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Trappola nel CyberSpazio (pagina 2)

Roberto Di Cosmo

 

Ma vediamo adesso in dettaglio como si consolida ogni giorno di più questo monopolio, senza dimenticare i rischi non direttamente economici che fa correre alla nostra vita di ogni giorno. Nel caso dell'informatica, le possibilità offerte alle imprese senza scrupoli sono particolarmente impressionanti. Cercheremo di comprenderle, cominciando innanzitutto da ciò che non si traduce necessariamente in comportamenti scorretti o illegali.

Le specificità del software

Per cominciare a capire perché si paga una tassa occulta ogni volta che si acquista un PC [+] o dei programmi Windows, bisogna innanzitutto familiarizzarsi con una caratteristica che distingue l'informatica da ogni altro campo tecnologico: il costo della duplicazione dei prodotti. Una volta che un programma è stato realizzato, il che può costare anche molto caro, lo si può duplicare su un CD-Rom per pochi soldi o trasmetterlo per mezzo della rete ad un costo che non cessa di diminuire e questo in modo totalmente indipendente dalla qualità e dal costo di produzione della prima

copia.

I soli componenti il cui costo non è infinitesimale sono quelli che vengono chiamati il "supporto": le migliaia di pagine del manuale di carta, le dozzine di dischetti necessari per installare il programma quando non si dispone di lettore di CD-Rom.

Ma gli editori di programmi, che hanno tutto l'interesse a far scomparire questo costo fisso, non hanno tardato a porvi rimedio: vi accorgerete che i PC che si vendono al supermercato sono corredati di software ma praticamente da nessun manuale se non qualche brevissima nota esplicativa (sic!). Ci sono, beninteso, dei manuali ''in linea'' come si dice, e cioè non su carta: nessuno vi impedisce di spendere parecchie decine di migliaia di lire per stamparlo, se vi garba. Io stesso ho potuto personalmente constatare che un'azienda giapponese molto conosciuta di cui non farò il nome vende dei portatili tra i più cari del mercato senza nemmeno il CD-Rom che contiene il software: tutto è installato sull'hard disk, e resta a noi, se vogliamo, il gran piacere di comperare i 40 dischetti necessari per fare una copia di salvataggio, e di passare una giornata a giocare al disk-jockey sulla macchina. Si può dunque dire che oggi il costo di una copia di un programma, così facendo, è praticamente ridotto a zero.

Una seconda caratteristica essenziale è lo status legale del software: per delle ragioni, a ben rifletterci, non tanto oscure, il software, questo prodotto tecnologico tra i più sofisticati, questo oggetto complesso, utilizzato da milioni di persone nella loro vita professionale, incensato come la chiave di volta di una nuova rivoluzione industriale, gode della stessa immunità di cui godono le opere d'arte (d'altra parte, gli industriali del programma si chiamano "editori"). Per esempio, non c'è alcuna clausola legale ed alcuna giurisprudenza che possa garantire che il programma assolverà ad una qualunque funzione, nemmeno quella per la quale vi è stato presentato. Questa situazione è ragionevole quando si compra un romanzo o un quadro (de gustibus..., dicevano bene i Romani) ma non lo è affatto quando si applica al software: ciò si traduce nel fatto che, legalmente, voi non potete citare in giudizio Microsoft per mal funzionamento dopo avere scoperto che Windows 95 non è fatto "a regola d'arte" mentre potete citare in giudizio un idraulico o un elettricista che realizzano una istallazione che non è fatta secondo le norme.

Peggio, non c'è alcuna assunzione di responsabilità per i guasti che il programma potrebbe produrre. Di nuovo: è ragionevole che non si possa protestare contro un cantante se il suo ultimo CD acquistato da vostro figlio provoca una accesa discussione familiare nel corso della quale voi rompete un rarissimo vaso cinese. Ma è assolutamente inaccettabile che siate totalmente indifesi se perdete 200 M di dati commerciali preziosi sul vostro disco rigido a causa del file system obsoleto di Windows 95 e del suo orripilante programma ScanDisk, quando potreste molto facilmente provare in tribunale che le conoscenze tecniche necessarie per realizzare un prodotto largamente superiore grazie al quale non avreste perduto i vostri dati sono di dominio pubblico dagli anni 70, e che il codice stesso che utilizza queste tecniche nella versione AT&T di Unix è stato acquisito da Microsoft. Però, potete trascinare in giudizio il vostro elettricista se vi installa dei fili elettrici negli zoccoli in legno del vostro appartamento [+].

