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Rassegna Italiana

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Antonio Carioti

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Venerdi' 27.11.98
Mistero curdo

 

L'unico dato indiscutibile, nel caso Ocalan, e' che si e' trasformato in un pomo della discordia per le forze della maggioranza governativa. Regna invece il piu' fitto mistero sul comportamento dei nostri servizi segreti: stando alla versione ufficiale, non hanno fatto nulla anche quando dalla Turchia e' arrivata la segnalazione che il capo del Pkk intendeva probabilmente venire in Italia.

Sono questi i punti su cui insistono i titoli d'apertura dedicati alla vicenda del leader curdo. "La Repubblica" e "il Giornale" si trovano una volta tanto d'accordo nel puntare il dito sui servizi e nel parlare di "giallo". Secondo "Il Messaggero", "Ocalan divide il governo". Piu' specifico il "Corriere della Sera", per il quale la vicenda "divide D'Alema e Dini" sulla questione dell'asilo politico. Anche "La Stampa" scrive di "lite nel governo", mentre "l'Unita'" segnala lo "scontro su Diliberto" causato dagli attacchi del Polo.

I commenti si differenziano a seconda dell'aspetto che scelgono di sottolineare. Il fondo del "Corriere", scritto da Giovanni Sartori, fustiga il "buonismo" della sinistra al potere. Bisognava vietare l'ingresso a Ocalan, sostiene il professore: accogliendolo, l'Italia si e' dimostrata "il Paese europeo piu' fesso di tutti".

Concorda Mario Cervi, direttore del "Giornale": il governo, afferma, si e' affidato allo "stellone d'Italia, senza capire che il capo del Pkk e' "una mina vagante dal potenziale distruttivo immane". E' altrettanto severo, nel fondo della "Stampa", Luigi La Spina, che evidenzia la spaccatura dell'esecutivo e accusa il premier, Massimo D'Alema, di aver cercato di deviare il caso sul piano giuridico, confondendo "la logica della politica con quella della giustizia".

Se la prende soprattutto con i servizi segreti, sul "Messaggero", Giuseppe Di Piazza: a suo parere il governo deve chiarire se ha fiducia nei loro vertici, oppure preferisce cambiarli. E "la Repubblica", in un pezzo anonimo, manifesta il timore che l'efficienza dei nostri 007 sia ancora quella, assai scadente, dei tempi di Ustica.

Enzo Roggi, sull'"Unita', polemizza con Fausto Bertinotti, che si e' detto orgoglioso di aver invitato Ocalan in Italia. In questo modo, scrive Roggi, Rifondazione ha ridotto la causa curda "a propaganda e sfida", rompendo con la tradizione di responsabilita' del comunismo italiano. Analoga la valutazione di Guido Compagna, nel fondo del "Sole 24 Ore": al contrario di Togliatti e Berlinguer, Bertinotti si comporta da "avventurista", privo di "senso dello Stato".

Proprio "Il Sole 24 Ore" e' l'unico quotidiano il cui titolo principale riguarda altri argomenti, per la precisione l'ascesa dei listini azionari: "Borse, Toro europeo. Milano guida i rialzi".

Sempre in campo economico, Ugo Piccione, nel fondo del "Messaggero", esprime la preoccupazione che la moneta unica europea nasca sopravvalutata rispetto al dollaro, con ricadute negative per i paesi dell'Ue.

Bernardo Valli, su "Repubblica", commenta invece la visita in Giappone del presidente cinese Jang Zemin. A suo parere Pechino si e' dimostrata un prezioso baluardo contro il contagio della crisi economica asiatica, ma per reggere ha bisogno di investimenti, in particolare del sostegno finanziario giapponese.

Rimanendo all'estero, troviamo commenti su due spinosi casi giudiziari. Domenico Quirico, della "Stampa", interpreta l'affare Pinochet come una manifestazione di colonialismo, una brutale intrusione esterna nella storia cilena. Stefano Cingolani, del "Corriere", racconta la vicenda del terrorista tedesco Hans-Joachim Klein, che si e' consegnato alla giustizia francese: Bonn, riferisce, ci va piano nel chiederne l'estradizione, perche' teme rivelazioni sui suoi rapporti con esponenti governativi dal passato estremista.

A proposito di rivelazioni, infuria la polemica dopo le accuse dell'ispettore Filomena, indagato insieme a Forleo. Il sottosegretario Antonio Bargone, dei Ds, e' stato chiamato in causa da An, poiche' si sospetta che abbia contribuito, insieme alla magistratura di Lecce, ad "aggiustare" un processo al crimine organizzato pugliese.

Intervistato dal "Corriere", lo stesso Bargone reagisce con forza, affermando che Forleo e Filomena avevano creato nella polizia di Brindisi un clan dedito alle peggiori illegalita'.

C'e' poi una svolta nelle indagini per l'uccisione del piccolo Mauro Iavarone. E' stato arrestato un giovane nomade, Dennis Bogdan, ma pare ci sia una testimone che lo scagioni.

Riguardo al delitto, Fulvio Abbate, sul "Messaggero", ipotizza che Mauro sia stato vittima di una banda giovanile, un "branco che si e' dato regole folli". Renato Farina, sul "Giornale", prende spunto dalla tragedia per pubblicizzare un'iniziativa di volontariato a favore dell'infanzia abbandonata.

Infine due notizie che mettono in luce l'abisso esistente tra ricchi e poveri. Da una parte Gian Antonio Stella, sul "Corriere", ci informa che il governo ha stanziato la ridicola cifra di 5 miliardi, per giunta distribuiti a pioggia, in favore delle persone prive di mezzi e bisognose di cure sanitarie costose. Dall'altra apprendiamo che il campione di sci Alberto Tomba risulta nullatenente e avrebbe evaso il fisco per 23 miliardi.
 


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