e cantante siano la stessa persona. Detto questo, va precisato che le
differenze sono enormi. Morandi vuole apparire bonario, paterno e rassicurante. Celentano
vuole sbalordire, a volte scandalizzare lo spettatore. Tuttavia sia Celentano che Morandi
non inventano niente di televisivamente nuovo: il loro modello risale agli spettacoli di
Falqui e Sacerdoti come 'Studio Uno', con la sola, notevole innovazione di soppiantare il
conduttore tradizionale con una nuova figura di presentatore non professionista".
NICO ORENGO. "A mio avviso, non è possibile accomunare lo show di
Morandi a quello di Celentano. Morandi, infatti, si rifaceva alla grande esperienza di
'Anima mia' di Fazio e Baglioni, andato in onda nel 1997. Come Fazio e Baglioni
raccontavano con garbo e nostalgia gli anni Settanta, Morandi narrava la storia sua e del
suo mondo. Celentano, invece, costruisce uno show (a mio avviso ben poco riuscito) che
somiglia un po' alle performance di uno scrittore-conduttore come Alessandro Baricco. C'è
forse un elemento soltanto ad avvicinare i due spettacoli, cioè il fatto che sia Morandi
che Celentano sfondano i tempi: grazie alle loro bellissime canzoni (sebbene quelle di
Morandi mi sembrino un po' invecchiate e inattuali) e al loro modo di intrattenere
potrebbero benissimo restare in onda per ore e ore senza mai stancare.