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I libri da leggere



Antonia Anania

Per chi si complica la vita, consiglio il Candido di Voltaire (solitamente è abbinato a L’ingenuo dello stesso autore) perché è un librino (almeno nella collana “poker” della Vallardi) divertente, che aiuta a scoprire l’arte dell’autoironia e della semplificazione di qualsiasi pensiero, opera, missione…


Tina Cosmai

Il libro di Rosetta Loy Ahi, Paloma (Einaudi), è un lungo racconto accorato e a tratti struggente di un periodo della nostra storia umanamente indefinibile. E’ l’estate del 1943: in pieno conflitto una ragazzina e la sua famiglia si rifugiano in Valle d’Aosta, al Grand Hotel Brusson, in attesa che la guerra termini. Un luogo più sicuro, certo, nel quale si intrecciano le storie di un gruppo di adolescenti e il loro difficile ma intenso percorso interiore. Gli amori si mescolano alla tragicità degli eventi e l’infelicità dei distacchi, delle separazioni forzate, è vissuta e descritta dalla protagonista in maniera appassionata. Più la passione è forte, più il dolore è vivo.

La Casa Editrice Ibis pubblica il libro di Rudyard Kipling I Profumi dei viaggi. Si tratta della trascrizione di una conferenza tenuta da Kipling presso la Royal Geographical Society nel 1914. L’edizione ha testo inglese a fronte. E’ uno scritto interessante, che presenta l’atto del viaggiare come scoperta e come acquisizione di esperienze diverse, sia di valore simbolico che reale. Per Kipling viaggiare significa entrare in vari Paesi gustandone i profumi e gli aromi, i caratteri che lo fanno unico, diverso da tutti gli altri. E in questo l’autore coglie il significato profondo del viaggio, che non è un semplice attraversamento di luoghi, ma un “sentire” il luogo in tutta la sua forza e unicità.

Se hai bisogno, chiama è una raccolta di cinque racconti inediti di Raymond Carver pubblicata da minimum fax, con un’introduzione molto struggente di Tess Gallagher. Nei racconti, ritrovati in tempi e luoghi diversi, emergono i temi centrali della prosa di Carver: la separazione, l’alcolismo, l’incendio. In Se hai bisogno, chiama, il racconto che dà il titolo al libro, e Che cosa vi piacerebbe vedere? , l’autore descrive il percorso di due coppie in crisi, che cercano di riprendere il loro rapporto ormai logorato, ma si trovano di fronte all’impossibilità di continuare la relazione. Lo stile asciutto, essenziale, è forse la manifestazione del conflitto che Carver viveva, fra il desiderio di riprendere in forma nuova la propria vita e l’impossibilità di aprirsi a nuovi orizzonti di rapporto con gli altri.

Bibi David

Tanti auguri ai lettori di Caffè Europa. E un consiglio. Visto il successo del "Grande fratello" televisivo, in questi giorni di festa, mentre la famigerata 'casa' di Taricone and company si è (finalmente?) svuotata, potreste leggere o rileggere le opere di George Orwell, in particolare quel 1984 in cui un big brother osserva, con il suo occhio, la vita degli uomini, in un mondo dominato dalla dittatura tecnologica. 

Comprenderete così quanto pretestuoso e casuale sia il riferimento orwelliano tanto annunciato, sottolineato, ripetuto dagli autori del programma di Canale 5. Buone feste!

Odette Misa Sonia Hassan

Alimentazione:domande e risposte ( Il Pensiero Scientifico) di Eugenio Del Toma è un libro piacevole da leggere, che unisce al rigore scientifico il dono di una comunicazione efficace. Quante domande ci poniamo ogni giorno su quello che mangiamo: "E' migliore il vino rosso o quello bianco?", "Lo zucchero provoca il diabete?", "Il pesce può salvarci dal colesterolo?"
Con poche, ma efficaci parole l'autore riesce a sgombrare il campo da asserzioni infondate, divieti alimentari vecchi e superstizioni alimentari moderne, mostrando come si possa mangiare bene e con gusto a tutte le età. Leggerlo in questo periodo può servire quindi ad eliminare inutili sensi di colpa. Una lettura che può essere perfezionata con un recente libro dello stesso autore Il gourmet di lunga vita (Laterza), dedicato alla terza età.

