Il Festival di Pinocchio
Josè Luis Sànchez-Martìn
Nel 1883, dopo l'immenso successo della pubblicazione a puntate sul
“Giornale dei Bambini”, il giornalista fiorentino, critico e
autore di teatro e di libri per l'infanzia Carlo Lorenzini, in arte
Collodi, pubblicava in volume "Le Avventure di Pinocchio",
il capolavoro della letteratura italiana dell'Ottocento e comunque
l'opera della letteratura italiana più conosciuta nel mondo assieme
alla Divina Commedia. Anzi, Pinocchio è, dopo la Bibbia e il Corano,
il libro più tradotto, più stampato, più adattato e più letto
dell'intero pianeta. Infinita la lista di riduzioni teatrali,
cinematografiche, ballettistiche e musicali. E sembra che, col tempo,
questa febbre pinocchiesca oltre a non abbassarsi negli ultimi tempi
comporti anche un’epidemia. Sembra che in Europa soltanto l'anno
scorso, siano state fatte almeno 50 riduzioni tra teatro, danza e
musica. Spielberg sta per realizzare un nuovo cartone animato. Per
rimanere nel nostro paese, si sentono voci di un film di Benigni, di
un musical di Celentano, di uno spettacolo di Paolo Villaggio.
Per sviluppare e diffondere la conoscenza della vita e soprattutto
dell'opera di Carlo Lorenzini, detto Collodi, nel 1962 fu istituita
per decreto del Presidente della Repubblica, la Fondazione Nazionale
"Carlo Collodi", un Ente Morale senza fini di lucro che
svolge un'intensa attività di ideazione e organizzazione di eventi,
mostre, incontri, convegni nazionali e internazionali e di cura di
pubblicazioni. Inoltre, ha creato e gestisce a Collodi (Pistoia) il
Parco Monumentale di Pinocchio, la Biblioteca Collodiana e il Centro
Studi sulla Lettura e Letteratura Giovanile, dedicato agli eroi dei
più rappresentativi libri per ragazzi in Europa: gli "amici
europei di Pinocchio".

La Biblioteca è una vera miniera, per studiosi e ricercatori, di
testi, analisi, studi e informazioni su traduzioni, illustrazioni,
adattamenti teatrali, musicali e in danza delle opere di Carlo
Collodi, in particolare, ovviamente, di Pinocchio. Il Parco di
Pinocchio, probabilmente il primo parco tematico non solo in Italia ma
anche in Europa, inaugurato nel 1956 e ampliato progressivamente fino
al 1987, è il risultato dell'incontro delle opere di importanti
artisti realizzate appositamente sul tema delle avventure del
burattino. Lungo un percorso immerso nel verde, ludico e labirintico,
possono essere ammirate le sculture di Emilio Greco e di Pietro
Consagra, la magnifica Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi e le
creazioni di giardino, paesaggio, fontane e grandi costruzioni degli
architetti Renato Baldi, Lionello De Luigi, Pietro Porcinai e Marco
Zanuso. Quest'ultimo è autore di un immenso Pescecane decorato dal
pittore Augusto Piccoli, al cui interno si può accedere, pur che si
stia attenti a non essere bagnati dai giochi di fontane che scattano a
sorpresa. Ogni giorno, in spazi appositamente attrezzati, si
presentano spettacoli di burattini e ci sono attività di gioco e di
animazione.
Adiacenti al Parco si trovano il Museo-Biblioteca "Laboratorio
delle Parole e delle Figure", che ospita mostre e incontri, e
l'architettura azzardata e leggera del ristorante "Osteria del
Gambero Rosso". Come naturale continuazione topografica e
tematica, secondo un ambizioso progetto che la Fondazione coltiva da
anni, il Parco nei prossimi anni si estenderà per diventare Parco
degli Amici Europei di Pinocchio. Vale a dire che nasceranno, con la
stessa logica tematica, zone dedicate ai personaggi della letteratura
giovanile portatori in qualche modo della rappresentazione della
cultura del paese di nascita: Alice per il Regno Unito, il Piccolo
Principe per la Francia, Pierino Porcospino per la Germania, Pippi
Calzelunghe per la Svezia e così via.
