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Bisogno di pace



Fra Emilio, Tzultrìm e Ma Kalika con Antonia Anania




“Si passa a Taizé come si passa ad una fonte. Il viaggiatore si ferma, si disseta e continua il cammino”. Sono parole di Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita del 5 Ottobre 1986 a Taizé, località francese famosa per i suoi convegni giovanili intercontinentali.

Sarà che è bello staccare tutto per un po’ (compresi telefonini, radio, auto e motorini), sarà perché riscopriamo la tranquillità e desideriamo la serenità, sarà perché cerchiamo noi stessi, sarà semplicemente perché ci va così, ma sono sempre di più le persone che decidono di trascorrere il tempo delle proprie vacanze, in questo caso natalizie, all’insegna della Natura e di Dio, alla ricerca dello spirito, in luoghi rasserenanti e tranquilli immersi nel verde. Che siano antichi monasteri cattolici o istituti buddhisti o centri di preghiera, la tendenza è sempre una sola: passare a una fonte spirituale, dissetarsi, e continuare il cammino.

Abbiamo intervistato per voi i portavoce di tre diversi luoghi di accoglienza spirituale: il monastero cristiano di Camaldoli, il monastero buddista-tibetano di Pomaia e il ritiro dedicato a Osho Rajneesh idi Mahaballipuran, nel Sud-Est dell'India.


Il monastero cristiano

Seconda la regola benedettina 53, gli ospiti devono essere "accolti come Cristo”, e al monastero di Camaldoli (Arezzo), dove hai l’impressione di toccare Dio (o almeno il cielo) con un dito, vengono accolti proprio tutti - cattolici, fratelli delle Chiese cristiane, credenti di altre religioni, atei - per momenti di verifica individuale e collettiva. Si organizzano corsi di meditazioni spirituali, lectiones divinæ (di lettura e interpretazione della Bibbia), convegni giovanili, settimane per famiglie, e anche corsi di ebraico perché racconta Fra Emilio “c’è chi viene a Camaldoli perché cerca la quiete e la riflessione, e chi invece viene per formarsi, per studiare la parola di Dio”.

Come gestite queste due ‘pause’ diverse?

Noi siamo una comunità divisa in due luoghi, monastero ed eremo, per cui all’eremo, che può accogliere non più di dieci persone, abbiamo privilegiato l’ospitalità per singoli o al massimo coppie che vogliono fare un percorso personale e solitario; al monastero, invece, dove c’è posto per un centinaio di persone, l’ospitalità è di carattere formativo, con convegni e corsi.

C’è un periodo dell’anno in cui la richiesta è maggiore?

All’eremo, tranne una settimana al mese in cui non si ospita nessuno, si registrano arrivi e partenze quasi tutto l’anno, ma la domanda maggiore è proprio durante le feste. Credo che accada perché le persone sono più libere da impegni lavorativi, hanno una maggiore possibilità di concentrarsi, e a volte desiderano vivere i momenti particolari delle feste comandate proprio in questo modo, in pace o formandosi.

Secondo lei il bisogno di pace che si avverte di questi tempi dipende dalla frenesia del momento storico che stiamo vivendo?

Io credo che faccia parte della vita di ogni persona darsi una pausa per riflettere su come sta andando il proprio cammino, o anche solo sentire l’esigenza di uscire dal mondo in cui si vive per scegliere un clima più disteso, con la voglia e la necessità di riprendersi non solo nel fisico ma anche nello spirito.

Arrivano più uomini o più donne?

Non c’è una categoria privilegiata, ci sono sia uomini che donne, sia giovani che anziani. Dipende dal tipo di proposta, per esempio dal 26 al 31 dicembre al monastero ci sarà un convegno giovanile e dunque verranno 160 giovani.

Quale sarà il tema?

“Liberati per liberare: coinvolti in una nuova creazione”. Abbiamo voluto affrontare i temi del Giubileo, ma soprattutto ribadire l’impegno cristiano di andare incontro alle persone, di farsi coinvolgere per migliorare la situazione di chi ha meno, per liberare dalle condizioni di schiavitù. Affronteremo il problema dei consumi, quello delle nuove schiavitù, e cercheremo il modo di liberarcene e di avere un rapporto diverso con la terra.

E per Capodanno che cosa organizzerete?

Come ogni anno organizzeremo la Veglia per la pace alla quale partecipano sia coloro che saranno al convegno giovanile sia altre persone che vengono dai dintorni. Quest’anno la Veglia sarà dedicata al messaggio del Papa sul dialogo tra le culture. E’ itinerante: si parte alle 21,30 con un momento di preghiera nella Chiesa dell’eremo e poi si scende fino al monastero facendo tre tappe. Di solito si conclude verso mezzanotte e mezza, al monastero, dove si saluta il nuovo anno. Terminata la veglia, in foresteria, ci sarà un momento di fraternità con dolci e spumante.