Infine, una conseguenza molto grave di questa impunità, è che l'''editore'' del programma non è affato tenuto, dal punto di vista legale, a correggere gli errori riconosciuti e documentati, nemmeno nel caso non tanto infrequente in cui questi errori siano volontari. In altre parole, l'''editore'' del programma è libero di vendervi ciò che gli pare, o meglio, ciò che il suo dipartimento pubblicitario riesce a farvi comperare, senza alcun obbligo riguardo ai risultati, e senza che voi abbiate il minimo ricorso, anche nel caso di malafede manifesta. Meglio, può succedere che vi si faccia pagare caro quanto il prodotto originale gli ''aggiornamenti'', che non sono, in realtà, che correzioni di errori.

Per di più, da queste sorprendenti specificità giuridiche, probabilmente giustificate quando i programmi erano scritti da un ingegnere squattrinato nel suo garage, ed assolutamente aberranti oggi che ci si ritrova con delle multinazionali del software dalle finanze colossali, non possono trarre profitto tutti gli editori di software, ma soltanto i più potenti: in effetti, una grande impresa può e deve obbligare il responsabile dei servizi informatici a stipulare un contratto che comporta degli obblighi di risultati e delle clausole di garanzia, ma, ahinoi, questo non è alla portata del consumatore, né della maggior parte delle aziende, quando l'editore in questione ha la possibilità di ricomperare o distruggere la vostra azienda nel giro di qualche settimana.

Sono sicuro che, come il nostro giovane quadro dinamico, cominciate in questo momento a sentirvi meno a vostro agio: il cyberspazio da fiaba comincia a mostrare degli aspetti poco gradevoli, e questa meravigliosa azienda filantropica che ci viene presentata ogni giorno come il summum della tecnologia informatica e del successo del libero mercato comincia a somigliare meno del solito ad un filantropo. Purtroppo, non si è a questo punto che all'inizio della nostra esplorazione del versante oscuro del pianeta Microsoft, ed il meglio deve ancora venire.

I costruttori presi in trappola

Bisogna sapere che la posizione di monopolio di Microsoft gli permette ancora di sbarazzarsi facilmente degli altri costi di commercializzazione del software: l'assistenza tecnica e la distribuzione. Per la prima, si può immaginare che anche se l'editore non è legalmente tenuto ad aiutarvi nell'installazione del suo software, sarà comunque tenuto a farlo per non perdere il mercato. Non inquietatevi, Microsoft ha la soluzione: è sufficiente guardare cosa c'é scritto nella licenza di Windows 95, di cui riproduco qui un estratto.

Assistenza prodotto.

Né Microsoft Corporation, né le sue filiali informatiche forniscono un'assistenza per il PROGRAMMA. Per l'assistenza, vogliate contattare il numero d'assistenza del fabbricante del computer fornito nella documentazione del COMPUTER.

Astuto, non vi pare? Si scarica tutto sul costruttore del computer il quale non ha alcuna reale responsabilità per DeFrag, schermi blu e derivati, ma ne pagherà finanziariamente le conseguenze (ed ne so qualche cosa, vista la quantità di volte in cui ho tentato inutilmente di avere il servizio d'assistenza telefonica per l'installazione di Windows sempre per il portatile della marca giapponese di cui non ho più sopra fatto il nome, e che tacerò anche adesso). Se Windows 95 non fosse in posizione di monopolio, i fabbricanti di computer non si sottometterebbero di certo a queste condizioni.

