Il meglio del secolo in teatro: mio dio che
tema vasto!
Il 900 ha visto di tutto, in teatro. E, soprattutto, ha visto e
operato molte rivoluzioni. Le rivoluzioni, anche se cruente, sono sempre salutari, perché
sgombrano la strada dai detriti del passato e lasciano irrompere nuove forme espressive.
Tanto per citare alla rinfusa: è stata più importante la "prima
" della Sagra della Primavera di Stravinskji coi Ballets Russe di Djaghilev e
il "divino" Nijinski -Parigi 1913- che scatenò un putiferio fra esaltatori e
detrattori che si picchiarono selvaggiamente (il vecchio e glorioso Saint- Saens se ne
andò dopo le prime battute sbattendo con sostentazione la porta del suo palco e gridando
" Ma che razza di strumento è questo??.."- e si trattava del sublime fagotto
dellinizio)? O fu più importante la "prima" dei Sei personaggi in
cerca dautore di Pirandello Roma, Teatro Valle 1921 che fu
subissata da fischi e applausi, con conseguente rissa fra gli spettatori? Ed era un testo
che avrebbe rivoluzionato il modo di concepire e fare teatro.

E così via. Fu più importante levoluzione del linguaggio
dodecafonico di Shoenberg- o il fatto che nel 1938 la Carnegie Hall, tempio della
cosiddetta "musica classica" a New York, aprì le sue porte a una grande
orchestra jazz con Benny Goodman, Harry James, Gene Krupa ecc. ( come dimenticare il loro
travolgente Tiger Rag) con scandalo dei benpensanti newyorkesi? E dire che si deve
a quella leggendaria serata se Artie Shaw, più tardi, scrisse un pezzo stupendo che
intitolò, polemicamente, My concerto.
E La Locandiera di Visconti? Un Goldoni visto per la prima
volta senza pizzi, merletti e ventaglietti? Dopo, molto dopo, sarebbero arrivate le Baruffe
Chiozzotte e il Campiello di Strehler e il bellissimo Lultima
sera di Carnevale di Squarzina. E La piccola città di Thorton Wilder, ispirata
a Spoon River di Lee Master? Alla fine degli anni 30, al Teatro Eliseo di Roma, mi
ricordo i buoni romani guardare sbigottiti gli attori (Elsa Merlini e Renato Cialente i
protagonisti) che mimavano azioni con oggetti che non cerano. Aprivano
ombrelli, infilavano cappotti ... inesistenti. Elsa sgranava dei piselli, ricordo. Cioè
"faceva lazione" di prendere dei piselli da una ciotola, sgranarli in
unaltra, buttare le bucce in una terza. E non cera niente, in scena. Solo
delle sedie e la sua fantasia, e la nostra di spettatori.

E come dimenticare nel Gennaio del 1945, sempre allEliseo, la
"prima" dei Parenti terribili di Cocteau, con uninedita
sconvolgente Andreina Pagnani e Rina Morelli, Stoppa, Braccini, Pierfederici? Con quella
sua regia Luchino Visconti buttò una bomba nel teatro italiano, svecchiandolo, di colpo,
di cinquantanni. E, ciò che più importa, lo strappò dal suo provincialismo
francesizzante e lo scaraventò, pari pari, in Europa.
E si deve a lui, a Luchino, la conquista teatrale secondo me più
importante del secolo (in Italia almeno): labolizione della buca del suggeritore.
Il suggeritore. Un obbrobrio di cui si macchiavano attori anche grandi. Non andavano
avanti, non parlavano, se non sentivano quel borbottio che gli anticipava le battute e gli
attacchi. Perché ? Per pigrizia, poca memoria, cialtroneria, ignoranza? Perché? Solo
nelle battute lunghe o nei monologhi il suggeritore a volte doveva tacere. ( E nei vecchi
copioni si trova ancora scritto, talvolta, allinizio di un monologo: "Qui parla
il Commendatore").
Nel 1948, quando feci Nina nel Gabbiano di Cecov al Piccolo
Teatro di Milano uno stupendo spettacolo di Strehler il suggeritore
cera ancora. E ricordo De Lullo e io gli portavamo sigarette e cioccolatini per
imbonirlo e convincerlo, per la nostra lunga scena del IV atto, ad andarsene dalla buca. E
infatti allinizio della nostra scena si sentiva un clic, la luce della buca si
spegneva, il vecchietto scompariva nel sottopalco e noi ci sentivamo finalmente soli. Noi,
Cecov, il pubblico. Il Teatro, insomma.

Di quante cose si potrebbe ancora parlare!
Nominiamo alla rinfusa alcuni dei miei grandi amori, almeno: Martha
Graham, Jerome Robbins, Il Living Thetre, Rudolf Nurejev, Woody Allen, Arturo Benedetti
Michelangeli, Fred Astaire, Leonard Bernstein, Gabriele DAnnunzio, Franco Brusati,
T. S. Eliot, Maria Callas.... In che ginepraio mi sono cacciata! Era meglio se me la
cavavo con una battuta. Troppo tardi.