Ritornando all’eremo, com’è scandita la giornata di chi sceglie di vivere lì per alcuni giorni?

Chi sceglie di trascorrere un periodo all’eremo condivide con i frati i vari momenti di preghiera (alle 6:00 il mattutino, le lodi alle 7,30, la celebrazione eucaristica alle 11,30 e il vespro alle 19,00) i pasti e il lavoro cosicché potrà conoscere i monaci. Ha anche a disposizione un tempo personale da dedicare alla riflessione o alla lettura o per dei colloqui con qualche monaco. Noi comunque non obblighiamo mai nessuno a seguire i momenti di preghiera, perché a Camaldoli vengono anche non credenti che hanno solo bisogno di uno spazio di riflessione, di stare più con se stessi.

Ci sono delle ‘tecniche’ per riuscire a stare con se stesso e ritrovarsi?

Nel grande mercato religioso sicuramente vengono offerte varie tecniche per ritrovare se stessi, ma noi a Camaldoli offriamo solo uno spazio immerso nel verde e la possibilità di approfondire la Parola di Dio, invitiamo a confrontarsi e riflettere. Penso che trovare questo spazio e delle persone accoglienti, disponibili a dialogare e ascoltarti, siano le cose più importanti.

Ricorda qualche ospite in particolare?

Ricordo una persona che ci telefonò dicendo di voler vivere alcuni giorni di silenzio qui da noi. Ci chiarì subito di non credere in Dio e di voler venire per riflettere da solo. Quando arrivò fu una bella sorpresa perché è stata comunque una persona disponibile al dialogo e gentile.

Per avere altre notizie sulle attività e la storia di Camaldoli potete connettervi al sito http://www.camaldoli.com , dove c’è anche una pagina dedicata ai vari link e dove potrete trovare altri indirizzi di luoghi di pace e formazione. Noi ve ne indichiamo tre:

TOSCANA:

-Eremo di Camaldoli (AR):
Convento e foresteria (centinaio di posti), pensione completa £80.000,
Eremo (9/10 posti), offerta libera.
Dal 1999 ci sono anche a disposizione dei casali ristrutturati.

-Santuario della Verna (AR) tenuto dai Frati Fancescani Conventuali. La Verna è uno dei luoghi che San Francesco D’Assisi predilesse nei suoi ritiri spirituali, e vi prese le stimmate. Gli ospiti hanno vitto e alloggio. La retta giornaliera è £72.000, se si sta per 2 giorni; £.69.000, per più di due gg. L'indirizzo Web è http://www.tamtam.org/sisto/laverna 

UMBRIA:

-Eremo della Trasfigurazione di San Silvestro, tenuto dalle Piccole Suore di Maria, Collepino di Spello (PG). All’Eremo, che si trova a metà del Monte Subasio, in mezzo a un bosco, ha abitato Carlo Carretto. Visto che in inverno c’è freddo e mancano i soldi per comprare una gran quantità di gasolio, le sorelle ospitano nel periodo estivo, da Maggio a Settembre. L’offerta è libera. Parola di Suor Ida.

Il monastero buddista-tibetano

A Pomaia (PI), c’è un castello su una collina, circondato da un boschetto di pini marittimi, dalle cui finestre in lontananza si vede il mare di Rosignano e a volte, nelle giornate limpide, l’Isola d’Elba e Capraia. Anche questo è un luogo rasserenante, dunque. E’ qui che si trova l’Istituto Lama Tzong Kah, un “monastero” buddhista-tibetano, ossia un centro di studi per la pratica della filosofia e psicologia buddhista, dove vivono monaci, monache, e anche laici.

Per tutto l’anno organizzano corsi di buddhismo della tradizione tibetana e di altre scienze alternative: yoga, shatsu, psicologia junghiana, “tutti corsi rivolti a coloro che hanno interesse a percorrere un sentiero spirituale più o meno avanzato”, spiega Tzultrìm (“moralità” in tibetano), al secolo Carla Freccèro, monaca buddhista a Pomaia ormai da 23 anni. “Questo centro di studi è aperto sempre, di giorno e di notte e per tutto l’anno e tutti possono partecipare, ospiti e curiosi. Anche di domenica per esempio chi ha voglia di curiosare può venire e troverà qualcuno che gli farà visitare il castello e risponderà alle varie curiosità. Le persone che vengono qui hanno un interesse specifico per seguire un corso. E’ possibile che qualcuno venga a rilassarsi ma molti vengono anche a studiare e a fare ricerca di sé”.

Come si vive durante la giornata?

