Le biotecnologie
rappresentano una delle frontiere più promettenti della scienza contemporanea, in grado
di fornire all'umanità nuove opportunita' per combattere le malattie e la denutrizione, e
per allargare gli orizzonti della nostra conoscenza dei sistemi viventi. Al tempo stesso,
queste tecniche implicano delle incognite e dei rischi per l'ambiente e la salute umana.
Sono in particolare le biotecnologie applicate alle cellule germinali animali e vegetali a
rappresentare una delle frontiere più promettenti e insieme piu' temute. Per sfruttarne
appieno le potenzialità e limitarne gli effetti indesiderati è necessaria una corretta
informazione, che rifugga tanto da interessati trionfalismi quanto da catastrofismi
irresponsabili.

La sperimentazione biotecnologica sulle cellule germinali sta
diventando imprescindibile per competere a livello internazionale nell'indagine sulle basi
molecolari e cellulari della vita, ovvero per studiare il differenziamento cellulare e la
morfogenesi, il controllo dell'espressione genica, la comunicazione intra e
intercellulare, la biologia cellulare del cancro, la determinazione delle predisposizioni
genetiche per le malattie comuni, le basi molecolari dell'attività dei farmaci, nonché
per rendere più efficienti le strategie di modificazione genetica di animali e dipiante,
per studiare sperimentalmente le malattie e la terapiagenica.
Le nuove tecniche stanno trovando importanti ricadute economiche e
sociali e potrebbero contribuire in modo straordinario a migliorare la qualità
dell'ambiente e della salute, soprattutto per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo.
Senza adeguati investimenti pubblici e privati nella ricerca di base si corre seriamente
il rischio di non sfruttare il potenziale delle biotecnologie, ovvero di perdere la
capacita' di interpretare i risultati raggiunti dagli altri paesi.
Le biotecnologie applicate alla creazione di organismi animali e
vegetali geneticamente modificati e al controllo della loro riproduzione rappresentano un
progresso conoscitivo e tecnico che sarebbe irragionevole contrastare pregiudizialmente,
inoltre potrebbero svolgere un ruolo propulsivo per l'innovazione (in termini sia di
produzione di beni ad alto valore aggiunto sia di occupazione). Tuttavia la loro
utilizzazione sta sollevando crescenti riserve etiche a livello di opinione pubblica, in
quanto si teme che possano condurre ad abusi contrari alla dignità umana o possano
produrre gravi danni all'ambiente. Anche se è normale che le prime reazioni nei riguardi
di tecnologie nuove, e che soprattutto implicano livelli più avanzati di responsabilità
individuale e collettiva, siano di forte preoccupazione per i rischi e i possibili abusi,
proprio la storia delle biotecnologie mostra come questi timori siano stati esagerati, e
come tali esagerazioni abbiano favorito in passato pregiudizi antiscientifici e comportato
ritardi nel metter mano a regole efficaci e durature.

E' quindi indispensabile che il Parlamento ed il Governo promuovano una
efficace azione di alfabetizzazione scientifica sulle potenzialità e i rischi delle
biotecnologie, in modo da creare un confronto aperto e democratico per sviluppare delle
normative che indirizzino verso una buona pratica di impiego delle biotecnologie, mirata
al progresso scientifico e al benessere della umanità tutta, in grado di tutelare i
diritti individuali ed evitare qualsiasi discriminazione sociale, rispettosa dell'ambiente
e della biodiversità, nonché capace di valorizzare le ricadute economiche in termini sia
di prospettive di sviluppo imprenditoriale, sia di nuove opportunità lavorative, sia per
coniugare i valori del mercato con quelli di una etica della salute mondiale.
Al manifesto proposto da Carlo Alberto Redi, Silvia Garagna
(Laboratorio di Biologia dello Sviluppo, Universita' degli Studi di Pavia) e Maurizio
Zuccotti (Istituto di Istologia ed Embriologia Generale, Universita' degli Studi di Parma)
hanno aderito Francesco Amaldi, Enrico Bellone, Edoardo Boncinelli, Umberto Bottazzini,
Piero Bianucci, Ranieri Cancedda, Ernesto Capanna, Ivan Cavicchi, Luigi Luca Cavalli
Sforza, Alessandro Coda, Pietro Corsi, Gilberto Corbellini, Riccardo Chiaberge, Giuliano
d'Agnolo, Romano Dallai, Luigi de Carli, Pino Donghi, Sergio Dompe', Silvio Garattini,
Giulio Giorello, Maria Gabriella Romanini, Alberto Mantovani, Armando Massarenti, Giovanni
Maria Pace, Umberto di Porzio, Tullio Regge, Pier Luigi Sacco, Aurelia Sargentini, Enrico
Solcia, Mario Stefanelli, Franco Voltaggio.