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        | Letti per voi/In difesa dell'Italia
          civile 
 
 
 Alessandro Galante Garrone
 
 
 
 Questo articolo è apparso su La
          Stampa  del 27 Settembre
 
 Il tentativo compiuto in occasione del recente meeting di Comunione e
          Liberazione di denigrare il Risorgimento e i suoi uomini migliori
          costituisce una distorsione della verità storica e si traduce in una
          provocazione inaccettabile per l’Italia civile. Questa denigrazione
          programmatica, fanatica e irragionevole non è l’espressione di un
          legittimo proposito di reinterpretare una fase cruciale nella nostra
          storia sulla base dei fatti e dei documenti.
 
 Essa, invece, come ha rilevato Indro Montanelli (“Corriere della
          Sera”, 13 settembre 2000), tende in modo esasperato al “rinnegamento
          di tutto il capitolo risorgimentale” della vita italiana,
          accompagnandolo con la “esaltazione delle forze sanfediste che
          cercarono di impedirlo”. Per fini di parte, svilendo l’opera dei
          nostri padri risorgimentali, si cerca di negare le radici stesse dell’esistenza
          dello Stato italiano.
 
 E ciò avviene nel contesto di una aggressione a raggio ancora più
          ampio contro i principi laici e liberali che costituiscono parte
          fondante della Costituzione repubblicana. La cultura italiana deve
          sentirsi impegnata a rispondere a tale attacco che può, se non
          adeguatamente contrastato, travolgere le ragioni stesse della nostra
          convivenza civile.
 
 Il significato del Risorgimento come processo storico in cui ha
          trovato la sua libera formazione la nostra patria deve perciò essere
          sottolineato con forza, ricordandosi che ad esso hanno preso parte
          attiva uomini e donne di tutte le condizioni e di diverse opinioni
          politiche e religiose, compresi innumerevoli cittadini cattolici,
          essendone esponenti di spicco anche figure del cattolicesimo liberale.
 
 Il Risorgimento è stato un grande movimento ideale che ha consentito
          all’Italia di unificarsi ma anche di liberare energie volte al
          progresso morale, intellettuale e sociale del nostro popolo.
          Attraverso le vicende risorgimentali l’Italia è riuscita, se pure
          con difficoltà, a mettersi al passo con l’Europa. Anche nelle fasi
          più buie della nostra storia successiva è stato il riferimento al
          “primo” Risorgimento che, con l’opposizione clandestina e in
          seguito con la Resistenza al nazifascismo, ha consentito di
          realizzarne un “secondo”.
 
 La contestazione dei valori risorgimentali si collega a un rifluire di
          ideologie reazionarie, di speranze di rivincita di sconfitti dalla
          storia, di propositi di erosione dell’assetto democratico della
          società italiana che devono essere respinti.
 Se così non fosse, si potrebbero riaprire antiche ferite, che il
          patto costituzionale aveva sanato. L’unità stessa del nostro paese
          potrebbe risentirne negativamente. L’Italia finirebbe per trovarsi a
          disagio nel contesto europeo, in cui sono consolidati principi di
          libertà, laicità, tolleranza che devono essere salvaguardati nel
          modo più pieno anche fra noi.
 
 Questo appello è stato già firmato da 66 intellettuali.
 
 Ecco la lista dei nomi:
 
 Alessandro Galante Garrone, Vincenzo Ancona, Giovanna Angelini,
          Giuseppe Armani, Alfredo Arpaia, Pierfrancesco Attanasio, Egle Bais
          Terrana, Adolfo Battaglia, Maurizio Bertolotti, Angela Bianchini,
          Franca Biondi, Giorgio Bouchard, Sergio Bucchi, Gianfranco Caglianone,
          Elisabetta Carfagna, Serena Caridi, Antonio Carioti, Lucio Ceva, Mario
          Cignoni, Giancarla Codrignani, Arturo Colombo, Augusto Comba, Vincenzo
          Consolo, Nora Contedini, Emilio Costa, Franco Della Peruta, Bruno Di
          Porto, Sergio Di Veroli, Enrico Ferrero, Alessandro Figà Talamanca,
          Mimmo Franzinelli, Giovanni Franzoni, Fabrizio Frasnedi, Alberto
          Gamberini, Carlo Giliberti, Felice Israel, Luigi Lotti, Amos Luzzatto,
          Lando Mannucci, Davide Mantovani, Luisa Marchini, Enzo Marzo, Salvo
          Mastellone, Enrico Modigliani, Giuseppe Monsagrati, Elèna Mortara,
          Laura Novati, Mario Novati, Giuseppe Papagno, Giovanni Paresson, Luigi
          Paselli, Giovanni Persico, Carlo Pucci, Ermanno Rea, Renzo Renzi,
          Laura Renzoni Governatori, Paolo Ricca, Carlo Ricotti, Paolo Santoro,
          Rinaldo Salvatori, Francesco Scattolin, Enzo Sciacca, Massimo
          Scioscioli, Gilberto Scuderi, Corrado Stajano, Laura Sipala, Federico
          Stame, Donatella Tarchiani, Regina Soria, Mario Vaini, Guido Verucci,
          Sandro Viola.
 
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