Le "sfere", le
"bolle", i "globi", sono i contenitori variegati attraverso i quali
luomo pensa se stesso nel mondo, alla ricerca di un "involucro" protettivo
che lo "immunizzi" dai pericoli che vengono dallesterno. Dalla placenta
materna fino al welfare state la parabola umana è dominata dalla ricerca di sicurezza e
comfort. Cerchiamo di dare ai lettori una traccia sommaria del pensiero di questo filosofo
di Karlsruhe, di cui in Italia si conosceva finora soltanto la sua "Critica della
ragione cinica", attraverso una piccola guida lessicale al suo linguaggio, e con
questa intervista esclusiva per "Caffe Europa".
Che rapporto cè tra il programma di "Sfere " e il
suo precedente lavoro, "Critica della ragione cinica"?
La "Critica della ragion cinica" è un puntodi partenza
relativamente remoto, risale ormai a quindici anni fa. In questo periodo il mio lavoro si
è distanziato sempre più da un simile progetto di "filosofia della
contestazione" ed è andato verso una sorta di teoria fondamentale di carattere
storico e antropologico. Il progetto di "Sfere" è il tentativo di partire da
una teoria dello spazio su basi psicanalitiche, o meglio da una teoria dello spazio
interiore, per approdare a una concezione generale del mondo e della storia umana. In
"Sfere" cerco di dimostrare che gli uomini sono esseri che derivano
dallinterno. E un destino che condividiamo con gli altri mammiferi. Per questo
mi rifaccio innanzi tutto alla costituzione dellessere allinterno nella madre.

E dove porta questo rifarsi alla madre?
A differenza degli animali che vengono al mondo in un nido, i mammiferi
approfittano del mecenatismo biologico che il corpo della madre offre alla propria prole.
Per come è strutturata la memoria umana, noi rimaniamo legati a quellutopia
biologica che va sotto il termine di madre e pretendiamo quindi che anche al
di fuori del corpo della madre ci venga dato un certo comfort: è per questo che gli
esseri umani sono creature naturalmente portate al lusso. Parte di questo lusso congenito
è rappresentato dal linguaggio umano, che è sempre più che semplice ricordo, dalla
sessualità umana, che è sempre più che semplice riproduzione, dallarte che è
sempre più che semplice affermazione di comunicazione e ritualità.
E che cosa a che fare questo con le "Sfere"?
"Sfere" è il tentativo di raccontare la storia umana a
partire di li, da questo "di piu". Lopera è stata concepita
come una trilogia: i primi due volumi sono stati realizzati, il primo ha il sottotitolo
"Bolle" e tratta la teoria dellintimità, il secondo ha il sottotitolo
"Globi" e tratta letà della metafisica dal punto di vista della filosofia
europea classica (vale a dire Hegel ed il suo tentativo di ricostruire il mondo a partire
dallintimita). Il terzo volume avra come sottotitolo "Schiuma"
e in esso descriverò un mondo in cui si sono esaurite le possibilità di interpretare il
tutto a partire dallintimità.
Perche sono finite le condizioni della metafisica classica? Che
cosa è cambiato con la modernita?
Il mondo moderno è un mondo in cui lassoluta esteriorità e
lestraneità piu inquietante hanno preso il sopravvento sulla famigliarità,
la vicinanza e lillusione dellabitabilità, lillusione di essere presso
se stessi. Nellera post-metafisica gli uomini non possono più costruire il tutto a
partire dalla propria posizione nel mondo, dalla propria esigenza di intimità. Nella
modernità bisogna fare i conti col fatto che da qualsiasi parte ci voltiamo ci viene
incontro lestraneo. A differenza di quel che pensava Hegel, non cè alcuna
strada sicura che ci riporti a casa da questa estraneità.
Quindi luomo contemporaneo, quello della modernita
attuale, ha, diciamo cosi, delle carenze affettive?
Le rispondo dicendo che "Sfere" è anche una teoria della
coppia; contiene infatti il tentativo di unantropologia e di una psicologia per la
diade (gemello), a proposito della quale io affermo che essa è costitutiva dalla psiche
umana, sebbene debba venir sviluppata in triade (madre) o quaternità (padre o altri
sconosciuti interni) o cinquità (sconosciuti esterni). Trovo la diade gia nel
Genesi, attraverso una interpretazione piuttosto eterodossa. Allinizio del racconto
della creazione ci viene ricordato che tra Adamo, luomo dargilla, e Dio si era
venuto a creare un rapporto molto particolare, che si potrebbe definire con il termine di
"legame edenico", rappresentato bene anche dal fiato divino, dal respiro che
da vita. Quel legame si puo leggere anche come coppia, come mitologia
fondativa del rapporto a due.
E tutto questo che cosa ci dice della coppia contemporanea?
La coppia di oggi è immersa in una societa individualistica,
dove lindividualismo è, ai miei occhi, nientaltro che un modo di occultare la
diade attraverso un corto circuito narcisistico: gli uomini nelletà dello specchio
e dei media possono costituire una coppia con se stessi. Lindividuo tipicamente
moderno ai miei occhi è un soggetto costituito in modo da fare coppia da solo,
illudendosi così di integrare se stesso senza ricorrere allaltro.
Lei si considera un postmodernista?
Lo sono naturalmente, se per postmodernista intendiamo la posizione di
chi combatte contro il latente totalitarismo della metafisica classica. Se il postmoderno
è in primo luogo pluralismo, allora credo di essere dalla parte del post-moderno. Si
tratta di riconoscere il dato di fatto che ci sono molte diverse modernità, che le
diverse culture hanno elaborato diverse vie daccesso alla modernità, diversi
linguaggi, per cui è impossibile costruire una piattaforma sulla quale incontrarsi tutti
assieme. Occorre invece che da questa eterogeneità cresca una cultura del dialogo e del
rispetto della diversità.

