Caffe' Europa
 
NewMedia

Trappola nel CyberSpazio

Roberto Di Cosmo

 

 

Roberto Di Cosmo (http://www.dmi.ens.fr/~dicosmo/) ha scatenato un pandemonio: studente prima alla Normale di Pisa poi ricercatore in quella di Parigi (Laboratoire d'Informatique de l' École normale supérieure) - dove vive e insegna - , ha scritto assieme alla giornalista francese Dominique Nora un libro dal titolo esplicito contro il predominio Microsoft (se volete potete leggervi anche "Demonizzare BillGates? nel numero scorso di "Caffe' Europa") e a favore del sistema operativo gratuito Linux: "Le hold-up plnaetaire", "La rapina planetaria" (http://www.dmi.ens.fr/~dicosmo/HoldUp/ per alcune recensioni mentre, per acquistarlo online, http://00h00.com).

Da quel momento è stato tempestato di interviste dalla stampa di mezzo mondo, è stato invitato alla popolarissima trasmissione francese "Les guignols de l'Info" ed è - ça va sans dire - diventato la bestia nera delle pubbliche relazioni dell'azienda di Redmond (che, la settimana prossima, inviteremo a esprimersi al proposito di queste accuse).

Qui di seguito ripubblichiamo un lungo saggio dove Di Cosmo esponeva i punti essenziali del suo pensiero, poi esposto diffusamente nel libro.

 

 

Durante le vacanze di Natale, sono rimasto colpito una volta di più dall'infatuazione crescente dei media per quest'oscuro oggetto del desiderio che si nasconde dietro i termini ''calcolatore'', ''multimedia'', ''Web'', ''Internet'' e loro derivati.

A credere a questi media ed ad un buon numero di esperti improvvisati, non ci si può ritenere cittadini a pieno titolo senza possedere il materiale informatico nuovo fiammante (e per niente economico) che permette di accedere al paradiso incantato del ''cyberspazio''.

Difficile poi non notare lo strano ed onnipresente amalgama che ci spinge a pensare che il solo tipo di calcolatore esistente sia il PC, a condizione, beninteso, che sia equipaggiato di un processore Intel, e che su questo PC ci sia un solo programma indispensabile, Windows prodotto da Microsoft [+].

È ancora più sorprendente che questo fenomeno di servilismo intellettuale di fronte ai due giganti americani giunga al massimo proprio nel momento in cui gli Stati Uniti sembrano svegliarsi dal lungo sonno che ha permesso a questi giganti di conquistarsi una posizione di monopolio praticamente assoluto distruggendo sul loro cammino un numero impressionante di imprese i cui prodotti erano di qualità ben superiore (tutto questo è ben documentato in numerose opere disponibili negli USA che non sono stati, per quanto è a mia conoscenza, tradotti in francese, come [1, 2, 3]).

Penso ad esempio alla campagna lanciata da Ralph Nader (ben noto difensore dei consumatori che è riuscito a fare ritirare dal commercio una vettura non sicura prodotta dalla General Motors) ed al processo intrapreso dal DoJ (Department of Justice, una istituzione federale) e tuttora in corso contro Microsoft. Penso soprattutto alla sorprendente reazione del pubblico americano ai sondaggi su Internet: una schiacciante maggioranza sostiene il DoJ, e ciò benché il sondaggio sia stato realizzato da aziende come la CNN che nei loro articoli sono risolutamente pro-Microsoft (sondaggi della CNN [4], e anche di Zdnet [5], che ha bloccato arbitrariamente il sondaggio ad una certa data e non l'ha reso pubblico che in seguito a numerose lettere di protesta).

Il nostro pubblico, invece, è ben lontano dal risveglio: cullato dalla voce suadente del conformismo ambiente, si addormenta sempre più profondamente tra le braccia di Microsoft. Sogna di un mondo felice in cui un grande filantropo distribuisce a tutti gli studenti di Francia e del mondo intero copie gratuite di Windows 95, con il solo scopo di aiutarli a recuperare il loro ritardo tecnologico; sorride pensando agli schermi blu pieni di messaggi rassicuranti che spiegano come un programma abbia provocato l'eccezione tale nel modulo talaltro, non per un errore di Windows, ben inteso, ma per colpa del programma; dorme felice senza domandarsi come mai un calcolatore ben più potente di quello che è servito ad inviare degli uomini sulla luna, ed a riportarli indietro vivi, non sia in grado di trattare correttamente un documento di un centinaio di pagine quando questo è impaginato con quel Microsoft Office che ha fatto la gioia di tutti i nostri commentatori.

