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Antonio Carioti

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Venerdi' 04.12.98
Taglia tu che taglio io

 

Le banche centrali degli undici paesi dell'euro hanno agito di sorpresa e all'unisono. Ora il tasso di sconto e' dappertutto al 3 per cento. Fa eccezione solo l'Italia, che si e' fermata al 3,5, ma ha comunque effettuato un ribasso superiore a quelli degli altri paesi. E' un primo assaggio della moneta unica, che tutti i giornali trattano come notizia del giorno.

Inevitabilmente i titoli d'apertura sono molto simili tra loro. "La Repubblica", "Il Messaggero" e "La Stampa" dicono in modi leggermente diversi la stessa cosa, cioe' che l'Europa "taglia i tassi". "Il Sole 24 Ore" parla di "effetto euro", il "Corriere della Sera" di "anticipo dell'euro". "Il Giornale" definisce la decisione "uno sconto al costo del denaro". "L'Unita'" sottolinea che "Il denaro ora costa come quarant'anni fa".

Anche i commenti risultano abbastanza omogenei. Federico Rampini, di "Repubblica", interpreta la vicenda come frutto di un accordo tra banche e governi (calo dei tassi in cambio di rigore finanziario), ma anche come un segnale che "le cose stanno andando male per l'economia europea". E ricorda che e' in atto uno "scontro durissimo" su "fisco e flessibilita'" tra il liberismo britannico e il dirigismo franco-tedesco.

Sull'"Unita'" Pier Carlo Padoan osserva che le banche hanno scelto "di rinunciare a occasioni di conflitto per permettere un avvio il piu' tranquillo e solido possibile dell'unione monetaria". Ma Mario Deaglio, della "Stampa", legge "un briciolo di polemica" nella decisione di Bankitalia di mantenere il costo del denaro leggermente piu' alto rispetto al resto d'Europa.

Sul "Corriere" Paolo Savona loda lo "spirito di adattamento alla realta'" delle banche centrali e osserva che ora i governi "non hanno piu' alibi" sul fronte dell'occupazione. Anche Giacomo Vaciago, nel fondo del "Sole 24 Ore", chiama le autorita' politiche a mostrare la stessa determinazione di quelle monetarie.

In realta', nota Andrea Bonanni sul "Corriere", sono gli stessi banchieri che, fatto quanto si chiedeva loro, possono "salire in cattedra" e indicare ai governi la strada per creare lavoro attraverso riforme strutturali.

Secondo Claudio Alo', del "Messaggero", serve "uno sforzo straordinario di riforme e di investimenti" per ridare fiducia a imprese e consumatori. Sul "Giornale" Geronimo, molto polemico verso i governi di sinistra, indica la via maestra degli alleggerimenti fiscali.

Anche Ugo Piccione, sul "Messaggero", si mostra scettico circa la capacita' della sinistra di rimuovere i condizionamenti che disincentivano le assunzioni di personale. E Fabrizio Galimberti, sul "Sole 24 Ore", ripropone la ricetta americana, "liberta' di licenziare come garanzia della liberta' di assumere".

Affronta il tema del Mezzogiorno, sull'"Unita'", l'economista Paolo Leon: a suo avviso e' fondamentale "spendere presto e bene", con progetti riguardanti "infrastrutture, formazione, ricerca".

Un'altra notizia di argomento economico e' l'annunciato aumento delle tariffe telefoniche urbane: le associazioni dei consumatori sono gia' sul sentiero di guerra contro Telecom. E' polemica anche sui trasporti: i capistazione minacciano scioperi senza preavviso.

Fa discutere inoltre la scuola. Intervistato da "Repubblica", il leader della Cgil Sergio Cofferati difende l'istruzione pubblica e boccia i finanziamenti agli istituti privati. Sull'"Unita'" Barbara Pollastrini si dice favorevole a una parita' che preveda aiuti alle famiglie che scelgono la scuola privata, purche' questa si adegui a una serie di regole e principi.

Novita' in vista nel settore delicatissimo della giustizia. In un'intervista al "Corriere" il ministro Oliviero Diliberto rivela che sta lavorando a una soluzione per Tangentopoli, ma preferisce non anticiparne i contenuti.

In politica, interviene sull'"Unita'" Giorgio Napolitano: auspica una nuova legge elettorale per le europee, che stabilisca incompatibilita' e combatta la frammentazione.

Massimo Gaggi, sul "Corriere", invoca invece una revisione del finanziamento pubblico dei partiti, perche' le norme attuali hanno portato a "un pasticcio colossale". E Marcello Veneziani, sul "Giornale", generalizza la critica ai politici, per i quali "ogni interpretazione e' doppia, ogni scelta fatta e' neutralizzata dal suo rovescio".

Due autorevoli studiosi intervengono in occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. "La Stampa" pubblica un messaggio di Norberto Bobbio, che collega questo tema a quelli della democrazia e della pace, auspicando "una carta dei doveri degli Stati". Sull'"Unita'" Alain Touraine prende spunto dal caso Pinochet per osservare che i diritti umani "si stanno rivelando piu' forti e piu' concreti delle ipotesi geo-politiche".

Una giusta indignazione risuona nell'articolo di Fabrizio Paladini sul "Messaggero", che racconta la vicenda di un'anziana signora costretta a fare la fila per 3 ore e 26 minuti, prima di riuscire a ritirare all'ufficio postale la pensione della sorella paralizzata.

Infine lo sport. La vigilia della finale di Coppa Davis Italia-Svezia offre l'occasione per gli articoli in prima pagina di due glorie del tennis nazionale: Gianni Clerici su "Repubblica" e Adriano Panatta sul "Messaggero".
 


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