Per ciò che riguarda la distribuzione del programma, succede la stessa cosa. Sono ancora i costruttori, gli assemblatori ed i rivenditori che devono pagare: essi devono ''preinstallare'' Windows 95 sulla vostra macchina. Ma si è già trovato di meglio: la distribuzione attraverso Internet del programma senza alcun supporto materiale. Questo, è un colpo di genio: voi pagate per un programma che scaricate a vostre spese (e a che prezzo, vista la dimensione di un Microsoft Office di oggi), riducendo effettivamente il costo totale di copia e di distribuzione per l'''editore'' a esattamente zero franchi e zero centesimi. Vi domandate perché un certo Presidente di un certo Paese d'oltre Atlantico ha fermamente suggerito di detassare completamente il commercio elettronico? Ebbene, avete qui un elemento di risposta!

Dunque, riassumiamo: se oggi ci si chiama Microsoft, e soltanto se ci si chiama Microsoft, si può vendere più o meno qualunque cosa senza obbligo di garantire alcun risultato e senza timore di rivalsa, a costo unitario nullo, ad un prezzo pubblico che non diminuisce mai [+] e che si traduce in puro profitto [+].

Rimane da capire perché non soltanto il grande pubblico, che non conosce nulla dei calcolatori, ma anche le grandi aziende, gli Stati, i media, che dispongono di servizi informatici altamente qualificati, non utilizzano la loro libertà di scegliere prodotti diversi da quelli imposti da Microsoft. Per rispondere a questa domanda, non basta prendersela con i ciarlatani della stampa cosiddetta specializzata, anche se, evidentemente, hanno la loro parte di responsabilità. Bisognerà lanciarsi in una esplorazione più approfondita della faccia nascosta di questo gigante, per cominciare a scoprire certe dubbie pratiche che sovente sfiorano l'illegalità, e che con mio grande disappunto non trovo commentate da nessuna parte nel panorama mediatico francese, se non su qualche piccola ed effimera fanzina satirica che non costituisce certo la lettura preferita dei responsabili informatici delle grandi imprese ed amministrazioni [+].

Il paese dei tecno cretini...

Per rendere la cosa più chiara, dimentichiamo per un momento i calcolatori, i programmi e compagnia: siamo stati condizionati a pensare a queste cose come necessarie, ma difficili; siamo stati abituati, cioè, a rinunciare a formarci un'opinione personale perché, ci viene detto, è troppo complesso, e dobbiamo limitarci a seguire le scelte operate da sedicenti esperti (d'altronde, sulla rivista americana Byte, che ha una larga diffusione, c'è anche un logo "Byte, because the expert decide" "Byte, perché decidono gli esperti ").

Lasciamo un momento questi esperti ai loro intrallazzi per andare a vedere che cosa succede nel mondo parallelo dei TecnoCretini in cui un'azienda, chiamiamola MacroPresse, ottiene a poco a poco il controllo assoluto di tutte le tipografie del pianeta. Quest'azienda non controlla direttamente i giornali, ma è lei che li stampa con dei caratteri MacroStampa, di cui è la sola proprietaria. Un bel giorno, dopo una grande campagna pubblicitaria che tesse le lodi di un nuovo insieme di caratteri che permetterà di ottenere dei giornali più moderni, essa comincia a stampare tutto con dei caratteri klingoniani (l'alfabeto dei Klingons nella famosa serie di fantascienza Star Trek) di modo che nessuno riesce più a leggere i nuovi libri o giornali senza ricorrere alla Lente MacroStampa, disponibile alla vendita in tutte le edicole, in cui è distribuita a spese degli editori di giornali. Il pubblico, affascinato dalla meravigliosa novità tecnologica, si adatta e compera la Lente.

Incoraggiata dal successo di questa iniziativa, MacroStampa comincia a cambiare i caratteri periodicamente, ogni anno, poi ogni sei mesi: la vecchia Lente non riesce a leggere i nuovi giornali, e quindi occorre rinnovarla a caro prezzo ogni due o tre mesi. Un concorrente di MacroStampa vede lì un'occasione d'oro: produrre una Minilente molto meno cara di quella della MacroStampa e venderla nelle edicole. Ma le edicole hanno un contratto in esclusiva con MacroStampa, e rifiutano di distribuirla. Peggio, MacroStampa cita in giudizio il concorrente, colpevole d'avere analizzato i caratteri klingoniani per costruire una MiniLente, in violazione del copyright di MacroStampa, e vince.

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