Armadi a cassetti e lavaggio dei cervelli

Ho avuto parecchie occasioni di toccare con mano la profondità di questo sonno ipnotico, ma la più esilarante è certamente quella che si è presentata durante un viaggio in Pendolino qualche tempo fa. I computer portatili (questi embrioni di computer che costano quanto una piccola utilitaria, che si possono trasportare in una valigetta e che servono soprattutto a giocare al Solitario) proliferano ormai pressappoco quanto i telefoni cellulari, soprattutto su treni ed aerei. Ebbene, durante uno dei miei viaggi mi sono ritrovato a fianco di un gentilissimo signore, giovane e dinamico funzionario d'impresa, che si apprestava ad eseguire sulla sua macchina il famigerato (vedremo presto perché) programma DeFrag. Questo programma mostra una bella matrice riempita di piccoli quadrati di tanti colori che si muovono in tutte le direzioni mentre il disco lavora intensamente e rumorosamente.

Non ho potuto resistere alla tentazione (questo signore non me ne vorrà troppo, spero, se si riconosce in questo articolo): dopo essermi complimentato per il suo bel portatile, gli ho chiesto, fingendo la più grande ignoranza, che cosa fosse quel bellissimo programma che io non avevo sul mio portatile. Con un'aria di superiorità mista a compassione ("il poveretto non ha il mio superbo programma") mi ha risposto che si trattava di uno strumento essenziale che bisogna lanciare di tanto in tanto per "fare andare la macchina più veloce", "deframmentando il disco". Ha proseguito ripetendomi a memoria gli argomenti che si ritrovano nei manuali Windows: più si utilizza il disco, più questo si "frammenta", e più il disco è frammentato più la macchina è lenta, ed è per questo motivo che egli fa coscienziosamente girare DeFrag ogni volta che può.

A questo punto ho tirato fuori il mio computer portatile, che non utilizza Windows ma GNU/Linux (una versione libera gratuita e molto efficace di Unix sviluppata grazie agli sforzi congiunti di migliaia di persone su Internet), e gli ho detto, con un'aria molto stupita, che tutto quello che mi aveva detto mi sorprendeva enormemente: sul mio portatile il disco è molto poco frammentato e più si utilizza, meno si frammenta. Il nostro funzionario, un po' meno a suo agio, ha ribattuto che il suo portatile utilizzava l'ultima versione di Windows 95, prodotto dalla più grande azienda di software al mondo, e che dovevo ben sbagliarmi da qualche parte.

A questo punto, ho cercato di fargli dimenticare per un istante la propaganda che l'aveva intossicato fino ad allora spiegandogli semplicemente il problema della deframmentazione: quello che segue è un breve riassunto di una piacevole conversazione che è durata una buona mezzora. Voi sapete probabilmente che i vostri dati sono conservati in archivi, ormai universalmente chiamati ``file'', memorizzati sul disco rigido del calcolatore. Questo disco rigido è come un gigantesco armadio a cassetti: ogni cassetto ha la stessa capienza (di solito 512 byte [+]) e ciascun disco contiene, ai giorni nostri, alcuni milioni di cassetti. Se i dati che vi interessano sono sistemati in cassetti contigui, vi si può accedere più rapidamente che se sono sparpagliati (si dice allora frammentati) un po' dappertutto all'interno dell'armadio. Non c'è nulla di strano, in questo, ci succede ogni giorno quando dobbiamo trovare un paio di calzini: si fa prima se sono tutti e due nello stesso cassetto. Siamo dunque d'accordo che è meglio un armadio ben ordinato che un armadio nel caos. Adesso il problema è di sapere come fare per mantenere l'armadio ben ordinato quando lo utilizziamo.

Immaginiamo un ministero che conserva i suoi dossiers in un enorme armadio con milioni di cassetti: per le stesse ragioni che si dicevano prima, sarà meglio che i documenti riguardanti uno stesso dossier si trovino, per quanto possibile, ordinati in cassetti contigui. Ora voi dovete assumere una segretaria e vi si presentano due candidate dalle abitudini molto diverse fra loro: la prima, quando un dossier va eliminato si limita a vuotare i cassetti, e quando un nuovo dossier arriva lo separa in piccoli fascicoli della misura di un cassetto e sistema ogni fascicolo a caso nel primo cassetto vuoto che trova nell'armadio. Quando le fate notare che così è molto difficile ritrovare subito tutti i documenti di uno stesso dossier, risponde che in effetti lei prevede di ingaggiare una dozzina di ragazzi che ogni fine settimana vengano per rimettere tutto in ordine. La seconda segretaria, invece, conserva sulla sua scrivania una lista dei cassetti vuoti contigui, e aggiorna la lista tutte le volte che una pratica viene chiusa e viene tolta dai cassetti; quando un nuovo dossier arriva, cerca nella sua lista una serie di cassetti vuoti contigui di capacità sufficiente ed è lì che mette il nuovo dossier. Cosí facendo, anche se c'è molto movimento, l'armadio rimarrà sempre ben ordinato. Non c'è dubbio che è la seconda segretaria che bisogna assumere, e il nostro giovane funzionario fin qui è d'accordissimo.