Tra le pubblicazioni della Fondazione ci sono le collane "Le Api
Industriose" e i "Quaderni della Fondazione", nonché
libri monografici sulla fortuna di Pinocchio in Gran Bretagna, in
Cecoslovacchia, in Francia, in U.S.A., in Germania e, di prossima
pubblicazione, in Grecia. Inoltre, ha pubblicato seri studi tematici
sulle Avventure di Pinocchio e gli atti dei vari convegni
internazionali organizzati, ai quali hanno partecipato importantissime
figure della cultura italiana e internazionale. E' anche in via di
preparazione un monumentale volume a cura del prof. G. Cusatelli,
intitolato "Pinocchio esportazione - Il personaggio di Collodi
nella critica straniera". Aggiungiamoci le mostre -recentissima
quella su Pinocchio visto dai più importanti vignettisti satirici
italiani-, il lavoro con le scuole, i premi di vario genere e i
rapporti e gli scambi internazionali, e avremo un idea della variegata
e impegnativa attività di una vera e propria Fondazione, con
caratteristiche più europee che italiane. Non sorprende infatti che
l'attività della Fondazione Collodi sembri conosciuta e apprezzata
dagli operatori culturali e turistici stranieri più che da quelli
italiani.
Comunque, continuando con lo stesso tenore di qualità e le stesse
mire verso progetti ambiziosi, il fine settimana scorso a Collodi, la
Fondazione ha presentato la sua ultima invenzione: il 1° Festival
Internazionale del Teatro di Pinocchio, che si svolgerà durante
l'ultima settimana di aprile dell'anno prossimo nella zona tra Lucca e
Pistoia. E per fare le cose in grande, ha chiamato un direttore
artistico di eccezione, il professore ed eminente musicologo Luciano
Alberti, già direttore del Teatro Comunale di Firenze, dell'Accademia
Chigiana di Siena, dell'Ente Lirico di Genova, del Festival Puccini di
Torre del Lago e del Maggio Musicale Fiorentino. Basti pensare che, in
rapporto con direttori d'orchestra come Riccardo Muti, Alberti ha
avviato alla regia lirica personaggi come De Simone, Ken Russell,
Vitez, Jancso, Olmi e Monicelli. Proprio quest'ultimo, il "Grande
Vecchio" della gloriosa e rimpianta commedia all'italiana, una
presenza umana e carismatica come poche, è stato ospite d'onore al
programma di spettacoli e incontri che la Fondazione ha organizzato
intorno alla presentazione dell'idea del Festival, dei progetti già
avviati e di quelli futuri.
Il programma si è aperto ufficialmente venerdì sera, al Teatro
Pacini di Pescia (comune a cui fa capo il borgo di Collodi) con uno
spettacolo-conferenza sulla Commedia dell'Arte, interpretato da
Ferruccio Soleri, il mitico Arlecchino servitore di due padroni della
pluridecennale e storica messa in scena di Giorgio Strehler. Le
affinità del burattino di Collodi con la Commedia dell'Arte non hanno
bisogno di spiegazione. Basti ricordare che quando Pinocchio entra da
spettatore nel teatrino di Mangiafuoco, lo spettacolo si ferma perché
gli altri burattini, tutti maschere della Commedia, lo riconoscono
come uno di loro e gli fanno le feste per il suo "ritorno",
in particolare Arlecchino e Pulcinella. Purtroppo la formula scelta da
Soleri risulta didascalica e approssimativa nell'approccio "didattico-archeologico",
ma riscattata dalla tecnica eccellente che l'attore ha messo a punto
in decenni di mestiere e che finisce inevitabilmente per coinvolgerci.
Il giorno dopo, condita dagli interventi di Monicelli, del disegnatore
satirico Sergio Staino e dell'attrice Sidney Rome, intelligente e
simpatica come non è da aspettarsi da un personaggio televisivo, si
è svolta la lunga e variegata presentazione dei progetti e dei lavori
in corso che hanno come protagonista Pinocchio. Tra i più
interessanti sono da segnalare: la collaborazione dell'Accademia
d'Arte Drammatica Silvio d'Amico di Roma, che ha impostato una
coproduzione del Festival per le prime due edizioni; "Pinocchio
all'Osteria del Gambero Rosso" prodotto da Toscanateatro di
Pistoia, ideato e diretto da Angelo Savelli e impostato tutto sul
rapporto col cibo che, manipolato dagli attori, sarà il vero e
proprio protagonista dello spettacolo. "Pinoculus Novus -
Esserino che si origina dal buio" della compagnia di danza
contemporanea di Virgilio Sieni, che si baserà sul confronto finale
tra un Pinocchio che lascia la sua veste lignea e il mondo ignoto in
cui sta per avventurarsi come essere umano. E ancora: La Barraca di
Monza, che svilupperà un percorso triennale di produzione teatrale
per attori e oggetti, quest'ultimi realizzati dallo scultore milanese
Gianluigi Castelli, ma soprattutto un percorso di indagine, sulla
scorta di Pinocchio, sul tema dei diritti e dei doveri dei bambini,
con il patrocinio dell'UNICEF e della Fondazione Basso. Inoltre, sono
stati nominati progetti e produzioni del Teatro Eliseo di Roma diretto
da Maurizio Scaparro, dei Teatri Uniti di Napoli, la compagnia fondata
da Mario Martone e oggi diretta da Andrea Renzi, del Teatro della
Tosse di Genova diretto da Tonino Conte, del Teatro all'Improvviso di
Mantova e dell'Associazione Culturale Mannini-Dall'Orto Teatro,
nessuno dei quali presenti all'incontro.