Il suo progetto consiste nella elaborazione di una nuova ideologia?
Ideologia è un termine screditato per sempre. Ideologia è cattiva
coscienza. Non si può costruire della cattiva coscienza intenzionalmente. Letà del
cinismo consiste nel fatto che gli uomini conoscono le proprie bugie e tuttavia continuano
a praticarle, ma in realtà si tratta di immoralismo e di un atteggiamento mentale
semi-criminale con cui il pensiero filosofico non può avanzare di un passo. Direi
piuttosto che il tratto caratteristico del mio lavoro è psicanalitico, ovvero che
lintero movimento filosofico della modernità è permeato da quella che io chiamo
analisi del mito e tra i miti che nascono dalle esigenze originarie di "comfort"
del mammifero umano cè quello dellIlluminismo.
Ma lei si colloca dentro o fuori della tradizione illuministica?
Ora, lIlluminismo è quel movimento che realizza il primato
dellanalisi sullesistente. Fino a che lumanita non ha sminuzzato
il mondo nelle sue particelle più elementari, addentrandosi nei piu nascosti
segreti della materia, quel mito-analitico era sufficiente. Ora pero si da il
caso che nel sapere sulla realta e le sue particelle siamo andati cosi avanti
nel nostro tempo che si è messa in moto una grande trasformazione: stiamo passando dal
primato dellanalisi al primato della sintesi: nella fisica atomica, in campo
culturale come nella linguistica. Nella genetica abbiamo raggiunto il piano elementare
dove si può addirittura costruire della vita nuova e nellambito
dellinformatica abbiamo scovato le unità minime della parola e dellimmagine,
i bits e i pixels. Arrivati a questi elementi minimi non ci poniamo nuove domande di
ulteriore analisi ma ci chiediamo come con questi mattoni primari si possa costruire il
reale.
E che cosa vuol dire qui costruire?
Vuol dire che non abbiamo bisogno di sviluppare nuove ideologie o
nuove analisi critiche ma di creare, vuol dire che gli esseri umani sono animali
condannati a utilizzare la loro forza costruttiva, in una forma che deve misurarsi con i
loro ideali, i loro valori, e anche con gli obiettivi dellilluminismo tradizionale.
Costruire ambienti, mondi, costruire sfere, bolle, ambienti che
proteggono gli individui. Lei parla in "Sfere", piu che di protezione, di
immunizzazione, immunita. Perche?
Quello di immunita è un concetto fondamentale della mia
teoria. Come Niklas Luhmann sono interessato ad una concezione meta-biologica che discuta
le condizioni di possibilità di una vita umana integra. Voglio rammentare che il concetto
di immunità in realtà deriva dalla sfera giuridica e che nel XIX secolo e
allinizio del XX da questa sfera penetrò in quella medica; da qui poi nella
neurologia e nella medicina psicosomatica e in una nuova disciplina scientifica, la
neuro-psico-immunologia che sta strategicamente a cavallo tra scienze dei sistemi, tra
scienze umane e scienze della natura. Quelli di immunità è un concetto estremamente
importante, troppo importante per lasciarlo solo ai medici.
Sulla stampa tedesca qualcuno lha accusata di essere un
estremista di destra. Dica lei come si colloca.
Ai miei occhi questa è una questione assurda. Chi attribuisce
questo genere di etichette spesso è posseduto in prima persona dal complesso del
traditore, è quindi uno che ha tradito la sua origine ideologica e si è sistemato
comodamente in un conformismo mediatico molto discutibile, come il signor Assheuer della
"Zeit", o ancor più il signor Mohr di "Spiegel", che proviene dalla
sinistra radicale ed ha assunto la funzione del pistolero o del cane da guardia. Sono
carriere psicologiche che giocano un ruolo molto importante nella stampa tedesca. In
realtà io con questa problematica non ho nulla a che fare. Vengo come tanti dal 68
e da una formazione sulla linea Marcuse-Adorno. Fino ad oggi non ho mai dovuto pentirmi di
questorigine.
Da allora sono cambiate molte cose.
Naturalmente in venticinque anni ho imparato molte cose che mi hanno un
po allontanato dalla purezza di sinistra della gioventù. Direi che oggi sono
piuttosto un conservatore di sinistra, una posizione che in Germania è andata prendendo
piede negli anni ottanta. Un uomo di sinistra che impari qualcosa dalla vita diventa un
moderato di sinistra anche se ciò non è visto di buon occhio da parte dei puristi. Ma
per me il concetto di maturità è ormai più importante del concetto di purezza.
E quali sono i rapporti con gli eredi della scuola di Francoforte? E
con Jürgen Habermas?
Allinizio cercai di postulare e praticare una sorta di sinistra
heideggeriana. Habermas allora si interessò al mio libro e più in generale
allemergere di una nuova voce nel gruppo della giovane teoria critica di
Francoforte, forse perché la mia opera gli ricordava il suo programma di gioventù. Ma
probabilmente in Italia lopera giovanile di Habermas non è affatto conosciuta. Ora
lui se ne vergogna e cerca di rinnegarla. Nei suoi anni giovanili Habermas era un focoso
heideggeriano e un tardo schellinghiano. Nel 1953 scrisse un saggio che non è privo di
interesse per capire il dissidio o la differenza tra di noi: si intitolava "Dalla
parte di Heidegger contro Heidegger", e se ben ricordo fu proprio con questo libro
che Habermas esordì come autore. Quando nel 1983 apparve la mia "Critica della
ragion cinica" quel programma ritornava attuale. Io tentavo di leggere Heidegger da
sinistra e di sviluppare una posizione che rendesse la sinistra tedesca ed europea
compatibile con gli impulsi della filosofia heideggeriana.