Bisogna distinguere la giornata durante un corso, che prevede dai 30 ai 120 visitatori, da quella normale. La giornata normale si svolge sulla base di una meditazione individuale o collettiva. Poi c’è il lavoro quotidiano di 7, 8 ore per mandare avanti il centro di studi che funziona anche come un albergo. La sera ci sono gli insegnamenti, a volte delle cerimonie in comune. Invece durante i corsi le giornate sono scandite da sessioni giornaliere di un’ora e mezza ciascuna, dedicate a domande e risposte, alla meditazione al mattino, al mezzogiorno, alla sera, alla proiezione di un video e un filmato sul tema del corso.

Perché secondo lei c’è bisogno di spiritualità e di pace?

Percorrere un sentiero spirituale e raggiungere la pace della mente è in pratica la stessa cosa. La spiritualità fa parte della nostra mente e la mente è qualcosa che ogni essere umano possiede ed è tenuto in qualche modo a esplorare. Normalmente si esplora la materia, il funzionamento del nostro corpo. Le scienze ci invitano a studiare la fisicità che possiamo percepire con i sensi; le neuroscienze studiano la mente come funzionamento del cervello, non in funzione dell’energia sottile. Il buddhismo in questo senso è una scienza della mente come energia sottile e profonda che appartiene all’essere umano.


Quali sono le domande più frequenti che le fanno?

“Su che cosa si basa la reincarnazione?” “Il buddhismo in qualche modo estrania dal mondo?”, “A che cosa bisogna rinunciare?”. Vengono fuori tutte le paure nei confronti di un pensiero spirituale nuovo, che ha avuto accesso all’occidente solo da pochi anni. Io per esempio mi occupo dei visitatori e cerco tendenzialmente di eliminare tutte le loro paure, di sfatare i loro preconcetti sul buddhismo e spiegare che è un metodo valido, vastissimo e profondissimo, che non è dogmatico e presuppone una grande libertà di coscienza, ed è quindi adatto alla vitalità occidentale.

Quali sono le tecniche per ritrovare se stessi?

Sono basate sulla meditazione, e nell’ambito della meditazione ci sono moltissimi metodi, analitico, di concentrazione, la recitazione del mantra (n.d.r. cantilene), lavisualizzazione della divinità, i sutra (n.d.r. piccoli paragrafi di saggezza), i tantra. Ognuno può adottare il metodo più adatto a sé.

Qual è la prima cosa da fare per riuscire a meditare con efficacia?

In ogni meditazione, anche quella avanzata, è importante la concentrazione sul respiro: ci mettiamo in una posizione di meditazione, anche seduti su una sedia, comunque mantenendo la spina dorsale eretta, e incominciamo a osservare il nostro respiro che entra e che esce. Possiamo "ancorare" il respiro pronunciando una frase, per esempio inspirando ‘dimoro nel momento presente’, espirando ‘questo momento è perfetto’; possiamo semplicemente osservare il respiro che entra nelle narici, pervade ogni cellula del nostro corpo ed esce dalle narici e scopriremo che la nostra mente si sposta da un pensiero all’altro. Fino ad ora abbiamo seguito la fuga di pensieri senza sosta, adesso riprendiamo il controllo della mente e lo riportiamo al respiro che entra e al respiro che esce e cerchiamo di approfondire questa concentrazione all’inizio per due o tre minuti, sempre riportandola sul respiro.

Qual è lo scopo della meditazione?

Vedere che cosa succede nella nostra mente, quindi non dobbiamo eliminare tutti i pensieri perché il pensare è nella natura della mente. Meditando però vedremo come questi pensieri sorgono attraversano il nostro spazio mentale e poi se ne vanno; non bisogna etichettarli come brutti o belli, buoni o cattivi, solo guardare che cosa entra nella mente ancorarci al respiro che entra e a quello che esce. Da questo tipo di meditazione nascono tanti spunti per le meditazioni successive, tante domande alle quali poi si può cercare una risposta interiore dettata dall’intuizione o dettata da un maestro, da un praticante. Si inizia così il cammino per entrare dentro la mente e vedere come funziona.

Crede che questa ricerca sia necessaria in questo momento storico più che in altri?

Il buddhismo ha creato in me una visione cosmica dell’esistenza, per cui penso che la ricerca spirituale sia necessaria in qualsiasi momento, in qualsiasi periodo storico e in tutto l’universo, al di là del tempo e dello spazio e sia necessaria per ogni essere dotato di mente

Che cosa organizzerete per Capodanno?

