Bush e Gore? Sono due mediocri
Gore Vidal con Bibi David
“Definirei queste tormentate elezioni americane del 2000 un
maxispettacolo carico di suspance, un gioco dell’assurdo supportato
da continui colpi di scena. Cio’ che mi diverte maggiormente della
sfida americana è vedere la nazione più potente del pianeta
piegarsi, impotente, di fronte ai più o meno attendibili conteggi
delle macchine e dei computer.” Gore Vidal, considerato fra i più
autorevoli romanzieri e saggisti contemporanei (ha appena vinto
l'edizione 2000 del Premio Crotone e del Premio Fregene con Palinsesto,
la sua autobiografia uscita in Italia per Fazi Editore), è una delle
personalità più in vista della sinistra americana, ex senatore degli
Stati Uniti per i democratici nonché cugino, da parte materna, di Al
Gore e cognato di J.F.Kennedy.
Vidal ci parla, non senza un briciolo di ironia, della realtà
politica americana di oggi, e traccia un personalissimo profilo dei
due candidati alla poltrona più ambita del pianeta.
Mr. Vidal, può descriverci l’atmosfera che domina in quest’America
che ha aspettato per settimane il nome del suo nuovo presidente?
Il risultato ancora confuso, l’esito fino all'ultimo incerto delle
elezioni ha suscitato, fra la gente, reazioni contrastanti: c’è chi
ha lasciato prevalere l’insofferenza, chi la rabbia, chi al
contrario, ha continuato a seguire le vicende fra i due sfidanti con
crescente emozione e curiosità. L’interesse per la politica è
complessivamente cresciuto. Basti pensare che la riunione della Corte
suprema della Florida è stata, proprio per rispondere alle richieste
del pubblico, trasmessa da tutte le reti televisive americane in
diretta.

Qual è il suo giudizio sui due contendenti, Bush e Gore?
Trovo che entrambi siano figure di secondo piano, due mediocri. George
Bush è profondamente ignorante, arrogante e presuntuoso. Al Gore, pur
essendo più colto e preparato, non ha le doti che necessitano ad un
leader, soprattutto l’intelligenza politica. Purtroppo nessuno dei
due è, a mio avviso, adatto a gestire un ‘impero’ come gli Stati
Uniti.
Il futuro inquilino della Casa Bianca sarà un presidente a tutti
gli effetti o rischierà di apparire, dopo questa interminabile guerra
politico-giudiziaria, come un leader dimezzato?
Sia Gore che Bush hanno perso credibilità di fronte agli
americani, e hanno dimostrato, in questa vicenda, una paurosa
impotenza. Il loro contestare lo spoglio delle schede elettorali è
stato fatto con i mezzi più mediocri ed è emersa, da parte di
entrambi, una forte meschinità di carattere. Ho notato, con
rammarico, il divario fra le parole e lo stile usati in campagna
elettorale e i comportamenti tenuti subito dopo aver appreso che l’esiguo
scarto dei voti non coronava nessuno vincitore.
Come valuta il Presidente uscente, Bill Clinton?
Come una grande personalità della politica Usa. Riguardo, per
esempio, ad un’altra battaglia legale, quella del Sexgate, Clinton
ha mostrato una statura nettamente superiore ai suoi due potenziali
eredi. Si è riconosciuto un bugiardo di fronte al mondo e ha salvato
la propria immagine pubblica, pur fortemente compromessa,
comportandosi sempre con dignità.
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