Francesco Roat

Dovendo suggerire un libro per Natale o fine anno, per la Befana o il nuovo millennio, ne sceglierò uno all’insegna della levità. Un testo che non sia troppo ponderoso, né serioso e concettoso eppure malgrado ciò intrigante, intelligente, penetrante. Non ho dubbi, opto per Windy racconta: romanzo breve dello svedese Lars Gustafsson, da poco edito da Iperborea.


Ma chi è Windy e cosa racconta? Si tratta di una pettinatrice e il suo racconto è giusto quello che lei narra a un vecchio cliente mentre gli taglia i capelli. Attenzione, però: Windy non è una parrucchiera qualunque. Navigata come appare in fatto di uomini e di vita, il suo monologo riassume un’antologia di casi umani e di esperienze fra il tragicomico e il surreale davvero sorprendenti. E non basta; con la sua filosofia spicciola i cui temi spaziano dal significato della vita a Dio (“l’essenziale non è se la vita ha un senso oppure no, ma la sensazione che abbia un senso” - “Dio lo è, buono e cattivo! E contemporaneamente e tutto il tempo”) rivela una sagacia gustosa e sconcertante.

Infine Windy è una sorta di sciamana. Un po’ veggente, un po’ indovina, non solo, interpreta segni e destini. Parla pure coi morti e crede agli angeli. Anzi, fa venire al lettore il sospetto che magari esistano sul serio. Non è il massimo per una favola bella?

Andrea Lilli Smith

Il libro che consiglio è Fùtbòl di Osvaldo Soriano, giornalista e scrittore argentino. Il calcio argentino sembra essere tornato, dopo il fulgore brasilero degli anni ’80, a essere il punto di riferimento dell’orbe pallapedistico (per usare una definizione coniata anni fa da Stefano Benni), vincendo per un attimo la sua eterna sfida fatta di tackle assassini e tocchi di classe con lo storico avversario carioca e gli antichi, anche se ormai minori, cugini uruguagi.


Sono questi eroi tristi e scanzonati, poveri e speranzosi, con il sogno di un provino nel “River o nel Boca di Buenos Aires” e di una lettera di presentazione all’allenatore dell’Indipendiente, le figure di Fùtbòl, [Einaudi]. Diciannove racconti vissuti sui campi arsi e polverosi di un’Argentina che sogna il grande salto, attraverso ritratti pieni di umanità e di sfortuna e nel viziaccio tutto argentino di soprannominare i calciatori in base a una particolarità fisica o caratteriale.

Sembra di vederli in quelle foto in bianco e nero fatte di sostantivi e aggettivi , il “Gato” Dìaz, portiere speciale, e Orlando “El Sucio” o le improbabili partite in quel di Ushuaia. E ancora “El Mister” Peregrino Fernandez impegnato nel lavoro più precario del mondo - l'allenatore - o il grandissimo ed esilarante Gallardo Perez, mestiere:”arbitro”. Cosi’lontani dal mondo luccicante della Bombonera del popolano Boca o dal Monumentàl del glorioso River, ma tanto, molto piu’ umani.

Da brividi, infine, l’unico ritratto di uno “straniero”: un cugino uruguagio, il capitano della nazionale che nel 1950 strappò in un Maracanà inaugurato di fresco e stracolmo di folla il titolo predestinato da tutti ai carioca: Obdulio Varela.

E pensare che qualcuno disse un giorno a Soriano: “E’ un peccato che lei sia finito cosi’. A scrivere stupidate”. Meno male, chiosiamo noi. Auguri a tutti i lettori!



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