Dall'estero sono stati presentati il progetto degli attori del Teatro
Nazionale e della Scuola Sperimentale di Lingua Italiana "Tsiskari"
di Tblisi (Georgia), che metteranno in scena la riduzione delle
Avventure di Pinocchio realizzata da don Raffaello Lavagna, e quello
dell'Associazione Krakatoa Productions "Bakoo, Pinocchio, Bakoo!",
incrocio archetipico, sulla struttura della fiaba di iniziazione, tra
personaggi e maschere tradizionali dell'Africa e quelle dell'Italia.
Particolarmente interessanti i progetti musicali, già realizzati in
passato, di Niki Comoglio, "Coeur d'Arbre", un Pinocchio
cantato e danzato, uno spirito libero e amorfo che dopo gli incontri
negativi con la realtà decide di tornare all'albero originario, e la
composizione "Pinocchio" dell'originale musicista Marco
Tutino, da realizzare in una versione per piccolo organico
strumentale.
Il programma è continuato subito dopo pranzo con "Le Avventure
di Pinocchio - Musical Trekking", riduzione sotto forma di
concerto rock della fiaba di Collodi. Uno spettacolo itinerante
realizzato da un gruppo di ragazzi, un po’ sgangherato e amatoriale,
che ha avuto però il merito di farci conoscere, in discesa per
fortuna, il ripidissimo, pittoresco e incantevole borgo antico di
Collodi, un vero gioiellino, nonché un passaggio affascinante e
normalmente vietato sulla magnifica villa settecentesca Garzoni.
La sera, dopo il balletto di Loris Gaj "Storie della Vita di
Pinocchio", interpretato dai giovani ma preparati danzatori della
compagnia Daedalus Gruppo Danza, nella piazzetta dei Mosaici del Parco
abbiamo assistito al Gran Finale, il momento più atteso e di più
alto livello: l'impareggiabile Paolo Poli, accompagnato al pianoforte
dal maestro Antonio Ballista, ha letto le fiabe di Perrault, nella
traduzione toscaneggiante, saporita, scoppiettante e divertita di
Carlo Collodi, e il delizioso melologo di Francis Poulenc
"L'elefantino Babar". Il garbo, la grazia e la misura di
Poli, si sono dipanate lungo un filo sottile che ha determinato una
zona particolare tra interpretazione e lettura, in cui Poli è
riuscito, oltre a impersonare magnificamente ed in modo esilarante
vizi e virtù d'ogni personaggio, a frapporsi tra questi e il
narratore, fornendoci un ulteriore punto di vista, quello suo,
originale, ironico e irriverente. Sono in pochi ad avere ereditato
l'antica e potente arte della narrazione che una volta era prezioso
patrimonio della cultura italiana: ci vengono in mente soltanto Poli,
Beppe Barra e Dario Fo. Tra i più giovani Marco Paolini.
A proposito di giovinezza, l'agile, leggero e danzerino Poli malgrado
ne dimostri trenta di meno, non fa mistero dei suoi settant'anni.
Anzi, dichiara orgoglioso: "...Vecchio è un appellativo che mi
piace, tutti i giovanilismi che vanno di moda mi hanno rotto i
coglioni. Io appartengo alla vecchia Europa." Altro che vecchio.
Sia nelle fiabe di Collodi, che soprattutto nella fragilità e
semplicità di Babar, nel gioco complice con le bellissime musiche
eseguite dal maestro Ballista con raffinata ponderazione, Poli, un
maestro ragazzino, come un Lucignolo diventato buono, ci ha preso per
mano e ci ha fatto ritornare tutti bambini nel paese di Pinocchio.
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