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Animal Liberation, o del perche' i maiali hanno dei diritti e la lattuga no

Clementina Casula

 

Uno dei maggiori sostenitori e teorici dell'etica della liberazione animale è l'australiano Peter Singer, Professore di Filosofia e Direttore del Centro per la Bioetica Umana nella Monash University (Melbourne).
Nell'aprile del 1998, in occasione dei Darwin Seminars della London School of Economics, Singer ha lanciato - in un intervento che presto troverete su questo sito - il concetto di "sinistra darwiniana".

In questo stesso dossier di Caffe' Europa potrete saperne di piu' sui diritti animali - compresa la recentissima proposta di legge di inserire gli animali domestici nello stato di famiglia - e conoscere le opinioni di Paola Cavalieri direttrice di "Etica ed animali".

"L'uomo è una bestia!" urlava furioso Giorgio Bracardi alla radio, in una divertente trasmissione di qualche anno fa. Il suo tono era ovviamente provocatorio e dissacrante, nel lanciare un'offesa considerata dal genere umano come una delle peggiori. Da sempre infatti l'uomo, sospeso tra cielo e terra, ha tentato di guardare alla sua parte più nobile - quella razionale - e dimenticare la parte considerata come spregevole - quella animale. Egli ha disegnato la propria identità in opposizione con tutti gli altri esseri o cose, ridisegnandole a sua misura: così gli animali non-umani sono diventati un mero mezzo per soddisfare i suoi bisogni e capricci.

Tradizionalmente le argomentazioni addotte per giustificare questo limite, ormai diventato barriera invalicabile, tra la specie umana e quelle non umane, si sono basate sulla "superiorità" dell'uomo in quanto unico essere pensante, o capace di far uso di utensili, o possessore di un linguaggio e di una vita sociale. Ma il monopolio umano di queste caratteristiche è stato recentemente messo in discussione dalle scoperte dell'etologia, in particolar modo quelle riguardanti le scimmie.





Le ricerche di primatologhi come Jane Goodall mostrano infatti come la vita di scimpanzè, oranghi e gorilla sia organizzata secondo complesse regole sociali e caratterizzata da una ricca componente affettiva. Davanti alla considerazione che il patrimonio genetico delle scimmie è per il 98% identico a quello degli uomini i contorni di quella che pareva una distinzione netta sfumano.

Ricordarci che anche "l'uomo è una bestia", potrebbe quindi significare accorgerci della necessità di rimettere in discussione le nostre categorie mentali ed etiche, e rivedere le nostre pratiche, alla luce di una riflessione portata avanti da un punto di vista che non sia solo ed esclusivamente "umano".

L'Etica della Liberazione Animale

Animal Liberation è il nome di un movimento che porta avanti il progetto di abolire il dominio dell'uomo sugli animali ed estendere la comunità morale oltre i confini della specie umana. La solo apparentemente semplice considerazione che, come noi uomini, anche gli animali-non-umani soffrono se gli viene negato il loro habitat naturale, la loro vita sociale, la loro prole, porta AL a sostenere i diritti degli animali contro ogni violazione che l'uomo ne fa nei laboratori scientifici, nelle fattorie e nelle fabbriche di pellame, nelle arene e nei circhi, andando a caccia.

Secondo Aristotele è naturalmente giusto che l'anima governi sul corpo, l'elemento razionale su quello irrazionale, e che allo stesso modo l'uomo governi sulla donna (inferiore per natura), sui suoi schiavi (la cosiddetta "proprietà animata"), e sugli animali.
L'argomento logico che sottostà a questo come agli altri ragionamenti razzisti e sessisti è per i sostenitori di AL lo stesso presente nelle giustificazioni di coloro che sfruttano gli animali: stabilire la superiorità morale del proprio gruppo di appartenenza, giustificando l'esclusione degli altri gruppi sulla base di differenze a carattere moralmente irrilevante (come razza, sesso, specie).

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