Un corso dal 26 al 1 gennaio adatto a tutti, anche a chi ancora non pratica. Il 31 dicembre proietteremo La coppa, un film girato in un monastero tibetano, poi ci sarà una cerimonia di preghiera dove saremo tutti uniti e infine l’offerta di panettone e spumante, i fuochi d’artificio, un po’ di chiasso da capodanno. Il primo gennaio ci sarà un’altra giornata per tutti e poi rientriamo in corsi più avanzati dal 2 al 7 gennaio: delle iniziazioni tantriche per chi ha già una base di buddhismo:.

Partecipano più uomini o donne?

Il buddhismo interessa uomini, donne, ragazzi, anziani, tutte le fasce d’età e tutte le classi sociali. E' veramente universale, è fatto per chi veramente ha un impegno nei confronti di se stesso. I curiosi arrivano, ma se non prendono un impegno con sé poi se ne vanno ed è difficile che ritornino. Poi magari questo seme che hanno ricevuto adesso maturerà in altre vite.

C’è qualche ospite che ricorda in modo particolare?

Un paio d’anni fa un signore entrò nel negozio dell’istituto. Mi disse che era molto interessato al buddhismo e che aveva il potere di ipnotizzare le persone. Io ero incredula anche perché ogni tanto arriva qualcuno dicendo di avere qualche potere, ma quando lui mi ha guardato ho avuto un secondo di trance. Mi sono resa conto che lui effettivamente aveva questo potere ed è stata la dimostrazione che inquesto posto arrivano persone molto particolari.

Per ulteriori informazioni, http://www.padmanet.com/iltk 
I prezzi giornalieri, per una pensione completa sono
-In dormitorio £45.000; -In Camera singola £55.000.



Il ritiro dedicato a Osho Raineesh

Ma Pantha Kalika (“Bocciolo sul cammino” in sanscrito) è una sanniasyn (cercatrice di se stessa), discepola di Osho Rajneesh dal 1980. Ha deciso di vivere questo Capodanno nel Sud-Est dell’India, a Mahaballipuran, nello Stato del Tamil Nadu, per seguire un ritiro tenuto da un’illuminata olandese, Ma Rani (Regina), discepola dello stesso maestro indiano. “Sarà una vacanza per il corpo e per lo spirito. Mahaballipuran è un incantevole posto sul mare: ci saranno dei momenti per contemplare la natura, ma in prevalenza l’attenzione sarà dedicata al mio mondo interiore”.

Perché ha scelto di trascorrere l’inizio del nuovo anno in un ritiro?

E’ la cosa alla quale tengo di più. Ho festeggiato moltissimi capodanni ‘alla grande’ con tanta confusione, ora il frequentare veglioni chiassosi non mi dà più nulla e traggo beneficio e gioia dall’andare dentro di me, perché ho scoperto che lì c’è tutto quello che ho sempre cercato. Ed è sempre lì, devo solo darmi il tempo e lo spazio per stare con me.

Secondo lei, perché c’è sempre più bisogno di pace?

L’uomo di 300, 400 anni fa viveva in un mondo meno frenetico di quello di oggi. Il ritmo della vita è diventato inumano, e l’uomo, che si muove come un pendolo, sente la necessità di cercare pace, silenzio, introspezione.

Come vivrà la festa del Capodanno?

In questi ritiri non c’è interazione tra i partecipanti, ognuno è dentro di sé e non c’è interruzione per cui lo festeggerò veramente e totalmente con me.

Come si fa a stare con sé?

La struttura del ritiro prevede varie tecniche di meditazione durante il giorno, per cui ci saranno spazio e tempo per poter osservare tutti i pensieri e sbobinare finalmente la mente, osservare anche le emozioni che emergono e ritornare a sé, all’essere.

Partecipano più uomini o più donne a questi ritiri?

Io sono una vecchia ricercatrice spirituale. Venti anni fa eravamo quasi tutte donne, oggi per fortuna arrivano gli uomini quasi alla pari delle donne. Questo è un ottimo segno, perché la donna per natura è più sensibile alle proprie emozioni ed è sempre stata più vicina a queste esperienze, l’uomo sta iniziando adesso. Sarà dunque possibile relazionarci meglio e ho anche notato che nei ritiri e nelle pratiche adesso gli uomini sono spesso più totali e determinati delle donne.

Qual è la differenza tra la contemplazione e la meditazione?

Nella contemplazione si fa riferimento a un’immagine che sta al di fuori, nella meditazione è tutto interiorizzato per cui l’osservazione è quella della mente o del respiro per rimanere ancora in contatto con sé, per non perdersi. In realtà la vera meditazione accade, non può essere programmata, e in quel momento si raggiunge la grazia: mente, corpo, essere sono un tutt’uno, ed è lì la vera pace.

Per informazioni su Osho e le sue tecniche di meditazione potete connettervi al sito internazionale http://www.osho.org , o agli italiani http://www.oshoamici.it  e http://www.oshoamici.it/kivani .


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