Jürgen Habermas, indignato
per la conferenza di Sloterdijk dal titolo "Il parco degli esseri umani - lettera di
risposta sullUmanesimo", è stato il primo a dichiarare guerra al più giovane
collega, facendo rispondere ufficialmente il suo allievo Assheuer. Si mormora persino che
egli stesso abbia accluso a parti di tale testo di risposta qualche nota di suo pugno. Il
filosofo heideggeriano Ernst Tugendhat si è invece schierato con Sloterdijk.
Il "parco degli esseri umani" è stato oggetto di una
conferenza tenuta in luglio in occasione di un convegno su Martin Heiddeger; essa tratta
di una interpretazione allargata del concetto di Umanesimo, e chiede un "codice delle
antropotecniche" , vale a dire una formulazione della tecnica genetica come critica
sociale applicata o, come dice egli stesso, "regole per il funzionamento del parco
degli esseri umani". Gli si è rimproverato di pretendere che sia unélite
intellettuale ad allevare il genere umano, allo scopo di produrre il nuovo superuomo. Egli
si richiama a Nietzsche, ma ammonisce anche che si deve fare attenzione. Egli menziona
anche "il gusto di Platone per gli argomenti pericolosi".

Sloterdijk, noto per il suo linguaggio concettuale immaginoso e
sconcertante, ha anche qui messo in atto una provocazione: addomesticamento invece che
istruzione, allevamento invece che riproduzione, parco degli esseri umani invece che
ambiente; non cè da meravigliarsi dunque che lo si accusi di "retorica
fascista" e persino di propaganda razzista di stampo nazionalsocialista. Il testo
incompleto è circolato alla velocità del vento, causando anche false interpretazioni.
Solo la settimana scorsa la ZEIT ha pubblicato il testo completo.
Ma chi è Peter Sloterdijk? È nato nel 1947 a Karlsruhe, Germania, la
stessa cita dove ora insegna filosofia allUniversità, mentre a Vienna è
docente alla Kunstakademie. Alle sue opere più note appartiene la "Critica della
ragione critica" (1983), i cui tre ponderosi volumi sono stati tradotti anche in
italiano.
Sloterdijk si definisce un teorico dello "spazio umano",
concetto che definisce più precisamente in unintervista: " Per spazio umano
non si deve intendere niente altro che unisola nello spazio del non-umano." In
"Sphären" egli cerca di raccontare ex novo la storia del divenire umano e
dellumanità. Con figure concettuali come bolle, sfere e globi come simboli del
tutto - di quella rotondità infinita, ma anche suddivisa e circoscritta che gli esseri
umani abitano, nella misura in cui riesce loro di diventare esseri umani.
Nel parco degli esseri umani, Sloterdijk riprende lesigenza
heiddegeriana di unessenza umana al di là dellUmanesimo. E ormai
finita, secondo il filosofo delle "sfere", lepoca di un Umanesimo come
modello per la scuola e la cultura, dato che lillusione che le grandi strutture
politiche ed economiche possano essere organizzate in base al modello della società
letteraria, governata da una élite non regge più. Che cosa la debba sostituire è
largomento della ricerca di Sloterdijk, che non manchera di far discutere al
di fuori dei confini tedeschi, entro i quali è rimasto finora circoscritto.
(traduzione dal tedesco di Laura Bocci)