Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha dichiarato che, se Rifondazione
comunista non votera' la Finanziaria, si aprira' la crisi di governo. E
ovviamente i maggiori quotidiani dedicano alla notizia i titoli d'apertura,
nei quali la parola "crisi" ricorre immancabile.
Eppure i commenti suggeriscono quasi tutti che alla fine un aggiustamento
si trovera', magari con i voti dell'Udr cossighiana, mentre assai piu'
allarmante sembra la condizione dell'economia internazionale, che ha fatto
registrare ieri un nuovo tonfo dei listini azionari. Se a Roma tira
un'arietta di crisi, nel mondo forse incombe una burrasca, alla quale solo
"Il Sole 24 Ore" riserva il titolo principale: "Crollo per Borse e
dollaro".
Assai meno tempestosa pare la situazione politica italiana. "La Stampa", in
un fondo anonimo, parla di governo "destinato a salvarsi" e "a far
approvare la Finanziaria entro l'anno", prospettando per la fase successiva
"un cambio della guardia a Palazzo Chigi" tra Prodi e il leader dei Ds,
Massimo D'Alema. Il direttore del "Giornale", Mario Cervi, prevede "un
qualche rimescolamento furbastro, un qualche ribaltoncino ipocrita per
fingere di cambiare non cambiando".
Piu' preoccupata la stampa vicina all'Ulivo. Il fondo anonimo di
"Repubblica" sostiene che il centrosinistra "non puo' condannare se stesso
a governare con voti sottobanco e ricatti trasformistici in agguato". Enzo
Roggi, sull'"Unita'", attacca Fausto Bertinotti, che vede ormai prossimo
"al limbo dell'irresponsabilita'": tanta e' la foga che l'editorialista
cambia sesso a un autorevole settimanale francese, ribattezzandolo
"Nuovelle Observateur".
Quanto alla dichiarazione di Prodi, osservatori come Stefano Folli del
"Corriere della Sera" e Augusto Minzolini della "Stampa" la interpretano
soprattutto come un appello ad Armando Cossutta perche' rompa con
Bertinotti, salvando in qualche modo la maggioranza uscita dalle urne. Del
resto Francesco Cossiga, intervistato da "Repubblica", dice chiaramente,
rivolto a Prodi, "salviamo la Finanziaria a patto che si dimetta".
La debolezza del governo ha anche riflessi internazionali. Cio' fornisce lo
spunto a Indro Montanelli per ironizzare, nel fondo del "Corriere", su chi
protesta perche' non viene riconosciuto il primato dell'Ulivo
nell'inaugurare la svolta a sinistra dei maggiori paesi europei. Tale
rivendicazione assomiglia un po' troppo, ricorda l'editorialista, a certi
discorsi del 1918 sulla "vittoria tradita", poi enfatizzati dal fascismo.
Ben piu' feroce Antonio Socci, sul "Giornale", che giudica ormai a zero il
prestigio internazionale di Prodi. Al contrario Siegmund Ginzberg
sull'"Unita'" suggerisce per il Giappone, grande malato asiatico, una cura
a base di alternanza al potere, finora sconosciuta a Tokio. A
somministrargliela dovrebbe essere il nuovo capo dell'opposizione Naoto
Kan, presentato come il Prodi del Sol Levante.
Purtroppo, pero', piu' che l'esportazione dei modelli politici europei in
Asia, si prospetta il contagio della crisi asiatica in tutto il mondo.
Paolo Glisenti, sul "Messaggero", segnala il pericolo di una "commistione
totale" tra finanza ed economia reale, con effetti deleteri. Mario Deaglio,
sulla "Stampa", critica il "liberismo senza freni" e auspica "qualche
limitazione ai movimenti di capitale".
Preoccupato anche Antonio Martino, editorialista del "Giornale", che pero'
teme soprattutto il ritorno a politiche di espansione monetaria e spesa
facile. Invece Fabrizio Galimberti, sul "Sole 24 Ore" invita a "resistere
al panico": le turbolenze attuali, se ben gestite, potrebbero aprire la
strada a "nuove combinazioni di lavoro e capitale per offrire maggiore
benessere".
Massimo Riva su "Repubblica" difende la prudenza di Alan Greenspan,
criticata invece da Deaglio: a suo avviso la strategia della Federal
Reserve punta soprattutto a calmierare la quotazione del dollaro, in modo
da riequilibrare la bilancia dei pagamenti Usa e dare respiro ai paesi
latinoamericani indebitati. E Domenico Siniscalco, sul "Sole 24 Ore",
sottolinea che in questa fase il rilancio dello sviluppo "puo' provenire
solo dall'Europa", attraverso adeguate "riforme strutturali".
In tema di giustizia spiccano i provvedimenti disciplinari avviati dal
ministro Flick contro i pm di Milano Piercamillo Davigo e Francesco Greco,
accusati di aver fatto dichiarazioni incaute. L'Associazione magistrati
protesta, mentre Salvatore Scarpino, sul "Giornale", avanza il sospetto
che l'Ulivo, dopo aver fruito della loro azione, voglia ora richiamare
all'ordine i magistrati dediti al protagonismo.
Prosegue lo stillicidio di indiscrezioni sul caso doping: nel mirino ci
sarebbero calciatori famosi, in particolare due del Parma. Gravi denunce,
riguardanti anche l'atletica, giungono dalle interviste di due ex addetti
ai lavori al "Corriere" e alla "Stampa".
Da segnalare infine il fondo del "Messaggero", in cui Vittorio Emiliani
denuncia il degrado del territorio ("ormai ogni pioggia diventa
alluvione"), e l'intervista al "Corriere" in cui il presidente della
Telecom, Gian Mario Rossignolo, difende la contestata decisione di
aumentare le tariffe urbane e ridurre le interurbane.