A quel punto, fu facile fargli osservare che Windows 95 si comportava come la prima segretaria, ed aveva bisogno dei ragazzi che riordinano l'armadio (il programma DeFrag), mentre GNU/Linux, comportandosi come la segretaria brava, non ne aveva alcun bisogno. All'arrivo in stazione, il nostro gentile signore non era per niente contento: gli avevano insegnato che DeFrag "fa andare più veloce la macchina", mentre avevamo visto insieme che è piuttosto Windows che la rallenta!

In effetti, il problema della gestione efficace dei dischi è molto vecchio ed è da tempo che si sa bene come trattarlo (la prova è che Unix è molto più vecchio di Microsoft, ed ha la buona segretaria dal 1984!). E c'è ben peggio di DeFrag: purtroppo non c'è tempo per raccontarvi qui tutti gli aneddoti che lo riguardano, ma il programma ScanDisk, che è fatto per "riparare" i dischi, vi propone scelte incomprensibili il cui risultato è, troppo spesso, la distruzione pura e semplice della struttura del file system, mentre, prima del suo passaggio, i dati erano ancora recuperabili. Non soltanto questo è impossibile sotto Unix, a meno di prendere il disco a martellate, ma le tecniche corrette di gestione vengono insegnate nei corsi di base di informatica in università da più di un decennio. La semplice esistenza di un programma come DeFrag o peggio, i misfatti di ScanDisk in Window 95 dovrebbero essere sufficienti a ogni responsabile informatico intelligente per radiare Microsoft dalla lista dei suoi fornitori. E tuttavia, prova dell'efficacia del lavaggio dei cervelli, e della profondità del sonno nel quale siamo sprofondati, si è, al contrario, pronti in Francia a trasferire tutto il sistema informatico bancario su prodotti Microsoft ed a scegliere tali prodotti per l'educazione dei nostri figli.

Il fatto è che la potenza della macchina commerciale di certe aziende riesce a realizzare una tale distorsione della realtà che si arriva a credere fermamente che gli errori più gravi di certi programmi sono al contrario delle qualità indispensabili (d'altronde, nel mondo informatico è da tempo che si impiega a tale proposito il detto ''It's not a bug, it's a feature!'' (''Non è un errore, è una funzionalità'')). Ma è anche vero che gli specialisti che hanno le conoscenze necessarie per svelare tutti questi imbrogli e mettere in evidenza gli errori, i pericoli, le manipolazioni, senza rischiare di essere presi per competitori sconfitti e stizzosi, hanno taciuto per troppo tempo. Siamo in presenza di un fenomeno assai bizzarro: da una parte, nessuno scienziato serio ha voglia oggi di pubblicare un articolo sulla cosiddetta stampa informatica professionale per paura che la sua reputazione ne venga intaccata per essersi mischiato con dei ciarlatani. Dall'altra, senza l'appoggio di scienziati seri, la stampa informatica è diventata, grazie al supporto pubblicitario, un'eco ben poco edificante dei costruttori, dunque ancora più ciarlatana, e dunque ancor meno frequentabile per degli esperti seri.

La tassa sull'informazione

Ma il monopolio WinTel (da Windows+Intel, termine ricorrente sulla stampa americana) che si appresta a costituirsi in Francia e nel mondo intero ha tali obiettivi, non solo economici, che non ci si può più permettere di tacere, sotto nessun pretesto. Non si tratta soltanto di accettare di vivere con della cattiva tecnologia ignorando che si potrebbe avere molto di meglio: questo è già accaduto altre volte, per esempio con il VHS che ha ucciso Video 2000 e Betamax, che erano standard ben migliori [+]. Si tratta qui dell'accettazione supina da parte dei governi europei di una vera e propria tassa sull'informazione a beneficio esclusivo del monopolio Microsoft-Intel. Sono sicuro che coloro tra voi che hanno qualche conoscenza di economia vedono già dove voglio arrivare: questo monopolio è riuscito da molti anni a prelevare una vera tassa monopolista, cioè sfrutta la possibilità per chi detiene un monopolio di vendere a prezzi gonfiati esercitando così un vero e proprio racket sui consumatori, costretti a comperare da lui. Ancora più grave è il fatto che la cifra astronomica che questa tassa rappresenta esce dallo spazio europeo pressocché a nostra insaputa e non soltanto non produce qui alcuna ricchezza, ma al contrario ne distrugge. (vedere, per esempio, [6] e [7]).

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