
|
La massima
Giancarlo Bosetti
I
due giovani medici che il primario oncologo del Gemelli angariava,
infliggendo loro il compito di far fare carriera al figlio (secondo le
accuse), se ne vanno sbattendo la porta in America, scoprono un nuovo
gene responsabile di certi tumori infantili, pubblicano tutto su
"Nature" e ora sono in corsa per il Nobel. Per il boss della
Cattolica di Roma è uno scorno di portata transatlantica.
La giornalista "precaria" al centro della bufera
Rai-Lerner-Landolfi esce allo scoperto e rivela in una intervista la
sua identità. Quell'incontro a pranzo tra il neodirettore del Tg1 e
il responsabile della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai
resterà per tutti e tre un ricordo pesante. Landolfi sarà
immortalato col bigliettino in mano; Lerner nell'atto di compiere il
tardivo beau geste di restituirlo, mesi dopo; la salentina Marilù
Lucrezio, la precaria, è da questo momento famosa non per meriti
propri ma in quanto oggetto della transazione-raccomandazione. Un
settimanale aggiunge che, poi, la ragazza era stata messa a contratto.
Lo scorno qui non è transatlantico, soltanto locale, ma ugualmente
doloroso.
Prima morale. Utile ricordare il secondo imperativo categorico di
Immanuel Kant: agisci come se la massima di quello che stai facendo
potesse diventare norma per tutti quanti. Secondo me è il più duro
degli imperativi kantiani, ed è anche difficilissimo da rispettare,
perchè tante volte proprio ti scappa di sgarrare dalla
"massima". Dovresti rispettarla, secondo Kant, anche quando
sei solo, figurarsi con un giornalista. Però, se ci vai almeno
vicino, eviti poi molte brutte nottate.
Seconda morale. Difficile comunque per i precari trovare un posto
fisso, nella new economy, persino alla Rai.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |
|
  
|